Vittorio Emilio Cuniberti e l’HMS Dreadnought

(di Mario Veronesi)
31/05/23

Vittorio Emilio Cuniberti (1854-1913), ufficiale ingegnere navale, sviluppò il concetto della moderna nave corazzata con spessa armatura, batteria omogenea di cannoni di grosso calibro e alta velocità. I suoi studi furono espressi nella rivoluzionaria corazzata britannica HMS Dreadnought varata nel 1906 (foto apertura).

Tra i numerosi incarichi e riconoscimenti internazionali ricordiamo:

- nel 1893, inviato per diversi mesi in Germania come consulente per l'applicazione su alcune navi della marina germanica delle modifiche necessarie all'impiego del combustibile liquido nelle caldaie (l'invito fu fatto personalmente dall'imperatore, dopo la pubblicazione, sulla Rivista Marittima del 1893, di articoli sulla combustione a nafta)

- nel 1908, vincitore del concorso internazionale bandito nel 1906 dalla Marina imperiale russa per la ricostruzione della flotta (il suo progetto fu il primo classificato tra i settantadue pervenuti da ogni parte del mondo). Le quattro corazzate classe Gangut di 23.000 tonnellate progettate dal Cuniberti (foto seguente), costituirono il cardine della flotta russa fino alla seconda guerra mondiale.

Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, dopo l’abbandono delle artiglierie in murata e la loro istallazione in torri corazzate brandeggiabili, si diffonde l’uso d’imbarcare sulle navi da battaglia, come armamento principale, pezzi di diverso calibro, complicando il problema della direzione di tiro e rendendo necessari diversi depositi di munizioni.

I progetti di navi da battaglia dell'epoca, prevedevano generalmente quattro cannoni principali in torri gemelle, a poppa e a prua, con diversi cannoni di calibro inferiore, allineati lungo i fianchi della nave, una similitudine proveniente dalle navi da guerra a vela. Ogni calibro di cannone aveva proprietà balistiche differenti, complicando le operazioni di puntamento, specialmente l'osservazione degli spruzzi d'impatto.

Sorse in questo periodo, la necessità di disporre di unità navali nuove, con una potenza di fuoco elevato ed uniforme, tanto da semplificare il munizionamento e la condotta di tiro. La progettistica navale si mosse sia in Italia che in Inghilterra - dove già dal 1900 l’ammiraglio John Fischer (1841-1920), sosteneva l’idea di una corazzata veloce e monocalibro - con il concetto di una nave da guerra armata solo di cannoni di grande calibro (all-big-gun) in grado di sparare a grandi distanze.

La guerra russo-giapponese (1904-1905), fornì l'esperienza pratica per dimostrarne la validità. La Marina russa venne sconfitta nelle battaglie navali, specialmente nella battaglia di Tsushima dalla Marina imperiale giapponese, equipaggiata con navi da battaglia moderne, per la maggior parte di progetto britannico. Gli eventi della battaglia confermarono al mondo, che negli scontri navali dell'epoca, solo i calibri maggiori erano importanti.

Su un’idea dell’ammiraglio Giovanni Bettolo (1846-1916), il colonnello del genio navale Vittorio Emanuele Cuniberti (1854–1913), nel 1903, pose per primo il concetto, di una nave da battaglia armata solo di cannoni di grande calibro, e progettò due versioni di corazzata: una da 8.000 tonnellate, otto cannoni e una velocità di 22 nodi, l’altra da 17.000 tonnellate, dodici cannoni e pari velocità.

Cuniberti ideò numerosi bastimenti tra cui, nel primo novecento, la classe di corazzate Vittorio Emanuele, da molti considerate le vere antesignane dell'incrociatore da battaglia. Introdusse la combustione a nafta nelle caldaie a vapore, perfezionò il siluro, migliorò la difesa subacquea delle corazzate, e unificò il calibro dell'armamento principale delle navi da battaglia. Progettò un tipo di corazzata di modesto dislocamento (8.000 tonnellate), armato con cannoni da 203 mm, che, con alcune modifiche, fu poi adottato nelle quattro navi della classe Regina Elena, da 12.700 tonnellate, impostate dal 1901.

Quando la Regia Marina, per motivi economici, non perseguì la sua idea, Cuniberti, avutone il permesso, scrisse un articolo per il “Jane’s Fighting Ships”, dal titolo "An ideal Battleship for The British Navy”, in cui proponeva alla Marina britannica, una futura nave da battaglia del dislocamento di 17.000 tonnellate, armata con un’artiglieria principale di dodici cannoni da 305 mm, dotata di una cintura corazzata spessa 30 cm e con una velocità di 24 nodi. La velocità calcolata era sufficiente a superare in velocità, ogni nave da battaglia esistente.

L'impressione sugli addetti ai lavori fu enorme, ed iniziò un dibattito tra gli esperti delle marine di tutto il mondo, dibattito ancor più infuocato dal varo, nel 1905, della corazzata britannica HMS Dreadnought. Si apriva così la stagione delle corazzate monocalibro che avrebbe accompagnato, con i successivi miglioramenti tecnici, la nave da battaglia.

