26/06/2015 - Con l'arrivo della bella stagione sembra che i decision makers perdano il contatto con la realtà, sarà il caldo, sarà la voglia di spiagge assolate, ma le decisioni prese nelle ultime settimane hanno del paradossale.

Tuffandoci metaforicamente nel merito delle amare premesse troviamo l'Italia sempre più al palo sulla crisi libica, incapace di prendere una posizione o di imporsi nell'ambito delle organizzazioni internazionali, tanto che dopo il niet americano per un intervento congiunto in cirenaica Obama, al fine di non cascare nel trappolone teso da Mr Renzi, all'Expo ci ha mandato la moglie, intanto un non meglio identificato governo libico nega la possibilità di azioni militari straniere, spara sui migranti dopo averli imbarcati, tratta con lo stato islamico e sequestra i pescherecci delle marinerie siciliane.

In questo marasma politico militare e nel più rigoroso approccio olistico si decide di scendere in campo anche in guerre economiche fallimentari come le sanzioni economiche alla Russia e gli atteggiamenti rigoristi nei confronti dei 350.000.000.000 di debito della Grecia.

Critichiamo le politiche per l'immigrazione dei partners europei, ma almeno loro delle linee guida le hanno e discutiamo se mettere i militari con il "fucilone" nei treni per gestire quattro sud-americani scalmanati che fossero stati in Brasile a quest'ora avrebbero già assaggiato il sapore del piombo di stato.

Il sistema di difesa e sicurezza, nonché la politica internazionale sembrano essersi inceppati a causa di un miscuglio tossico fatto con ingredienti quali politically correct, buonismo all'olio d'oliva ed interessi indicibili di pochi affinché tutto resti instabile, intanto, per non dimenticarcene, due militari italiani restano incagliati nelle maglie di una giustizia straniera senza che nessuno dica o faccia più nulla.

L'indignazione è stata sorpassata dall'impotenza prima e da una attuale indifferenza figlia di un nichilismo strisciante che progressivamente sta infettando l'intero sistema di difesa e sicurezza nazionale.

Andrea Pastore

(foto: presidenza del consiglio)