La Marina Militare in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

(di Marina Militare)
12/10/23

Il vulcano Stromboli ha prodotto lo scorso autunno un flusso piroclastico e una successiva colata lavica che hanno percorso il ripido versante della Sciara del Fuoco (SdF) fino alla costa. La colata lavica ha scavato un profondo canalone lungo 930 m, largo mediamente oltre 100 m e profondo fino a 70 m, che ha riversato in mare almeno 3 milioni di metri cubi, di materiale piroclastico rimosso dal versante.

Tale accumulo ha reso particolarmente instabile sia il versante subaereo che quello subacqueo, generando la probabilità di un possibile collasso di una porzione subaerea e/o sottomarina della SdF con conseguente formazione di frane anche di grande volume che, potrebbero innescare onde di maremoto dagli effetti rilevanti sulle coste dell'isola di Stromboli e delle altre isole Eolie, arrivando persino sulla costa settentrionale siciliana e occidentale calabrese, come è avvenuto almeno 7 volte negli ultimi 150 anni. L'ultimo tsunami si è verificato il 30 dicembre 2002, quando si originò un'onda di maremoto che penetrò sulle coste dell'isola, nell'area urbana, fino alla quota di circa 10 metri sul livello marino.

Allo scopo di valutare l'aumento di suscettività al franamento gravitativo della porzione sommersa della SdF che potrebbe innescare un'onda di maremoto che colpirebbe ancora una volta l'isola e le coste limitrofe, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha chiesto allo stato maggiore Marina la possibilità di effettuare un rilievo di tipo batimetrico con sistemi subacquei unmanned, vista la pericolosità da caduta di blocchi e frane che caratterizza l'area marina sottostante la SdF.

Il 3° reparto (Piani, Operazioni e Strategia Marittima) dello stato maggiore Marina è stato quindi incaricato di coordinare la pianificazione dell'attività in stretta collaborazione con il personale dell'INGV. Per portare a termine l'importante rilievo è stata impiegata l'unità di contromisure mine, il Vieste, della Marina Militare.

L'unità della classe Lerici è dotata dell'Autonomous Underwater Vehicle (AUV) “HUGIN 1000", in grado di effettuare in piena autonomia, una dettagliata analisi dei fondali marini fino a 3000 metri di profondità per mezzo dei sofisticatissimi sensori acustici imbarcati.

Lo scorso 19 e 20 settembre ha completato con successo il rilievo di acquisizione dei dati batimetrici nell'area antistante la Sciara del Fuoco, in accordo con le indicazioni ricevute dai vulcanologi dell'INGV, ospitati a bordo della nave.

Grazie alla professionalità del personale coinvolto e in virtù delle buone condizioni meteomarine l'acquisizione dati è stata completata in soli due giorni.

I dati acquisiti ad altissima risoluzione verranno successivamente elaborati, interpretati e confrontati con precedenti rilievi effettuati nella stessa area al fine di individuare variazioni batimetriche significative utili a evidenziare l'eventuale presenza di elementi morfologici in grado di aumentare l'instabilità gravitativa lungo la porzione subacquea della SdF e la conseguente capacità di formare onde di maremoto.