Attacco ucraino in profondità: droni come Cavalli di Troia colpiscono velivoli russi e porti in Crimea

Mentre le attività diplomatiche segnano il passo, evidenziando da un lato la crisi della capacità di mediazione americana, e dall’altro la politica dilatoria russa, Kiev ricorre allo stratagemma del Cavallo di Troia, antico finché si vuole ma ancora valido.
Camion ucraini si sono introdotti per tempo in territorio russo, trasportando ufficialmente materiale edile, ma in realtà droni con cui portare un attacco di raro impatto a km di distanza dall’Ucraina.
Dopo la rievocazione a parti inverse del Vietnam, è stata la volta di una riedizione concettuale dell’attacco a Pearl Harbor, con i sistemi antiaerei russi di fatto così tanto inefficaci da assistere alla distruzione a terra di una percentuale non irrilevante di velivoli strategici russi, cui associare, probabilmente, ulteriori danni (da confermare) nei porti della Crimea.
Se le impressioni troveranno effettivo riscontro, non si potrà non tenere conto dello smacco inferto alla Russia, che non potrà non considerare una o più violente rappresaglie, visto che l’ulteriore attacco è stato portato direttamente al cuore della credibilità stessa dello Stato.
Ora che l’economia russa mostra il fiato corto, e adesso che la diplomazia giocava la sua partita puntando a consolidare nel minor tempo possibile le conquiste sia pur parziali maturate, Kiev rilancia, con una delle migliori imprese progettate da Budanov. Mai come ora la partita è riaperta.