Il comitato di progetto dell’ammiraglio John Fisher produsse, nel 1904, il progetto per il Dreadnought che fu impostato ed assemblato con una rapidità senza precedenti. L'uso di batterie principali uniformi semplificò grandemente la correzione del tiro in azione. Dato che tutti i cannoni avevano le stesse caratteristiche balistiche e che erano tutti controllati da una singola centrale di tiro. Un'altra innovazione fu l'eliminazione dei passaggi longitudinali, tra i compartimenti al di sotto del ponte principale. Venne invertita la tipica organizzazione dell'equipaggio, il personale arruolato ospitato a prua della nave e gli ufficiali a poppa: diversamente dalle navi a vela, che erano controllate da poppa, le moderne navi da guerra erano controllate dal ponte in alto e nel primo quarto, o terzo della nave. Fu anche la prima nave azionata esclusivamente da turbine a vapore: 4 gruppi per un totale 24.700 CV. L’appartato motore, con l’adozione delle turbine Parsons*, aveva consentito - a parità di potenza - un notevole risparmio di peso rispetto alle motrici alternative delle precedenti corazzate.

La costruzione iniziò negli arsenali di Portsmouth tra l'ottobre del 1905 ed il dicembre del 1906. Fu varata da re Edoardo VII (1841-1910) il 10 febbraio 1906, dopo soli quattro mesi di lavori.

Il HMS Dreadnought prese il mare il 3 ottobre 1906 dopo solo un anno e un giorno dall'inizio della costruzione. Il processo era stato accelerato utilizzando le torri originariamente progettate per la classe Lord Nelson, navi da battaglia che l'avevano preceduta. La velocità della costruzione della nave fu quasi "allarmante" per le altre marine militari.

Il HMS Dreadnought entrò in servizio per le prove a mare nel dicembre 1906. Nel gennaio 1907 fece rotta per il mare Mediterraneo e quindi verso Trinidad. Al suo rientro a Portsmouth divenne la nave ammiraglia della Home Fleet.

Successivamente vennero aggiunti 24 cannoni da 76 mm per la difesa ravvicinata (nella foto, sopra la torre). Un curioso particolare dell’armamento, consisteva nella presenza, oltre ai 23 siluri da 457 mm per i lanciasiluri imbarcati, anche di altri sei da 356 mm, che sarebbero dovuto essere imbarcati dalle imbarcazioni a vapore di bordo, trasformate in barche torpediniere. Soluzione che non fu mai praticata.

Fu una nave talmente rivoluzionaria che il suo nome divenne un termine generico per le navi da battaglia moderne, quelle precedenti vennero denominate “pre-dreadnought”.

La sua introduzione innescò una corsa agli armamenti tra la Gran Bretagna e le altre marine militari del globo. I tedeschi per il momento rimasero passivi, questo per non irrigidire ulteriormente i già tesi rapporti con l’Inghilterra, ma nel 1907 allestiscono la loro prima monocalibro, le classi Nassau, poi le Helgoland, Konig, Kaiser, seguite dal Baden e Bayern con 8 cannoni da 380 mm.

Gli Stati Uniti iniziarono a progettare una nave da battaglia monocalibro prima della HMS Dreadnought. L’USS South Carolina e l’USS Michigan furono presentate al Congresso nel 1904, ma furono impostate solo nell'autunno del 1906. La classe South Carolina montava tutti i suoi cannoni principali sulla linea centrale, evitando le torrette ai lati preferite dai britannici. Erano equipaggiate con motori a vapore a tripla espansione, non con turbine, un approccio conservativo reso necessario dal requisito statunitense di un'autonomia maggiore a spese della velocità.

Solo nel 1908, l’Italia decise di costruire un’unità del genere. Lo studio del progetto fu affidato al tenente generale del genio navale Edoardo Masdea (1849-1910), che lavorò su di un progetto di una nave da 20.000 tonnellate circa, ben corazzata, armata con 12 cannoni da 305 mm, e capace di una velocità superiore ai 22 nodi. Allo scopo di contenere il peso delle artiglierie pesanti, il progetto portò all’adozione, per la prima volta al mondo, delle torri trinate di grosso calibro (foto).

Il "Dante Alighieri", questo fu il nome della prima unità monocalibro italiana, fu impostata nel giugno del 1909 ed entrò in servizio nel 1913. Il Dante Alighieri fu anche la prima corazzata italiana dotata di 4 eliche, con un apparato motore a turbina e parte delle caldaie, a combustione a nafta.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, la Royal Navy, aveva in servizio 19 corazzate monocalibro e 13 erano in costruzione, la Germania ne aveva 13 e 7 in costruzione. Le altre flotte dotate di corazzate monocalibro nel 1914 erano: Stati Uniti (8), Francia (8), Giappone (4), Austria-Ungheria (2) e Italia (1).

* Charles Algernon Parsons (1854-1931) il suo nome è legato alla costruzione della prima turbina a vapore a reazione, che brevettò nel 1884, e che produsse nel 1889, nei suoi stabilimenti a Heaton. Mentre la prima turbina a vapore italiana, fu costruita e perfezionata, nel 1905, dall’ingegnere Giuseppe Belluzzo (1876-1952), usate in seguito sulle corazzate classe Cavour e sulla classe Littorio.

Foto. web