Il ministro della Difesa al consiglio della magistratura militare
Il ministro della difesa Guido Crosetto, ha preso parte l’altro ieri alla periodica riunione del consiglio della magistratura militare. Il ministro, nel suo intervento, ha riferito che “la specificità della Difesa e i tempi verso cui andiamo rendono fondamentale avere una magistratura che viva all’interno della Difesa e conosca il meglio possibile i problemi, i procedimenti e i rischi. È necessario quindi garantire una formazione specifica.
“Sono convinto che i tempi che ci attendono saranno molto più complessi e difficili rispetto al passato. È essenziale che chi presta servizio militare abbia la certezza di essere giudicato da qualcuno che riconosca la specificità del servizio militare. Questa consapevolezza deve far parte integrante di chi giudica” . Ha, inoltre, posto l’accento sulla necessità di lavorare per sostenere e modernizzare la giustizia militare al fine di raggiungere equilibrio, tutela e trasparenza.
Cos’è il consiglio della magistratura militare?
È l’organo di autogoverno della magistratura militare istituito con la Legge n. 561 del 1988 ed è competente a deliberare su ogni provvedimento di stato riguardante i magistrati militari in materia di assunzioni, assegnazioni, trasferimenti, promozioni, procedimenti disciplinari e su ogni altro aspetto inerente lo stato giuridico dei magistrati militari, nonché sul conferimento di incarichi extragiudiziali; esprime pareri e può far proposte al ministro della Difesa sulle modificazioni delle circoscrizioni giudiziarie militari e su tutte le materie riguardanti l’organizzazione o il funzionamento dei servizi relativi alla Giustizia militare.
Il consiglio è costituito dal primo presidente della Corte di Cassazione, che presiede lo presiede; il procuratore generale militare presso la Corte di Cassazione; quattro membri eletti dai magistrati militari, di cui almeno uno è un magistrato militare di Cassazione. Un’ultima figura è rappresentata da un membro esterno alla magistratura militare, scelto d’intesa tra i presidenti delle due camere, tra professori ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati con almeno quindici anni di esperienza professionale, che assume le funzioni di vice presidente.
al