Commemorato il 78° anniversario della Battaglia di Nikolajewka

(di Stato Maggiore Esercito)
26/01/21

Presso la Caserma Lugramani di Brunico, sede del 6° reggimento alpini, alla presenza del vice comandante della truppe alpine e comandante della divisione Tridentina, generale Michele Risi, oltre che delle autorità civili e militari della città di Brunico, è stata ricordata oggi, nel pieno rispetto delle norme in materia di contenimento alla diffusione del CoVid-19, la battaglia di Nikolajewka.

78 anni fa gli alpini della divisione Tridentina scrivevano una delle più epiche pagine di storia dell'Esercito Italiano: il ripiegamento dal Fronte Russo durante la 2a Guerra Mondiale. Furono migliaia gli eroici soldati italiani che diedero la vita per uscire, dopo giorni di duri combattimenti, dalla sacca in cui i soldati dell'asse erano chiusi. Furono proprio gli alpini del 6° reggimento a compiere l'ultimo risolutivo sforzo che consentiva alle truppe residue di rientrare in Patria.

Momento saliente della breve ma sentita cerimonia è stata la deposizione di una corona d'alloro al monumento ai caduti a testimonianza delle profonde radici storiche e dei valori che oggi come ieri accompagnano gli alpini in armi; radici storiche testimoniate dalla lettura della motivazione della Medaglia d'oro al Valor Militare concessa in quell'occasione alla Bandiera di Guerra del reggimento con la seguente motivazione:

In sette mesi di durissima campagna sui fronte russo si dimostrava granitica e potente unità di guerra, saldissimo fascio di indomite energie, di ferrea volontà e di leggendario ardimento. Durante la difficilissima manovra di ripiegamento dal fronte del Don sempre vittoriosamente tenuto, i suoi battaglioni "Vestone", "Verona", "Val Chiese", malgrado le eccezionali avverse condizioni di clima e di elementi, la mancanza assoluta di ogni rifornimento, davano continue fulgidissime prove delle loro fiere qualità guerriere.

Operando con rara abilità in territorio insidiosissimo, pur spossati dalle più aspre fatiche e privazioni, superando ogni umana possibilità di resistenza fisica e morale, a Posto jalyj, e Scheljakino, a Maiakeiewa, a Arnautowo, a Nikolajewka ed in altri numerosi durissimi combattimenti stroncavano sempre nuove e soverchianti forze nemiche appoggiate da potenti mezzi corazzati, e con furore leonino rompevano il cerchio di ferro e di fuoco in cui l'avversario, rabbiosamente deciso ad annientarli, si illudeva di averli ormai chiusi.

Col loro intrepido valore e con la loro travolgente irruenza, in nobile gara di abnegazione, di arditezza e di irresistibile slancio coi battaglioni del reggimento gemello, travolgevano le agguerrite e impetuose truppe nemiche, ne contenevano e ne arginavano la irruente avanzata, creando la indispensabile premessa alla ripresa ed aprivano la via della salvezza a numerose unità italiane ed alleate.

Primi nell'offerta, nella sofferenza e nel sacrificio, i tre ferrei battaglioni, sempre fedeli alla loro antica tradizione, hanno superato con più che leggendario valore il loro eroico vittorioso passato di guerra.