La scorsa estate, in concomitanza con l’operazione condotta dalle forze ucraine nella regione russa del Kursk, paragonavo il capo di stato maggiore della Difesa ucraino Oleksandr Syrs'kyj a Scipione l’Africano, per aver portato la guerra oltre il confine, in territorio nemico1. A differenza del generale romano, non ha avuto il successo sperato e, in questi giorni, il Cremlino può vantare la riconquista pressoché totale dei territori occupati dagli Ucraini.
La macchina della propaganda russa, come impone la logica della guerra, più che mai quella ibrida, non ha mancato di attivarsi con immediatezza, “cavalcando la tigre” attraverso un’operazione di studiata costruzione dialettica di cui è interessante entrare nel merito.
L’analisi che mi accingo a svolgere è indirizzata a due obiettivi di studio: il primo politico-militare a livello strategico verte sui contenuti e sulle modalità della comunicazione intercorsa tra il presidente Putin e il capo di stato maggiore della Difesa russo Valeij Gerasimov per esaltare i successi conseguiti sul campo di battaglia; il secondo, è relativo al contributo offerto dalle truppe nordcoreane, a come questo sia trattato nella narrazione di Mosca e agli sviluppi sul piano tattico dell’esperienza maturata dai soldati di Pyongyang.
Il dialogo tra Putin e Gerasimov presentato come il rapporto fatto da un militare subordinato ad un suo superiore al termine di una missione – procedura assolutamente normale – è un capolavoro di retorica, assolutamente funzionale al momento storico. Ed io, che da tempi non sospetti ho rivolto il mio interesse alla figura di Valerij Gerasimov come eclettico comandante militare2, potevo esimermi dal concentrare la mia attenzione, ancora una volta, sul suo operato?
In primo luogo, appare subito insolita e, tuttavia, comprensibile alla luce dei toni usati nel dialogo tra i due leader, la scelta di rendere pubblico quello che dovrebbe essere un resoconto operativo, come detto, di “fine missione”. Tra l’altro, non è disponibile solo il video della videoconferenza tra il presidente e il generale, con tanto di trascrizione a latere, ma online si può trovare anche il testo tradotto in inglese a cura del sito ufficiale della presidenza russa3. Non è dato di sapere se le indicazioni sui toni da tenere siano frutto di accordi tra i due, ma il lessico usato è artificiosamente studiato “al tavolino”, tanto da far sembrare il dialogo un estratto da un copione hollywoodiano, montato e diffuso dall’Istituto Luce, tanto per restare in tema di “ibridizzazione”:
“Putin: Valerij Vasilyevich, buon pomeriggio.
Gerasimov: Le auguro buona salute, compagno4 comandante supremo.
Putin: Valerij Vasilyevich, so che è informato sugli ultimi eventi nella regione di Kursk, sui risultati delle attività di combattimento del giorno scorso e dell'intero periodo precedente.
Gerasimov: Compagno comandante supremo, oggi l'ultima area popolata della regione di Kursk, il villaggio di Gornal, è stata liberata dalle unità ucraine, mentre le unità del ventiduesimo reggimento fucilieri motorizzati della settantaduesima divisione, l'810ª e la quarantesima brigata di fanteria di marina, il 177° reggimento di fanteria di marina e il 1427° reggimento fucilieri motorizzati, si sono distinte in modo particolare, completando così la disfatta delle formazioni armate delle forze armate ucraine che avevano invaso la regione di Kursk, i piani del regime di Kiev di creare una cosiddetta testa di ponte strategica e di sventare la nostra offensiva nel Donbass. … Le unità ucraine sono state costrette a passare alla difensiva; successivamente, con contrattacchi sui fianchi lungo il confine di stato da parte di due divisioni aviotrasportate, la 76ª e la 106ª, nonché dalle azioni della 155ª e 810ª Brigata di Marina, il gruppo principale delle forze armate ucraine è stato isolato, poi fatto a pezzi. La fase più attiva dell'operazione è iniziata il 6 marzo di quest'anno, a seguito dell'offensiva simultanea delle unità e delle formazioni del gruppo Kursk in tutte le direzioni, nonché dello sfondamento nelle retrovie nemiche da parte della forza da sbarco clandestina composta da volontari veterani, dall'undicesima Brigata d'assalto aviotrasportata, del trentesimo reggimento fucilieri e dal distaccamento delle forze speciali Akhmat attraverso il gasdotto5.”6
