Tripoli batte cassa: protezionismo all’ingrosso, economia all’incasso

(di Gino Lanzara)
23/04/25

Il governo di unità nazionale libico guidato dall'insostituibile Dbeibah, sull'onda daziaria transatlantica, ha ritenuto opportuno colpire in via doganale le importazioni dall'estero. Un provvedimento che, inevitabilmente, colpisce anche e soprattutto l'Italia, principale partner commerciale.

La proposta del ministero del commercio, comunque oggetto di valutazione collegiale, prevede tassazioni variabili, oscillanti tra il 10 e il 25% in funzione della provenienza. L'Italia è al 20%.

Il provvedimento, motivato dalla necessità di una generica protezione della produzione industriale locale, nelle intenzioni vorrebbe ridurre la dipendenza dalle importazioni, affermazione quanto mai aleatoria e dal forte sentore esogeno che assume una connotazione ancora più paradossale in un Paese incapace di giungere a consultazioni elettorali ma tuttavia in grado di produrre un sostegno populista, sia pur controverso, al figlio del deposto rais. Il provvedimento tuttavia non gode ancora del pregio dell'esecutività, conferita solo dall'approvazione collegiale del governo, cosa che fa pensare ad un tempo concesso per valutare e procedere a concessioni altrimenti non pensabili.

Il governo Dbeibah ha voluto inserire il provvedimento inserendolo in un più ampio quadro di instabilità che coinvolge anche i Paesi confinari, nell'intento di ridare quota, laddove ne abbia mai goduto, alla bilancia commerciale.

La misura proposta si inserisce in una congiuntura temporale in cui l’Italia si è affermata quale primo partner commerciale. Nel 2024 le esportazioni verso la Libia si sono accresciute del 34% con il settore energetico in vetta, seguito da diversi importanti segmenti. I dazi verrebbero non a caso applicati su una vasta gamma di prodotti. Tra i Paesi colpiti Germania, Francia, Grecia, Spagna, Turchia, Cina, USA.

La ratio della proposta trova fondamento fa riferimento sia al codice doganale ed alla normativa fiscale, sia al mancato accesso libico agli accordi di libero scambio multilaterali. Tra gli obiettivi della misura daziaria, si riscontra la riduzione della pressione valutaria, l’aumento della competitività industriale, il contenimento della fuga di capitali.

L'applicazione della tassa di consumo, nelle presunte intenzioni, rappresenta un meccanismo di protezione temporanea, valida 14 mesi e prorogabile.

Foto: archivio presidenza del consiglio dei ministri