Olga Dubrovina: Sul fronte della propaganda. Russia sovietica e Italia tra le due guerre mondiali

Olga Dubrovina
Ed. Mimesis
pagg. 416
Come analista della storia militare russa contemporanea e studioso delle forme di propaganda e di information operation in ambito politico-militare – spesso i due ambiti non sono scindibili l’uno dall’altro e, a livello strategico, sono uno dei cardini della guerra ibrida – sono stato incuriosito dal nuovo libro di Olga Dubrovina, docente di storia e grande conoscitrice delle realtà del novecento sia dell’Italia, sia della Russia, suo paese di origine.
Una storica, dunque, che con il suo libro Sul fronte della propaganda. Russia sovietica e Italia tra le due guerre mondiali ha acceso un riflettore su un argomento oscuro perché fino ad oggi poco approfondito, quello della infowar intercorsa tra l’Unione Sovietica e il nostro Paese nel periodo tra le due guerre mondiali.
Parlo di “guerra informativa”, infowar appunto, perché mentre la politica estera intrecciava dialoghi mirati al partenariato commerciale e alla cooperazione nello sviluppo tecnologico, in un clima di apparenti “magnifiche sorti progressive”, la realpolitk celava campagne propagandistiche orchestrate da entrambe le parti mirate a minare e indebolire le rispettive impalcature politiche. D’altra parte, non poteva essere diversamente. In Italia c’era il fascismo e in Unione Sovietica il comunismo. Retaggi ideologici su cui era davvero difficile fondare un sodalizio sincero.
Perché allora tanta agitazione? Perché gli interessi politico-economici delle due nazioni erano reali, considerando la rilevanza di entrambe sulla scena internazionale. Mentre le rispettive diplomazie giocavano a carte scoperte, cercando di celare i rispettivi bluff, gli strumenti della politica occulta, soprattutto i mezzi mediatici di allora, combattevano una guerra nel dominio cognitivo, preludio a quella che poco più tardi sarebbe stata combattuta in quello fisico. Notizie, voci, proclami venivano divulgati attraverso ogni mezzo per instillare dubbi, creare sconcerto, alimentare rancori interni al tessuto sociale delle due nazioni e renderle così vulnerabili al modello che Roma e Mosca opponevano al proprio malcelato avversario. La cultura e l’informazione, o meglio, la disinformazione utilizzati come strumenti di soft-power.
Questo libro, concepito come testo storico, ha un valore aggiunto che lo caratterizza, dato dalla sua estrema attualità. Ciò che è stato posto in atto sui fronti della propaganda di allora riflette quanto accade oggi nelle procedure geo-strategiche globali. Se poi soffermiamo la nostra attenzione sulla Russia e sulle narrazioni alla base delle ragioni addotte per giustificare i conflitti contemporanei di cui è protagonista, il valore documentale del libro di Olga Dubrovina è imprescindibile. Valore documentale risultato di un lungo e faticoso lavoro di ricerca svolto dalla studiosa, che ha trascorso molto tempo a raccogliere e analizzare fonti originali custodite nei polverosi scaffali archivi italiani e russi.
So che qualcuno penserà che sto enfatizzando troppo i toni di questa recensione, ma assuefatti alle asettiche ricerche cui ormai internet ci ha abituati, quanto fatto dall’autrice nelle biblioteche e negli archivi è certamente meritorio e garanzia delle qualità del suo lavoro.
Un testo indispensabile, quindi, per comprendere diverse e poco note sfaccettature dell’influenza esercitata dalla recente storia europea di ieri sugli eventi spesso drammatici, di quella odierna.