Da sottolineare, l’ampia citazione delle unità russe impegnate nei combattimenti, ripresa in modo ancora più ampio e agiografico dal presidente Putin nella parte conclusiva dell’incontro:
“Valerij Vasilyevich, da diversi mesi mi riferisce regolarmente sulla situazione nella regione di Kursk e hai menzionato le nostre unità più efficaci. Non posso fare a meno di nominarle di nuovo oggi: la 76ª divisione aviotrasportata, il 234º reggimento d'assalto aviotrasportato di questa divisione, il 237º reggimento d'assalto aviotrasportato e il 104º reggimento d'assalto aviotrasportato di questa divisione, la 106ª divisione aviotrasportata e il suo 119º reggimento d'assalto paracadutisti, il 137º reggimento d'assalto paracadutisti, il 51º reggimento d'assalto paracadutisti. E ancora, il 56° reggimento d'assalto aviotrasportato della 7ª divisione d'assalto aviotrasportata, due reggimenti Akhmat, il 204° reggimento speciale Akhmat e il 1434° reggimento fucilieri motorizzati Akhmat, il 22° reggimento fucilieri motorizzati della 72ª divisione, l'11ª brigata d'assalto aviotrasportata, l'83ª brigata d'assalto aviotrasportata separata, infine la nostra gloriosa fanteria di marina: la 155ª brigata di fanteria di marina della Flotta del Pacifico, l'800ª brigata di fanteria di marina della Flotta del Mar Nero e, naturalmente, avete appena parlato di questa formazione di volontari veterani che hanno effettuato un’audace infiltrazione sotterranea nella zona di Sudzha e creato le condizioni per la sua completa liberazione. Congratulazioni a tutto il personale di tutte le unità militari che hanno preso parte alla sconfitta delle formazioni neonaziste che hanno invaso il territorio russo nella regione di Kursk. L'avventura del regime di Kiev è completamente fallita e le enormi perdite subite dal nemico, comprese quelle tra i più pronti al combattimento, addestrati ed equipaggiati anche con modelli di equipaggiamento occidentali.”7
Volontari veterani…audace sbarco… gloriosa fanteria di marina…sconfitta delle formazioni neonaziste… enormi perdite subite dal nemico, comprese quelle tra i più pronti al combattimento, addestrati ed equipaggiati anche con modelli di equipaggiamento occidentali… Abbiamo appena letto la ricetta con tutti gli ingredienti per la futura celebrazione di un’altra giornata commemorativa di un’altra Grande guerra patriottica. Il massimo dell’enfasi è nella chiosa di Gerasimov “Io servo la Russia!”8. Si raggiunge la vetta della narrazione. Mi perdoni il collega – generale è lui e generale sono pure io, sebbene di rango di gran lunga inferiore – per la sottile ironia, ma non ho mai concluso un rapporto ad un mio superiore con l’accorata espressione “Viva l’Italia!”. Non l’avrei fatto nemmeno di fronte al presidente della Repubblica. È certamente più appropriata in un contesto carico di pathos, quale può essere una cerimonia pubblica ufficiale.
Soffermiamoci per un istante sui “grandi numeri” delle perdite inflitte al nemico in termini di uomini e mezzi:
“Gerasimov: Le perdite totali delle forze armate ucraine ammontarono a oltre 76.000 militari, tra morti e feriti. Di fatto, il nemico perse il gruppo originale e anche di più. Distruggemmo oltre 7.700 pezzi di equipaggiamento militare, tra cui 412 carri armati, 340 veicoli da combattimento per la fanteria, 314 veicoli trasporto truppe e circa 2.300 altri veicoli corazzati da combattimento.”9
Aspetti contabili che lasciano un po’ il tempo che trovano in termini di credibilità assoluta, come del resto accade nei resoconti della propaganda ucraina. Meritano, invece, una maggiore attenzione i numerosi elementi rilevabili nel testo che indicano l’adozione di tattiche e procedure che tra accerchiamenti, attacchi sui fianchi, sfondamenti e infiltrazioni nelle retrovie appaiono molto diverse da quelle imposte per mesi dalla situazione operativa nel Donbass. Assistiamo ad un approccio manovriero molto marcato, piuttosto che alla guerra di posizione e di logoramento condotta per oltre due anni nelle oblast’ ucraine, probabilmente in ragione di un numero più esiguo di nemici da affrontare e delle difficoltà nel sostegno logistico incontrato dagli ucraini.
