Le origini dell’esercito polacco che combatté a Cassino

(di redazione)
27/01/25

Il II corpo d’armata polacco nacque in un contesto drammatico, legato alle deportazioni di massa e alle persecuzioni subite dalla popolazione polacca a seguito dell'invasione e spartizione del Paese tra Germania nazista e Unione Sovietica nel 1939, sancita dal Patto Molotov-Ribbentrop. Dopo la caduta della Polonia, un milione e mezzo circa di polacchi furono deportati dai sovietici nei gulag o in località remote dell’Unione Sovietica.

La situazione mutò nel 1941, quando Hitler lanciò l’Operazione Barbarossa, invadendo l’URSS. Di fronte alla nuova minaccia nazista, Stalin fu costretto a cercare alleanze e firmò un accordo, denominato “Patto Sikorski-Majskij”, con il governo polacco in esilio, guidato dal generale Władysław Sikorski. L’intesa prevedeva la ripresa delle relazioni diplomatiche tra Polonia e URSS, l'amnistia per i prigionieri polacchi nei campi di lavoro sovietici, la creazione di un esercito polacco sul territorio sovietico, sotto il comando polacco.

Liberati dalle condizioni brutali dei gulag, migliaia di soldati e civili si unirono al nuovo esercito polacco, guidato dal generale Władysław Anders e noto come “Armata di Anders”. Nel gennaio del 1942 il contingente fu trasferito nelle repubbliche asiatiche dell’Unione Sovietica: Uzbekistan, Kazakistan e Kirghizistan ed il quartier generale fu ubicato a Jangi-Jul (Uzb).

Tuttavia, le difficoltà logistiche e politiche furono enormi infatti molti deportati erano fisicamente debilitati dalle condizioni di prigionia; malattie come la tubercolosi, la dissenteria e lo scorbuto erano diffuse mancavano cibo, equipaggiamento e armi, poiché l’Unione Sovietica aveva priorità diverse rispetto alla ricostruzione di un esercito straniero. Nonostante le difficoltà, tra il 1941 e il 1942 furono reclutati circa 75.000 soldati e 37.000 civili, molti dei quali erano donne e bambini liberati insieme ai militari.

Le relazioni tra l'URSS e il nuovo esercito polacco furono difficili fin dall'inizio condizionate dalla contrapposta ideologia infatti i polacchi, leali al governo in esilio a Londra, rappresentavano una visione di Polonia indipendente e democratica, opposta ai piani sovietici di controllo post-bellico. Inoltre, durante il reclutamento, si notò l'assenza di migliaia di ufficiali polacchi catturati nel 1939. Questo portò alla scoperta, nel 1943, del massacro di Katyn, in cui l'NKVD sovietico aveva giustiziato oltre 22.000 ufficiali e intellettuali polacchi.

Le tensioni tra polacchi e sovietici si acuirono rapidamente. L’atteggiamento ambiguo dell’URSS, che non intendeva realmente sostenere una Polonia indipendente, rese evidente che il progetto non poteva continuare sul territorio sovietico.

A causa delle tensioni politiche e della mancanza di sostegno logistico adeguato, fu deciso di trasferire l'esercito polacco fuori dall'URSS. Nel marzo 1942, circa 115.000 persone (tra soldati e civili) intrapresero un difficile viaggio verso il Medio Oriente, attraverso il Mar Caspio e l'Iran. Durante il trasferimento migliaia di persone morirono a causa delle condizioni estreme e delle malattie e i civili, inclusi donne e bambini, furono accolti in campi profughi gestiti da organizzazioni umanitarie e alleati.

Nel 1942, l’esercito polacco lasciò l’URSS con l’autorizzazione britannica e si trasferì in Persia (l’attuale Iran), dove si unì al comando alleato e venne riorganizzato.

In Persia, l’esercito polacco assorbì nuove reclute provenienti dalle comunità polacche disperse in Medio Oriente. L'unità venne successivamente trasferita in Iraq, dove venne formalmente riorganizzata come “II corpo d'armata polacco” e comprendeva diverse divisioni, tra cui la 3a divisione di fanteria dei Carpazi, la 5a divisione di fanteria Kresowa, la 2a brigata corazzata Warzszawa e vari elementi di supporto. Nel dicembre 1943 il 2° corpo d’armata polacco arrivò in Italia e fu inquadrato nell’8a armata britannica

L'addestramento si svolse in Iraq e Palestina, sotto il comando britannico. Durante questa fase i soldati furono equipaggiati con armi moderne fornite dagli Alleati e permise all'esercito polacco di divenire un'importante risorsa per la coalizione alleata, poiché i suoi membri erano determinati e motivati, vedendo il servizio militare come un'opportunità per liberare la Polonia.

Nonostante la cooperazione con gli Alleati, la posizione geopolitica della Polonia rimaneva fragile. L’URSS continuava a influenzare le decisioni degli Alleati e a portare avanti il suo piano per trasformare la Polonia in uno stato satellite. Questa realtà rese evidente che, pur combattendo al fianco degli Alleati, l'indipendenza polacca sarebbe stata messa a rischio dopo la guerra.

Con il trasferimento in Nord Africa e successivamente in Italia, l'esercito polacco in Oriente divenne parte integrante dello sforzo bellico alleato. La loro partecipazione culminò nelle battaglie di Monte Cassino, dove il II corpo d'armata polacco giocò un ruolo cruciale nel rompere la Linea Gustav e aprire la strada verso Roma.

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