Difesa Online alla CAEX I: prima esercitazione congiunta dell'Aviazione dell'Esercito nel 2018

(di Matteo Acciaccarelli)
23/05/18

Quel “I” vicino al nome dell’esercitazione, ovvero CAEX I (Complex Avation Exercise), non sta lì a caso, per l’Aviazione dell’Esercito questa rappresenta la prima esercitazione congiunta messa in opera dalla Specialità per questo 2018. Infatti, dal 14 al 25 maggio tra Lazio, Umbria e Toscana saranno presenti tutti i reggimenti operativi dipendenti dal Comando AVES (1° reggimento AVES “Antares”, 2° reggimento AVES “Sirio”, 3° reggimento elicotteri per operazioni speciali “Aldebaran” e 4° reggimento AVES “Altair”), oltre a quelli dipendenti dalla brigata aeromobile “Friuli” (66° reggimento fanteria aeromobile “Trieste”, 5° reggimento AVES “Rigel”, 7° reggimento AVES “Vega”). Inoltre, all’interno della CAEX I saranno presenti anche il 186° reggimento paracadutisti “Folgore”, l’11° reggimento trasmissioni, il 41° reggimento Cordenons, il 17° reggimento artiglieri controaerei “Sforzesca”, il Centro Militare Veterinario, il 7° reggimento NBC “Cremona” e, per il sostegno medico, il Policiclico Militare “Celio”. Un’attività addestrativa importante che ha come scopo sia validare l’approntamento delle unità dell’AVES per i prossimi impegni all’estero, sia valutare la capacità di lavorare in un contesto pluriarma.

L’importanza di un’esercitazione del genere ha fatto sì che il 21 maggio, il comando Aviazione dell’Esercito organizzasse una giornata per la stampa, in modo tale da poter mostrare i progressi tecnologici, come ad esempio il programma Safe-Strike e il drone Raven, e le attività addestrative vere e proprie sul campo.

Dalla caserma “Chelotti” di Viterbo, sede del Centro Addestrativo Aviazione dell’Esercito, dopo un briefing del generale di brigata Paolo Riccò, comandante dell’AVES, siamo stati accompagnati al “nostro” CH-47 C, uno degli ultimi rimasti della serie “C” e prossimo al pensionamento. La mattina abbiamo volato fino a Cesano potendo ammirare veramente da vicino la potenza del Chinook e le capacità di trasporto di questo mezzo immortale e, quasi, perfetto. Arrivati al poligono militare di Cesano siamo stati portati in vetta ad una collina da dove era possibile vedere perfettamente la zona dove si sarebbe svolta l’operazione.

Target: neutralizzare ed arrestare un leader ribelle, asserragliato all’interno del suo ben difeso quartier generale. Gli elicotteri dell'Antares, del Rigel, del Vega e del REOS sono decollati dall’aeroporto “Fabbri” di Viterbo per arrivare sulla zona delle operazioni poco dopo il nostro arrivo. 6 AH-129D hanno subito circondato l’area, per poter mettere in sicurezza la zona e permettere l’arrivo degli UH-90 e dei CH-47 F da cui sono sbarcati i plotoni di fanteria aeromobile che si sono mossi per catturare l’elemento ostile e per rendere inoffensive le postazioni di osservazione nemiche. Un’operazione condotta al meglio e velocemente, anche grazie a quelle tecnologie accennate precedentemente.

Grazie al Raven e al programma Safe-Strike, infatti, sia il comandante dell’operazione, in volo sopra la zona, sia i piloti degli elicotteri hanno a disposizione, in tempo reale, la situazione e la posizione delle forze in campo, oltre che la possibilità di vedere un "ologramma" del terreno per capire le zone maggiormente sicure e per atterrare e volare. È possibile, inoltre, registrare video condividendoli all’interno di questo sistema, in modo tale che sia possibile controllare l’esatta situazione e la posizione delle forze nemiche. Uno strumento di importanza difficilmente sottovalutabile.

Tornando all’operazione vera e propria, una volta portata a termine la missione principale i CH-47 F e gli UH-90 hanno iniziato a lasciare la zona dopo aver evacuato un cane anti-IED (VETEVAC, Veterinary Evacuation).

Un AH-129 ha quindi simulato l'abbattimento: subito si è attivato il dispositivo della MEDEVAC (Medical Evacuation) con un UH-205 e un HH-412 che sono arrivati sul luogo per mettere in sicurezza la zona ed evacuare i piloti del 129.

Terminata questa attività siamo risaliti sul “nostro” Chinook per tornare alla “Chelotti”, dove abbiamo prima visitato alcune parti del Centro Addestrativo Aviazione dell’Esercito, nelle quali ci sono stati spiegati sia l’iter formativo dei piloti e degli assistenti tecnici di aeromobile della Specialità, sia quello relativo alla formazione del personale sanitario della Forza Armata specializzato nella Forward MEDEVAC.

In seguito abbiamo assistito al secondo briefing giornaliero, riguardante la seconda operazione da portare a compimento: la liberazione di ostaggi di un gruppo ribelle in un Consolato italiano. Anche in questo caso il trasferimento, fino a Tarquinia, è avvenuto tramite il CH-47, ma a differenza della mattina dove eravamo su una collina, qui eravamo nella piana vicina la struttura che simulava il Consolato. Infatti, la sensazione è stata quella di essere accerchiati dagli AH-129 arrivati sul luogo disposti, nuovamente, intorno all’obiettivo per mettere in sicurezza l’area.

Qualche secondo dopo l’arrivo degli elicotteri da attacco, in lontananza, è stato possibile scorgere il profilo di un CH-47 in arrivo pronto per sbarcare le truppe elitrasportate ma, prima di toccare terra, il pilota ha cabrato e ripreso il volo, fingendo un atterraggio. Un’operazione atta a distogliere l’attenzione dall’altro CH-47 in avvicinamento, che insieme agli UH-90 ha sbarcato a terra le truppe necessarie all’operazione. Non è tutto però, perché dall’altro lato altri 3 UH-90 hanno sbarcato a terra altre truppe, tramite il Fast Rope. Un’operazione che ha visto impiegare un numero massiccio di truppe terminata in poco tempo e che ha visto nuovamente l’intervento della VETEVAC, oltre che del HH-412 utilizzato per recuperare, tramite verricello, un “dipendente” del Consolato situato sul tetto di una delle strutture.

Per la MEDEVAC, invece, è stato impiegato un Lince, a simulare l’AH-129 abbattuto. Questo perché gli operatori della “Trieste”, trasportati in volo sul luogo hanno dovuto scardinare, con l’ausilio di un apposito kit di esfiltrazione, lo sportello del Lince, per poter mettere in salvo l’occupante, che simulava un pilota ferito. Scardinato lo sportello ed estratto il manichino (simulatore avanzato di paziente SimMan 3G), questo è stato recuperato, issando la barella, ancorata al verricello dal soccorritore sceso dall’elicottero, dentro l’UH-412 giunto sul luogo.

Una giornata addestrativa lunga ma che lascia un’ottima impressione delle capacità operative dell’Aviazione dell’Esercito e di tutti i reparti esercitati. Senza contare, ovviamente, l’emozione di volare sul CH-47 e di assistere da veramente molto vicino ad operazione che solitamente si possono vedere solamente in fotografia o in video.

(foto dell'autore)