La guerra aerea tra Perù ed Ecuador del 1995: la guerra guerreggiata (parte 2/2)

(di Manuele Serventi Merlo)
12/07/17

Agli inizi degli anni ’90 la tensione tra i due paesi per la frontiera contesa del Condor-Canepa risalì drammaticamente con numerosi incidenti al confine.
A gettare benzina sul fuoco contribuiva anche la situazione politica interna estremamente agitata di Perù ed Ecuador. In entrambi i Paesi si era prossimi alle elezioni presidenziali ed i rispettivi presidenti erano in cerca di una riconferma, dunque puntavano ad ottenere lustro anche attraverso uno show-down militare.

All’inizio del 1995, pertanto, in aperta violazione degli accordi precedentemente presi, il comandante peruviano del 25° battaglione Callao ordinava al suo collega ecuadoriano di sgomberare tutto l’Alto Canepa ottenendo come risposta un ovvio rifiuto.
Un successivo tentativo di evitare l’escalation militare con un incontro tra militari, avvenuto poco dopo l’ultimatum peruviano, si concludeva con un nulla di fatto. Conseguentemente iniziavano le ostilità tra le parti.

Nella notte tra il 9 e l’11 gennaio 1995 due pattuglie peruviane venivano catturate da reparti militari ecuadoriani operanti in zona dopo un duro scontro a fuoco.
La reazione peruviana non si face attendere ed arrivò, ancora una volta, dalla terza dimensione: il cielo. Il 21 gennaio, un battaglione aerotrasportato peruviano su 22 velivoli HIP e Hind si recava nella zona contesa creando una postazione denominata Base Norte.
Ricominciavano così diversi e violenti combattimenti nell’area di confine tra apposte pattuglie dei due eserciti, con una trentina di morti tra le parti in lotta. Data la situazione, il Perù inviò immediatamente rinforzi sul confine mentre elicotteri ecuadoriani lanciavano razzi contro la città di Tumbes.

Alcuni giorni dopo, però, si registrava la prima perdita aerea con l’abbattimento di un Mi-8TV dell’Esercito peruviano, abbattuto da un missile ecuadoriano terra/aria spalleggiabile, con la perdita di tutto l’equipaggio di cinque uomini. Ma i peruviani restituivano il favore distruggendo il 31 un elicottero Gazelle dell’Esercito dell’Ecuador.

Nei giorni seguenti i combattimenti tra le parti proseguivano con intensità alterna, potendo contare sul supporto delle rispettive aviazioni. Proprio in un’azione di supporto alle proprie truppe la FAP perdeva uno dei suoi bombardieri Canberra a causa di uno schianto contro una delle tante montagne della zona, ed un elicottero Hind colpito da diversi missili spalleggiabili.
Fallito un altro tentativo di raggiungere un cessate il fuoco, il conflitto di confine riprendeva con ancor maggior rigore.

Per appoggiare al meglio le operazioni terrestri sul fronte, la FAP lanciava molte sortite in pochissime ore contro le postazioni di Quito attorno a Base Sur e Cueva de los Talios utilizzando Mirage 5P e Fitter di giorno, e Canberra di notte.
Tali raids proseguivano nei giorni successivi impiegando anche A-37 contro la città di Tiwintza e le retrovie ecuadoriane. I Blowpipe (missile spalleggiabile terra-aria britannico, ndr) dei difensori, tuttavia, riuscirono a far pagare agli aeromobili attaccanti un conto assai salato.
Fu a questo punto che l’alto comando dell’Ecuador decise di impiegare i caccia Mirage F-1JA del 2112° squadrone da caccia che entrarono subito in azione intercettando un gruppo d’attacco della FAP formato da cinque Su-22.
Da una distanza stimata di circa dieci chilometri, il Mirage pilotato dal maggiore Raul Banderas (foto) puntò due dei Su-22 della formazione in volo a 600 metri di quota sulla verticale di Tiwintza, e lanciò un missile aria/aria R.550 Magic II.
Il missile centrava l’aereo del maggiore Enrique “Poeta” Caballero Orrego, vicecomandante dell’escuadron Los Tigres. La stessa sorte toccava poco dopo al Fitter del colonnello Victor Maldonado Begazo per mezzo di un Magic III sparato dal Capitano Carlos Uscategui, gregario del già menzionato maggiore Raul Banderas.
Troppo tardi intervennero i Mirage 2000P peruviani per evitare la mattanza: gli aerei ecuadoriani erano riusciti a scorgerli con i propri radar e si erano allontanati per tempo.

Al bilancio negativo della FAP si sarebbe di lì a poco aggravato con l’abbattimento dell’A-37 del comandante Hilario Valladores per mezzo di un missile Shafrir/Python sparato dal Kfir pilotato dal capitano Mauricio Mata in missione CAP lungo la valle del Cenepa con un altro aereo dello stesso modello.
Ma, cosa ancor più grave, gli scontri vittoriosamente sostenuti dagli ecuadoriani regalavano a questi il controllo dell’aria sopra il campo di battaglia. E di questo, i militari di Quito seppero approfittare fin da subito impiegando efficacemente Dragonfly, Mirage e Jaguar in supporto alle forze di terra in un vigoroso contrattacco.

La FAP era entrata oramai in crisi, e le perdite continuavano: batterie antiaeree ecuadoriane, a metà febbraio circa, riuscivano ad infliggere gravi perdite ad una forza d’attacco eliportata peruviana abbattendo un MI-8 ed un Mi-17 (foto). Al contempo, danneggiavano sensibilmente un Canberra impegnato in una missione di supporto alle forze dell’esercito.
I peruviani misero a segno solo due colpi in tutto questo periodo: un Kfir danneggiato da un missile sup/aria SA-14 Gremlin ed un AT-37 del 2311° squadrone colpito in maniera irreparabile da un SAM-7 sopra Cueva de los Tallos.

Anche se il 17 febbraio la diplomazia internazionale imponeva alle parti in lotta un cessate il fuoco con l’accordo di Itamaraty, le ostilità continuarono ancora. Elicotteri della FAP minarono gli accessi per Tiwintza e Apama e successivamente, il 22 febbraio, trasportavano e davano appoggio ai reparti speciali dell’Esercito e della Marina volti a riconquistare l’area contesa precedentemente persa. Nonostante iniziali vittorie tattiche, tuttavia, i peruviani non riuscirono nel loro intento e persero inutilmente almeno una cinquantina di uomini.

Il 1° marzo 1995 entrava in vigore una tregua tra le parti. La guerra del Condor, con i suoi risvolti aeronautici, era sostanzialmente finita. La FAP e l’Aviazione dell’Esercito peruviano avevano perso, complessivamente, quattro reattori e cinque elicotteri, con quindici morti tra gli equipaggi. L’Ecuador perdeva soltanto un Gazelle dell’Esercito, a cui aggiungere un A-37 ed un Kfir gravemente danneggiati.

Leggi anche "La guerra aerea tra Perù ed Ecuador del 1995: premesse ed assetti (parte 1/2)"