Arriviamo, allora, al sostanziale contributo dei militari forniti dalla Corea del Nord, gettati nella mischia come accadde ai mercenari del Gruppo Wagner nel “tritacarne” di Bakhmut e Soledar. Dei circa 12.000 ignari e spendibili soldatini mandati a morire marciando a ranghi serrati in campo aperto, ne sarebbero caduti circa 4.00010, soprattutto nella fase iniziale di impiego, quando la tattica adottata era eufemisticamente definibile “rischiosa”:
“Al loro arrivo a Kursk … i soldati nordcoreani si erano distinti per la resistenza fisica e la ferocia in combattimento, ma avevano subito pesanti perdite a causa della loro propensione ad assalti di fanteria su larga scala, senza un'adeguata copertura da parte dell'aviazione e dell'artiglieria.”11
Restiamo sui dati disponibili da diverse fonti aperte. Si descrivono tattiche obsolete, in particolare nel criterio dell'avanzata di fronti di fanteria senza supporto meccanizzato. Soprattutto, queste strategie hanno trascurato completamente il ruolo decisivo della guerra dei droni nei conflitti moderni, di cui i nordcoreani finora non avevano esperienza12. Per contro, l'equipaggiamento standard fornito ai soldati nordcoreani è apparso qualitativamente superiore a quello mediamente distribuito alle truppe russe. Le armi recuperate dai caduti hanno confermato la presenza di fucili d'assalto AK-12 con una dozzina di caricatori, tra le cinque e le dieci granate, diverse mine e una versione aggiornata dello zaino tattico russo in cui, peraltro, sono stati rilevati riserve d'acqua e rifornimenti molto scarsi13. La sorprendente mobilità delle truppe di Pyongyang, facilitata dall'assenza di protezioni e giubbotti antiproiettile, ha reso questi combattenti bersagli particolarmente difficili da colpire per i droni.
Vanno anche sottolineati gli aspetti relativi alla disciplina e all’obbedienza apparentemente cieca ed assoluta dei militari inviati da Kim Jong-un, che inducono a identificare l’immagine del dittatore a quella di un Chen in sovrappeso, il personaggio interpretato da Bruce Lee che “terrorizzava l’Occidente”14. Sul piano disciplinare, infatti, i soldati nordcoreani si distinguono per una resistenza fisica e mentale molto più alta rispetto ai logori ranghi russi. In virtù della loro assoluta dedizione agli ordini ricevuti non avrebbero mostrato alcuna esitazione ad immolarsi negli insidiosi assalti frontali. Secondo quanto riferito da tale “Borsuk”, militare delle forze speciali ucraine, i nordcoreani:
“Sembrano molto devoti alla loro ideologia. Ecco perché sono fedeli alle loro norme e a ciò che è stato detto loro su chi sono e cosa dovrebbero fare. E semplicemente non potrebbero farlo in nessun altro modo.”15
L'indottrinamento ideologico sembra giocare un ruolo centrale nel comportamento di queste unità. Secondo alcune testimonianze16, avrebbero eliminato i compagni feriti per evitare di cadere prigionieri, così come i russi hanno aperto il fuoco più volte sui nordcoreani in ritirata, nel timore che la cattura potesse rivelare la loro vera identità. Ricordiamo che fino al 26 aprile Mosca non aveva mai ammesso la presenza di truppe nordcoreane, benché gli ucraini avessero più volte reso noto di averle affrontate in combattimento uccidendo molti soldati, di aver catturato due militari di Pyongyang poi intervistati pubblicamente da media internazionali e sebbene da tempo Kiev lamentasse un vasto impiego di armi nordcoreane (artiglierie, munizioni e missili balistici tattici) per colpire obiettivi lungo la linea del fronte e in profondità sul territorio ucraino. Come parte del ruolo svolto dalla propaganda, sui corpi dei soldati caduti sono state trovate delle note in cui si esalta la superiorità della Corea del Nord e la volontà di sacrificarsi per la gloria del proprio paese ad ogni costo.
