Come ogni anno dal 1776, questa mattina, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e Martiri in Roma è stata celebrata la messa in suffragio di don Alberto Genovese, duca di San Pietro nell'anniversario della sua morte.
Una solenne cerimonia che non è stata mai interrotta neanche durante le guerre o pandemie.
Con la cerimonia odierna i Granatieri ricordano il proprio benefattore, don Alberto Genovese, duca di San Pietro, patrizio sardo, figlio di don Bernardino Antonio Genovese che, il 10 luglio 1744, costituì in Cagliari, a sue spese, il reggimento di Sardegna con il fine di garantire la sicurezza dei coloni appena approdati sull'isola.
A seguito di una donazione al reggimento, dispose la celebrazione perpetua dell’anniversario della sua morte.
La tradizione è tramandata dai Granatieri di Sardegna discendenti in linea diretta dell'antico reggimento di Sardegna.
Questa mattina hanno sfilato il 1° reggimento, il 2° reggimento e il 3° reparto comando e supporti tattici "Guardie".
La funzione religiosa è stata celebrata da sua eccellenza reverendissima mons. Renato Boccardo, arcivescovo dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia e concelebrata dal cappellano militare della brigata, padre Pier Luca Bancale.
Alla cerimonia hanno preso parte, oltre a personalità politiche e autorità militari, il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale di corpo d'armata Carmine Masiello, il comandante delle Forze Operative Sud, generale di corpo d'armata Angelo Michele Ristuccia, gli ex comandanti della brigata "Granatieri di Sardegna" nonché l'attuale, generale di brigata Giuseppe Diotallevi, i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma e cittadini romani. Significativa la presenza dei discendenti in linea diretta di don Alberto Genovese, a dimostrazione di un attaccamento a una tradizione ultracentenaria che li ha sempre visti partecipi e vicini ai "Giganti con gli Alamari".
I "Granatieri", oltre ad aver partecipato alle principali missioni internazionali in cui l'Esercito Italiano è impegnato, concorrono a garantire, insieme ad altri reparti dell'Esercito, una vigile e costante presenza sul territorio della Capitale, nel Lazio e nella vicina Regione Abruzzo nell'ambito dell'operazione "Strade Sicure". Alle molteplici attività operative/addestrative, si aggiungono i più importanti servizi presidiari della Capitale e di alta rappresentanza presso le Istituzioni nazionali.