La componente corazzata croata nella seconda guerra mondiale

(di Andrea Gaspardo)
22/01/23

A seguito della sanguinosa e vittoriosa campagna militare condotta nel periodo compreso tra il 6 ed il 18 aprile del 1941, il Regno di Yugoslavia venne sopraffatto e cancellato dalle mappe geografiche dalle vittoriose forze dell'Asse e, nel corso della successiva opera di spartizione territoriale, il Terzo Reich germanico e l'Italia mussoliniana decisero di adempiere agli impegni precedentemente presi con i loro alleati del movimento nazionalista e fascista croato degli Ustascia e diedero il loro assenso alla creazione dello Stato Indipendente di Croazia sotto la guida del leader del movimento degli Ustascia, il “Poglavnik” Ante Pavelić.

Dopo la creazione del loro stato, gli Ustascia non persero tempo e lavorarono alacremente per costituire delle milizie e Forze Armate che potessero operare in maniera autonoma, soprattutto nell'ambito delle operazioni di contrasto del nascente movimento partigiano di Josip Broz Tito.

Per portare a compimento il loro piano, le autorità croate inoltrarono formale richiesta di assistenza al Terzo Reich, all'Italia e all'Ungheria. Successivamente, gettarono le fondamenta per la costituzione di una compagnia carri nell'ambito del 1o battaglione motorizzato (1.automobilskog batalijuna domobranstva, in lingua serbo-croata).

Lo Stato Indipendente di Croazia ambiva a mettere le mani sui carri armati abbandonati dal defunto Esercito Reale Yugoslavo, ma essi erano già stati confiscati dai tedeschi, i quali decisero di allocare ai croati solamente 24 carri Renault FT ed un simile numero di Renault R35. Per parte loro, gli italiani e gli ungheresi si limitarono a fornire un piccolo numero di carri armati (o tankette) CV-35 (anche noti come L3/35). Per facilitare la gestione e raggruppare i pochi mezzi a disposizione, tutti i carri croati vennero concentrati nella appena costituita “brigata di difesa Poglavnik” (PTS: Poglavnikova Tjelesna Sdruga), una sorta di brigata corazzata che svolgeva anche il ruolo di “unità pretoriana” del regime.

Nel 1942 i croati acquistarono dai tedeschi 4 carri leggeri Panzer I (foto apertura) e, contestualmente, negoziarono la cessione di 40 tankette polacche TK e TKS di preda bellica. Per la precisione: 18 vennero destinate alla polizia, altre 18 all'esercito e 4 alla milizia territoriale ustascia. Successivamente, i programmi di espansione della componente corazzata di Zagabria entrarono in uno stato di limbo. La proposta tedesca di cedere 20 vecchi carri armati cecoslovacchi LT vz.34 venne rifiutata a causa del pessimo stato degli stessi. A loro volta, gli alleati germanici disattesero la promessa di fornire carri Panzer II e Panzer III che avrebbero dovuto equipaggiare i plotoni carri delle nuove brigate di fucilieri e da montagna impegnate nella lotta antipartigiana.

Gli unici mezzi che i tedeschi misero a disposizione entro la primavera del 1944 furono 4 cannoni d'assalto Semovente 47/32, 26 carri leggeri L6/40 (foto) e 15 tra carri armati Hotchkiss H39 e SOMUA S35. Tuttavia gli eventi succedutisi tra la fine del 1943 e la metà del 1944 obbligarono ben presto i tedeschi a rompere gli indugi e rafforzare i loro alleati croati.

La resa dell'Italia dopo l'8 settembre del 1943 aveva creato un enorme vuoto nei Balcani, laddove Roma aveva precedentemente schierato non meno di 20 divisioni equipaggiate di tutto punto. Questo e l'incremento di aiuti da parte degli Alleati avevano portato ad un aumento esponenziale dell'attività dei partigiani yugoslavi del maresciallo Tito che sul finire del 1943 schieravano non meno di 329.000 uomini tra le loro fila. Non solo, con il successo delle loro offensive in Ucraina, ora i sovietici si erano avvicinati pericolosamente alla penisola balcanica.

Vista la situazione, i tedeschi decisero di accelerare il processo di riarmo di Zagabria cedendo grandi quantità di armamenti italiani, tra i quali gli onnipresenti carri leggeri L6/40 e i cannoni d'assalto Semovente 47/32, tuttavia arrivarono anche piccole aliquote di corazzati germanici tra i quali 20 Panzer III Ausf. N, 10 Panzer IV Ausf. F1 e 5 Panzer IV Ausf. H.

La gran parte dei mezzi forniti da Berlino fu assorbita dalla brigata di difesa Poglavnik la quale venne espansa fino a diventare una divisione vera e propria e venire pertanto ribattezzata “divisione di difesa Poglavnik” (PTD: Poglavnikova Tjelesna Divizija). Tuttavia c'erano mezzi a sufficienza per equipaggiare anche i due battaglioni carri e i due battaglioni motorizzati che componevano la brigata celere Ustascia (BUZ: Brzi Ustaski Zdrug). Vennero inoltre create tre nuove divisioni croate di fanteria aventi ciascuna assegnata una compagnia di cannoni d'assalto, in genere Semovente 47/32.

Tutte queste forze vennero impiegate a partire dall'autunno del 1944 e sino alla fine della guerra contro le preponderanti forze partigiane e contro l'offensiva congiunta sovietico-rumeno-bulgara che infine spazzò via le forze dell'Asse dall'area balcanica.

Foto: web / Bundesarchiv