Nello stesso periodo, circa 4.000 uomini e donne hanno garantito la sicurezza sul territorio nazionale nelle principali località italiane, da Chiomonte a Lampedusa, con l’operazione “Strade Sicure” o in concorso alle forze di polizia nella vigilanza di obiettivi sensibili, dei centri per immigrati e in attività di pattugliamento delle aree metropolitane. Nell'anno appena passato, l’operazione “Strade Sicure” ha conseguito importanti risultati tra cui 855 arresti, 614 fermi e 1.091 denunce. Dall’inizio dell’operazione (agosto 2008), sono stati effettuati 14 mila arresti, controllati quasi 2 milioni di persone e 1 milione tra auto e motoveicoli, sequestrati 8000 veicoli, 600 armi e 2.100 chili di droga.
In particolare, va menzionato l’impegno sull’isola di Lampedusa, dove l’Esercito, alle 70 unità già presenti dal 2008, ha affiancato alcuni militari che per origine e per conoscenza delle lingue arabe ed africane svolgono le funzioni di mediatori culturali con i migranti accolti nell'isola.Anche nel 2013 non sono mancati gli interventi delle unità dell'Esercito nei casi di pubblica calamità e pubblica utilità. Grazie all’addestramento e alla capacità “dual-use” della FA, l’Esercito è intervenuto, a sostegno della popolazione in Sardegna sin dalle prime ore dell’emergenza maltempo che ha colpito in modo particolare la città di Olbia, nella notte tra il 18 e il 19 novembre scorso. Nella città sarda sono stati impiegati 76 uomini e 37 mezzi speciali del genio che hanno percorso 11.584 chilometri, movimentato oltre 4300 metri cubi dirifiuti ingombranti e detriti, distribuiti “porta a porta” 5.822 quintali di aiuti umanitari.Nel corso dell'anno, inoltre, l’Esercito ha continuato la sua opera di pubblica utilità e di tutela ambientale garantendo la bonifica dei residuati bellici con ben 2141 interventi specialistici e la rimozione di 8497 ordigni di vario tipo. Completano il quadro delle attività della FA anche i 2631 interventi a tutela della vita umana compiuti dai soccorritori sulle piste sia sull’arco alpino sia sull’Appennino centrale o l’azione dei medici veterinari e del personale infermieristico dell’Esercito impiegati in alcuni allevamenti dell’Emilia Romagna, in supporto ai servizi veterinari locali, per contenere i rischi di diffusione del virus dell’aviaria.
Fonte: EI