È ipotizzabile, tuttavia, una diversa chiave di lettura di questo esasperato fanatismo ideologico. Secondo alcune rivelazioni confermate sia dai servizi segreti sudcoreani, sia dall'ex consigliere per le comunicazioni per la sicurezza nazionale della Casa Bianca J. Kirby, sembra che i soldati nordcoreani siano costretti dall'alto comando a commettere l'impensabile pur di evitare la cattura, perché la cattura da parte degli ucraini comporterebbe gravi rappresaglie contro le loro famiglie in patria17. Risultano numerose segnalazioni di soldati nordcoreani che, invece di arrendersi, hanno preferito farsi saltare in aria con le granate18.
Ad ogni buon conto, è certamente preoccupante pensare ad un’orda di burattini armati, sull’ordine delle decine di migliaia di individui, pronta a sacrificarsi in combattimento sul suolo europeo, senza alcuna riserva mentale.
È altresì vero che l’elevato tributo versato sul campo in termini di vite umane ha indotto i nordcoreani a rivedere le proprie modalità di combattimento, se non altro per non morire per niente. L’esperienza del combattimento si è rivelata molto dolorosa e, pertanto, hanno dovuto adattarsi alle realtà della guerra moderna, adottando tecniche di dispersione e scegliendo di agire con schieramenti di entità più ridotta, per sottrarsi agli attacchi dei droni e dell’artiglieria avversaria. Stanislav Krasnov, comandante di plotone ucraino del 1° battaglione d'assalto aereo della 95^ brigata d'assalto aereo, ha dichiarato ad Armiya TV (TV dell'esercito) di Kiev che le truppe nordcoreane hanno modificato le loro tattiche nella regione russa di Kursk, riducendo le dimensioni dei loro gruppi d'assalto e adottando maggiore cautela in combattimento:
“Le loro tattiche sono cambiate, hanno anche ridotto il numero di truppe nei loro gruppi d'assalto. I soldati della RPDC ora operano in gruppi di 10-15 persone, a differenza della fase iniziale del loro dispiegamento, quando gruppi fino a 50 uomini avanzavano attraverso i campi…Nonostante la riduzione, i gruppi d'assalto nordcoreani sono ancora molto più grandi delle unità russe, [ma] ora si muovono con più cautela, come si è visto con la ricognizione aerea, a differenza di prima, quando marciavano senza mostrare paura attraverso i campi come se fossero i padroni del posto.”19
Le “lezioni apprese”, però, non si limitano all’adozione di nuovi dispositivi di manovra terrestre. Secondo quanto affermato da Andriy Chernyak, portavoce dell'intelligence militare ucraina, in un'intervista rilasciata alla televisione giapponese NHK , le truppe nordcoreane hanno imparato a loro volta a utilizzare droni e tattiche di guerra elettronica20. Chernyak ha affermato anche che, nonostante la barriera linguistica che li divide dai russi, le unità nordcoreane svolgono compiti di assalto in prima linea in modo indipendente, spesso senza comunicazione diretta con i comandanti russi. “Ricevono istruzioni di base per avanzare verso una determinata linea e, una volta raggiunta, si trincerano”21.
Nella loro evoluzione operativa, Gli assalti dei soldati nordcoreani sono ora preceduti da attacchi aerei e bombardamenti di artiglieria, che dimostrano anche una maggiore integrazione tra le forze nordcoreane e russe. I soldati nordcoreani non attaccano più a ondate, ma preferiscono assalti con piccole unità e, una volta occupate le posizioni ucraine, le affidano all'esercito russo. Secondo il capitano Oleh Shyriaev, ufficiale ucraino impegnato in combattimento a Kursk dallo scorso agosto, l'esercito nordcoreano ha mantenuto la sua propensione ad avanzare sotto il pesante fuoco nemico, unita però a un'esperienza di combattimento che probabilmente verrà integrata nella dottrina delle vaste forze armate nordcoreane, che contano 1,2 milioni di effettivi22.
