Sembrerebbe che il Cremlino si sia deciso a sostituire il fucile d’assalto AK-74M come arma standard per le sue forze armate.

Gli analisti occidentali ebbero modo di vederlo nel 1977, sulla Piazza Rossa, nel corso della parata militare per le celebrazioni della vittoria nella Grande Guerra Patriottica, notando immediatamente il differente freno di bocca rispetto alla precedente serie Kalashnikov (AK-47 e AKM).

Infatti la nuova arma sparava un differente tipo di munizione rispetto all’M43 standard in calibro 7,62×39 mm, ovvero un colpo in calibro 5,45×39 mm. Più leggero rispetto al precedente e quindi con il vantaggio di rendere meno instabile il fucile nel tiro a raffica. Il piccolo proiettile ha un cuore in acciaio e rivestimento in rame, con intercamera in piombo e punta vuota, in questo modo risulta instabile all’impatto e quindi provoca maggiori danni sul bersaglio.

La scelta, per sostituire l’AK-74M, è caduta su due nuove armi: l’AK-12 in calibro 5,45×39 mm e l’AK-15 in calibro 7,62×39 mm.

Gli scenari di guerra odierni presentano molteplici aspetti, quindi i soldati devono poter contare su differenti calibri in modo tale da poter affrontare nel migliore dei modi le minacce. Quindi anche il Cremlino ha deciso di seguire la tendenza occidentale che vede la presenza nella squadra di fanteria di armi in due calibri diversi, nel caso delle forze NATO il 5,56×45 mm e il 7,62×51 mm, da scegliere sulla base dei differenti scenari operativi.

Tuttavia, appare opportuno esprimere alcune considerazioni circa il munizionamento impiegato dalle due armi russe.

Infatti, mentre il 7,62×51 mm NATO si presta all’impiego, per la sua potenza, non solo da parte dei fucili da battaglia (Beretta ARX-200, SCAR MK-17, H&K 417) ma anche alle armi per tiratori scelti (SAKO TRG-22, H&K G-28), la munizione M43 in calibro 7,62×39 mm risulta offrire prestazioni balistiche assai inferiori (pur potendo essere reperito in grandi quantità in qualunque parte del mondo). Di contro questo munizionamento permette un migliore controllo dell’arma nel tiro automatico nell’impiego dal fianco.

Dal punto di vista delle prestazioni balistiche, anche il calibro 5,45×39 mm è inferiore al 5,56×45 mm NATO, tanto che anche qualche Paese dell’ex blocco sovietico sta pensando di adottare la munizione occidentale.

L’AK-74 ha avuto una buona diffusione, ma inferiore rispetto ai suoi predecessori in calibro 7,62×39 mm, AK-47 e AKM.

La Federazione Russa non ha voluto investire denaro per l’introduzione in servizio di un nuovo calibro, come preventivato in alcuni programmi. La controllabilità di un’arma in calibro 5,45×39 mm è accettabile ma il proiettile ha una gittata utile inferiore rispetto ai suoi concorrenti occidentali.

Per quanta riguarda le nuove armi, hanno una architettura che riprende quella dei loro predecessori (il calcio a stampella è telescopico); l’otturatore è quello classico rotante con sistema di funzionamento a recupero di gas; i materiali utilizzati sono in tecnopolimeri per alleggerire il peso e ridurre i costi (proprio per contenere i costi vengono impiegati gli stessi caricatori dell’AK-74M). Può essere applicato, sotto il copricanna, un lanciagranate da 40 mm GP-25.

Rispetto ai loro predecessori, i nuovi fucili avranno il vantaggio avere slitte per l’applicazione di accessori (grosso limite della serie Kalashnikov), come sistemi di mira e indicatori di bersaglio laser.

(foto: MoD Fed. russa / Concern Kalashnikov)

Autore