29/06/2014 - Dall'ormai lontano 2010 il mondo militare è imprigionato all'interno di un delirio semantico fatto di comparti, difese e sicurezze, s.p.a. specificità, contrattazione, sindacati gialli e quanto altro offra il vocabolario di una pubblica amministrazione frustrata e confusa.

In queste poche righe si offrirà un punto di vista forse obsoleto, ma certamente dinamico e reale su cosa è il mondo in uniforme senza filtri o parole in libera uscita.

Assegnare ai militari una  specificità ex lege risulta quanto mai dissonante poiché i militari sono, come la legge, espressione dello Stato, il personale in uniforme non è organico al sistema, esso è il sistema, per chiarire questo primo concetto si scomoderà “niente popò di meno che” Menenio Agrippa.

L’antico senatore, privo delle discusse immunità odierne, per far calmare gli animi di Patrizi e Plebei fece il famoso discorso delle membra da cui si vuole mutuare il concetto per cui se lo Stato è un corpus unico, i militari sono parte di questo al pari degli organi necessari alla sopravvivenza, in sostanza se resta vero che si è superato il concetto gentiliano per cui tutto è nello Stato, altrettanto non può dirsi per le Forze Armate essendo esse manifestazione plastica dello Stato all'interno ed all'esterno dei confini nazionali. 

Assunto tutto ciò come vero ecco che i termini utilizzati per aprire questo articolo sono a distanti galassie intere dalla condizione militare, come mischiare i gas intestinali ed il pensiero aulico da cui nasce la metafisica, sì proprio così, le Forze Armate per quanto se ne possa parlare male sono parte dello spirito di una nazione, come detto la rappresentano, ne costituiscono il fuoco vitale, hanno mantenuto nel loro seno il più grande serbatoio di ricerca e scoperte, dalla termodinamica ad internet, per passare attraverso la chimica e la medicina. 

A ben guardare allora non resta che domandarsi perché questa esigenza di specificità dove, tornando alla metafora del corpo umano, potremmo dire senza ombra di smentite che lo stomaco non abbia necessità di particolari dimostrazioni per affermare la propria utilità, ne' debba difendersi dagli anticorpi per proseguire la propria meritoria opera, a meno che non sussista una malattia auto-immune ed eccoci al nodo di questo ragionamento, alla chiave di volta che se mal posta fa crollare l’edificio. 

L’Italia di questi ultimi 4 anni è un organismo votato al suicidio, con una serie di anticorpi impazziti che invece di difendere il bene comune dagli agenti esterni mira ad una lotta fratricida fino alla totale dissoluzione, ecco allora che uno dei più importanti elementi dell’organismo, le Forze Armate vengono attaccate e delegittimare senza un minimo di ritegno, tale atteggiamento determina un calo della linfa vitale di questa nazione, il fuoco si affievolisce ed allora non c’è più politica estera, sicurezza interna e politica industriale, insomma vengono meno le energie migliori, si perde in competitività e fiducia, si abbandonano due sottufficiali di marina in un paese straniero, si sopperisce i modo acritico alle carenze internazionali per la gestione dei flussi migratori, si rinuncia ad un sistema di difesa adeguato per un sistema basta che sia, si taglia il reclutamento a favore dell’invecchiamento, ci si avviluppa nella burocrazia dei portavoce e portaborse senza ricordarsi dei porta-fardelli, cioè tutti quegli uomini e donne che non necessitano di essere rappresentati con un sindacato perché la determinazione di se l’hanno impressa nelle parole del giuramento, tutti quegli uomini e donne che non hanno bisogno di essere specifici in quanto sono già speciali, tutti quegli uomini e donne messi al servizio di questa Nazione per tutelarne il bene supremo che è quello della  vita.

Non è difficile capire questi concetti, basta superare la cupidigia e l’arrivismo, l’ignoranza e la cecità, basta essere fedeli, basta osservare la Costituzione e le leggi, basta avere disciplina ed onore, insomma basta essere un po’ militari per capire come i militari siano la linfa vitale della Patria.

Andrea Pastore