Lo stesso Gerasimov, nella sua videoconferenza con Putin, non ha omesso di elogiare il ruolo dei combattenti nordcoreani nella liberazione della regione di Kursk:
“Voglio sottolineare in particolare la partecipazione dei militari della Repubblica Popolare Democratica di Corea alla liberazione delle zone di confine della regione di Kursk che, in conformità con il Trattato sul Partenariato Strategico Globale tra i nostri Paesi, hanno fornito un notevole contributo nella repressione del gruppo di combattimento dell’esercito ucraino che aveva lanciato un’incursione. Soldati e ufficiali dell’Esercito Popolare Coreano hanno raggiunto obiettivi di combattimento fianco a fianco con i militari russi e, nel respingere l’incursione ucraina, hanno dimostrato elevata professionalità e resistenza, coraggio ed eroismo in combattimento.”23
Si tratta del primo riconoscimento ufficiale dell’impiego delle truppe di Pyongyang nelle operazioni per liberare i territori russi dalle forze ucraine, ma non (finora) in quelle in atto in territorio ucraino, in riferimento al rispetto del Trattato di Partenariato Strategico Globale, firmato il 20 giugno 2024 tra Mosca e Pyongyang che prevede il reciproco aiuto militare per la difesa del territorio nazionale in caso di invasione.
Sulla scorta dell’ammissione ufficiale da parte di Mosca relativa all’aiuto ricevuto da Pyongyang, anche la Corea del Nord si è affrettata ad encomiare l’operato dei suoi soldati a livello globale, attraverso un comunicato della commissione militare centrale del Partito dei Lavoratori di Corea:
“La commissione militare centrale del Partito del Lavoro di Corea ha chiarito quanto segue nella sua dichiarazione scritta inviata al Rodong Sinmun e all’Agenzia di Stampa Centrale Coreana il 27 aprile:
Le operazioni di liberazione della regione di Kursk per respingere l’audace invasione della Federazione Russa da parte delle autorità ucraine si sono concluse vittoriosamente.
Le sottounità delle nostre forze armate, che hanno partecipato alle operazioni di liberazione della zona di Kursk, su ordine del capo di Stato della Repubblica Popolare Democratica di Corea, hanno pienamente dimostrato il loro elevato spirito combattivo e la loro tempra militare, dando un contributo significativo all’annientamento delle forze neonaziste ucraine e alla liberazione del territorio della Federazione Russa, dimostrando eroismo di massa, ineguagliabile coraggio e spirito di sacrificio.
È motivo di orgoglio per il nostro Stato e di grande dignità per il nostro popolo avere soldati così eccellenti.
La conclusione vittoriosa delle operazioni di liberazione della zona di Kursk rappresenta una vittoria della giustizia sull’ingiustizia e, allo stesso tempo, un nuovo capitolo della storia, che ha dimostrato il massimo livello strategico della solida amicizia militante tra la RPDC e la Russia, nonché l’alleanza e le relazioni fraterne tra i popoli dei due Paesi.”24
L’intera dichiarazione riflette i toni enfatici e celebrativi sia del coraggio delle truppe di Kim, sia dell’alleanza con il Cremlino; trattandosi di un proclama ufficiale, la scelta dei toni appare molto più sensata rispetto al dialogo costruito tra il presidente e il capo di stato maggiore della difesa russi.
Qualche considerazione conclusiva
Certamente le truppe di Pyongyang impiegate contro gli ucraini hanno acquisito un’esperienza diretta maturata sul campo di battaglia moderno che consente loro di mitigare decenni di arretratezza sul piano tattico. Allo stesso tempo, l'uso di armi e attrezzature di produzione nazionale in un conflitto ad alta intensità consente alla Corea del Nord di valutarne l'efficacia. Questi aspetti innovativi possono rendere il paese protagonista di un nuovo e più importante ruolo nello scenario geostrategico asiatico – ed è logico che questo aspetto non sia gradito a Seul – forte anche del sostegno di una Russia resa debitrice. Il debito contratto da Mosca nei confronti di un siffatto, discutibile alleato, come del resto vale per la scelta di legarsi all’Iran e ad altri Stati più o meno appartenenti al BRICS, può essere interpretato come la necessità di attingere risorse non più nelle proprie disponibilità per la prosecuzione dello sforzo bellico. Il che non significa “essere alla frutta”, ma qualche problemino la Russia potrebbe averlo. Soprattutto in termini di risorse umane da sacrificare. Per onestà intellettuale, va detto che l’Ucraina lo ha di sicuro.
Voglio chiudere sottolineando come nel dialogo preso in esame il tributo nordcoreano sia stato fortemente ridimensionato a favore dell’enfatizzazione del ruolo svolto dalle forze russe prodigatesi nella liberazione del proprio territorio occupato dagli ucraini, con la reiterata elencazione delle unità impiegate e le lodi sperticate di quanto avrebbero fatto nello svolgimento delle operazioni. Certo è imbarazzante dover riconoscere un valore eccessivo a forze straniere chiamate a difendere la propria patria.
