09/04/2015 - Mi viene in mente ogni volta che passo il sapone di Marsiglia sulle mutande, prima di metterle in lavatrice: il sapone di Marsiglia deriva dal sapone di Aleppo.

Ad Aleppo, in Siria, lo fanno da più di 2000 anni, mescolando olio d’oliva ed essenza di alloro. È il sapone duro per antonomasia, famoso nel mondo.

Olive e alloro crescono in Siria da quando l'uomo ha scoperto le olive e l'alloro. Soprattutto verso il Mediterraneo, fino ad Alessandretta, oggi Iskenderun, regalata dai Francesi alla Turchia. Crescono ancora oggi, insieme a oleandri e bouganville, con l’aria dolce dell’ovest che profuma di mare. Mare, profumo di mare. Lo diceva anche Little Tony.

La Storia qui è di casa. Aleppo, per gli amici Halab, è forse la città abitata più antica del mondo: ha 5000 anni; leggermente più vecchia di Los Angeles.

Da quattro anni ad Aleppo il sapone non si fa più perché c’è la guerra. Dal 2011 niente Siria.

La Cittadella, il suq, la grande moschea, il quartiere cristiano… Aleppo era bella. Era la città degli hammam. Il Yalbougha al-Nasri, sotto la Cittadella, lo conoscevano tutti. Con 3 € in sterline siriane davano pure l’asciugamano. Da agosto 2014 è mezzo distrutto. Così come il suq e il resto.

Aleppo era l’alter ego di Damasco. Era la capitale del nord, con le montagne vicine e il suo bel clima di m....: bollente d’estate, freddo umido d’inverno. Aleppo era la Milano della Siria. Unica cosa, non si faceva l'aperitivo.

Ora ad Aleppo sembra passato il terremoto. Non c’è niente d’intero. Né vetri, né luci e negli scheletri di edifici l’eco di voci arabe contende il vuoto alle lamiere. Dove passa la guerra rimane la puzza. D’immondizia, di gas, di fogne, quindi anche di cacca. La puzza non si fa scrivere. Soprattutto quella di morte. Ci sono auto bruciate accatastate e macerie ovunque. Cumuli con bambini che ci corrono sopra. La tv racconta quello che vuole o che serve ma non sente gli odori.

I ribelli del Free Syrian Army e quelli di Al-Nusra oggi ripiegano. A fine 2014, l’esercito e le milizie Shabiha con l’aiuto di Iran, Hezbollah e dei Curdi dell’YPG, hanno vinto ovunque, riprendendo anche mezza Aleppo. Ora il confronto vero è con l’ISIS.

“Minchia…” direbbe un analista autorevole.

Il problema sarebbe di quelli tosti, ma le bombe americane, spesso cambiano le cose. Quelle che due anni fa erano pensate per Assad, ora sono dirette all’ISIS, almeno in teoria.

Ironia della vita: Siria, Hezbollah e Iran combattono contro lo stesso nemico di Israele e USA, il loro fumo negli occhi. Anche se Israele bombarda Hezbollah, proprio in Siria. Il Medioriente è fico anche per questo. "Se va bono o va a schifìo solamente lo sa Iddio", recita un antico proverbo arabo. Vedremo.

Assad o non Assad, Alauiti o Sunniti, ISIS o Al Nusra, bomba o non bomba come diceva Venditti… quel che conta è che la Siria e i Siriani oggi sono in ginocchio. Aleppo è una città fantasma. Della vecchia Milano del Medioriente, rimangono solo macerie. Ci fosse stato l'aperitivo almeno...

Aleppo, va ricordato, è patrimonio dell’Unesco. Oggi non ne rimane che la cenere. La cenere forse servirà a ricominciare, magari proprio dal sapone. Quel sapone che dovrà lavare orrori, lutti e chissà che altro.

Un giorno, magari si ricomincerà a produrlo con olio d’oliva e alloro, continuando la tradizione.

Ho finito le mutande su cui ho passato il sapone di Marsiglia. Le metto in lavatrice e penso ad Aleppo, ai suoi vicoli, al suq, a chi ci muore dentro e a tutte le cazzate che i giornalisti ci raccontano intorno.

Giampiero Venturi