22/08/2014 - Mi risulta che non appena è stato pubblicato il mio pensiero nell'editoriale "“Iniziativa risolutiva o pericolosa operazione di facciata? “", lo stesso è stato oggetto di attenta lettura e di precisazioni puntuali.

Nel rispetto di chi ha scelto di leggere il nostro giornale online e nel rispetto della libertà di ciascuno di poter esprimere la propria posizione come voce di dissenso o di approvazione, mi accingo  a fornire alcune precisazioni che spero siano sufficienti a colmare qualsiasi lacuna espressiva da parte mia.

Inizio riportando testualmente la conclusione del mio scritto che aveva lo scopo di motivarne il contenuto del testo: “Ci auguriamo come professionisti del settore e come uomini rispettosi della vita che qualcuno abbia attentamente valutato questi aspetti ed i possibili rischi che ne potrebbero conseguire”.  

L'’auspicio di chi esprime dubbi con l'’intento di avere chiarimenti o perplessità - che confermo in questa mia precisazione - in quanto chi dovrebbe chiarire fornisce informazioni incomplete proprio su aspetti che oserei definire sostanziali per una problematica del genere.

Gli AK-47 sono conservati da 18 anni in depositi ad elevata tecnologia ed in grado di assicurare lunghi tempi di conservazione se il materiale viene trattato nel rispetto di precisi protocolli. Le MG 42/59 dismesse dalle nostre FFAA provengono da una vita operativa durante la quale sono state oggetto di attenta e continuata manutenzione secondo le prescrizioni in vigore nelle FFAA e, con ogni probabilità prima di essere state accantonate, hanno subito i trattamenti di “lunga conservazione”.

Kalashnikov provengono sembra dall’Ucraina, e sono ammassati nei container conservati nel deposito dopo un sequestro in alto mare. Non si sa in che condizioni di manutenzione fossero all'atto del rinvenimento e, quasi certamente, nel momento dell'immagazzinamento non sono stati oggetto di trattamenti conservativi non essendo materiale il dotazione o di previsto futuro impiego da parte delle nostre FFAA. Pur “robusti e rustici”, quindi, difficilmente in queste condizioni mantengono inalterate le loro caratteristiche iniziali.

Infine non si sa nemmeno se il munizionamento 7,62 x 39 mm nell'arco di questi 18 anni sia stato mai sottoposto a verifica chimico-fisica per accertarne l'’efficienza e la stabilità. Se così fosse,  fornirlo come “munizione pronta all'uso” potrebbe rappresentare un rischio anche considerando che poco si conosce su come sia stato realizzato, con quali materiali e con quali controlli di qualità.

Disquisire poi sulla possibilità che il munizionamento della MG (7,62 x 51 mm) possa o meno essere inserito in serbatoi dell'’AK-47 credo che rappresenti un esercizio di pura dialettica per cui non entro nel merito. Le mie affermazioni, invece, volevano solo sottolineare che fornire materiali asserviti ad una logistica completamente differente potrebbe essere pericoloso.

Spero di aver chiarito lo spirito del mio pensiero ed i motivi che mi hanno spinto a scrivere il pezzo. Forse le mie parole non hanno reso i concetti in modo compiuto o forse sono stato semplicemente travisato. Preciso, quindi, che la mia non era una perizia tecnica da depositare in Tribunale, ma solo l’espressione di perplessità in un momento storico in cui anche su argomenti rilevanti si preferisce parlare senza approfondire.

Tralascio, quindi, le altre “grossolane” imprecisioni che mi si addebitano, esprimendo solo una personale convinzione: andiamo ai fatti e tralasciamo la regola “del farmacista” di fronte ad argomenti quali quello in essere, altrimenti si agevola proprio il compito di chi decide di “parlare senza dire”.

 Fernando Termentini