Mi chiedo, infine, cosa pensi realmente in cuor suo il collega Valeij Vasilievich, al di là di quanto deve esprimere di fronte a chi da oltre tre anni si pone tanti interrogativi di fronte al ginepraio in cui si è infilata una Russia da tempo sempre “prossima alla vittoria” che, ineluttabilmente, arriverà, ma quando? E a che prezzo?
1 N. Cristadoro, Attacco a Kursk. Oleksandr Syrs'kyj come Scipione l’Africano?, Difesa Online, 14/08/2024. https://www.difesaonline.it/mondo-militare/attacco-kursk-oleksandr-syrsk....
2 N. Cristadoro, La dottrina Gerasimov. La filosofia della guerra non-convenzionale nella strategia russa contemporanea, Il Maglio, 2022 (1^ edizione Libellula, 2018)
3 Meeting with Chief of the General Staff of the Russian Armed Forces Valery Gerasimov, President of Russia, 26/04/2025. http://en.kremlin.ru/events/president/news/76800.
4 L’appellativo tovarich (“compagno”), sebbene desueto, è ancora utilizzato come appellativo tra le persone di una certa età, il cui retaggio culturale risale al periodo sovietico.
5 D. Bellamy, Russia: attacco a sorpresa alle truppe ucraine a Kursk attraverso un gasdotto, Euronews, 10/03/2025. https://it.euronews.com/2025/03/10/russia-attacco-a-sorpresa-alle-truppe....
6 Встреча с начальником Генштаба ВС РФ Валерием Герасимовым (Incontro con il capo di stato maggiore delle Forze Armate russe Valery Gerasimov), 28/04/2025. https://www.youtube.com/watch?v=UyITX-3z9V4.
7 Ivi.
8 Ivi.
9 Ivi.
10 A. Sokolin, North Korean soldiers adjust tactics after reentering combat in Kursk, NK News, 21/02/2025. https://www.nknews.org/2025/02/north-korean-soldiers-adjust-tactics-afte....
11 “WSJ”: North Korean Soldiers in Ukraine Learned Modern Combat Tactics from Russians, 09/04/2025, Nova News, https://www.agenzianova.com/en/news/wsj-i-soldati-nordcoreani-in-ucraina....
12 D. Shulzhenko, ‘He wanted to live’ — How Ukraine captured a North Korean POW, told by the soldiers who took part, Kyiv Independent, 16/01/2025. https://kyivindependent.com/they-are-better-prepared-than-russians-ukrai....
13 N. Paton Walsh, R. Wright, D. Tarasova-Markina, V. Butenko, B. Laine, Suicidal tendencies and ’80s battlefield tactics: How North Korean soldiers are operating in Russia’s war on Ukraine, CNN, 30/01/2025. https://edition.cnn.com/2025/01/28/europe/north-korean-soldiers-fighting....
14 Celebre la pellicola L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente.
15 D. Shulzhenko, ibidem.
16 A. Bate – W. Stewart, KIM'S KILLERS North Korean soldiers are ‘executing their own wounded comrades to stop them being captured by Ukraine’, The Sun, 29/12/2024. https://www.thesun.co.uk/news/32517326/north-korean-soldiers-executing-w....
17 D. Shulzhenko, ibidem.
18 N. Paton Walsh, R. Wright, D. Tarasova-Markina, V. Butenko, B. Laine, ibidem.
20 Ukraine official: North Korean troops in Kursk fully master modern tactics, NHK World, 15/04/2025. https://www3.nhk.or.jp/nhkworld/en/news/20250415_22/.
21 Ivi.
22 “WSJ”: North Korean Soldiers in Ukraine Learned Modern Combat Tactics from Russians, ibidem.
23 Встреча с начальником Генштаба ВС РФ Валерием Герасимовым, ibidem.
24 WPK Central Military Commission Highly Praises Combat Sub-units of Armed Forces of DPRK for Performing Heroic Feats in Operations to Liberate Kursk Area of Russian Federation, KCNA Watch, 28/04/2025. https://kcnawatch.org/newstream/1745834587-83933876/wpk-central-military....
Foto: Cremlino