Il colpo di mano del 131° reggimento Lazio sul San Michele (6-7 dicembre 1915)

(di Filippo Del Monte)
05/03/20

Le prime operazioni della Grande Guerra sul fronte italiano, tra il maggio-luglio del 1915 erano state il frutto di un piano offensivo dello Stato Maggiore italiano che aveva come obiettivi diretti Trieste e Lubiana; il fronte giuliano aveva assunto quindi fin dall’inizio un’importanza notevole che aveva fagocitato ingenti risorse in termini di uomini ed armamenti.

Impegnato nei combattimenti dei primi mesi, nel settore del Podgora, vi era anche un giovane capitano originario della Ciociaria, Rodolfo Graziani, il futuro – e molto discusso – Maresciallo d’Italia. Le sue gesta durante la Grande Guerra raccontano la storia di un Graziani “diverso” rispetto a quello della vulgata comune che tende a rappresentarlo sempre e solo come un criminale di guerra e come un fascista; anzi, mettono in luce la brillantezza tattica ed il coraggio di un giovane ufficiale di carriera sempre in testa ai suoi uomini negli assalti.

La storia di Rodolfo Graziani durante la Grande Guerra si intreccia con quella del 131° reggimento di fanteria Lazio – una unità composta principalmente da soldati ed ufficiali ciociari – e, in modo particolare, con l’azione più famosa condotta dai fanti dalle mostrine oro-porpora nel corso del conflitto: il colpo di mano sul Monte San Michele attuato nella notte tra il 6 ed il 7 dicembre 1915.

Dopo le sanguinose azioni sul Podgora dell'estate 1915, la brigata di fanteria Lazio (reggimenti 131° e 132°) era stata inviata nel settore del San Michele, schierata lungo la strada tra Sagrado e Peteano. L'ordine è quello di conquistare Quota 124, una collina protetta da più ordini di trincee su cui stanno arroccati gli ungheresi del I° reggimento Honved.

Alla fine di ottobre il 132° riesce ad ottenere qualche vantaggio territoriale posizionandosi a ridosso della prima linea di trincee nemiche perdendo negli scontri 14 ufficiali e 485 uomini di truppa. Il 131° ha il suo "battesimo del fuoco" sul San Michele a novembre, quando lo scontro tra il costone di Cima 1 del San Michele e Quota 124 si riaccende. A colpi di baionetta i fanti del 132° occupano le "rocce rosse" il 21 novembre mentre il 23 crolla Quota 124 per opera del 131°. Le perdite del 131° ammontano a 18 ufficiali e 680 uomini di truppa. Il I° battaglione del 131° nell'azione perde il proprio comandante e tutti i comandanti di compagnia, tranne uno, il capitano Rodolfo Graziani.

Affidate le compagnie al comando di sottotenenti e tenenti, Graziani - che era stato il più giovane tra i parigrado - viene nominato comandante del I° battaglione. Dall'alto di Cima 1 l'occupazione italiana si estende fino a Quota 197 ma tra questa e Peteano il nemico mantiene il possesso di un poderoso cuneo da cui molesta le nostre truppe in transito da e per le posizioni avanzate. Falliti i tentativi d'attacco dei reggimenti 129° e 130° e del LIV° battaglione Bersaglieri, il compito di annientare le difese austroungariche viene affidato al 131°.

L'azione dovrebbe procedere come da prassi con un bombardamento d'artiglieria volto alla distruzione dei reticolati propedeutica al balzo delle fanterie. Il capitano Graziani però, ricordando l'inefficacia dei bombardamenti sul Podgora, chiede al colonnello Carmelo Squillace di poter attuare un colpo di mano. Squillace accetta di buon grado; si inizia così lo studio meticoloso di abitudini ed orari nei trinceramenti austriaci. A mezzogiorno l'attività del nemico pare ridursi e viene quindi fissata quale ora dell'attacco.

Il 6 dicembre alle 12:00, favorita dalla nebbia, una pattuglia ardita di tre uomini esce dal camminamento diretta verso le trincee austriache seguita a poca distanza da una compagnia d'assalto guidata dal capitano Graziani e dal sottotenente Brizzi. Gli austriaci sono colti di sorpresa, la trincea conquistata ed il comandante del I° reggimento Honved fatto prigioniero assieme al suo Stato Maggiore. A quel punto l'intero I° battaglione abbandona i ripari e, superata la trincea conquistata da Graziani, irrompe nelle postazioni nemiche site a 400 passi circa dalla prima linea. Cadono nelle mani dei fanti dalle mostrine porpora-oro 8 ufficiali e 148 tra graduati e soldati.

Nel pomeriggio e per tutta la notte gli austroungarici tentano di riconquistare le posizioni perdute alternando l'infiltrazione di squadre d'assalto ai bombardamenti d'artiglieria. Durante la notte la difesa italiana sembra cedere ed il nemico riesce a riprendere alcuni tratti di trincea e Quota 124. Il I° battaglione del 131° con azione aggirante irrompe su Quota 124 conquistando all'arma bianca la trincea austriaca antistante e schiantando il meccanismo offensivo nemico.

A seguito di questa azione e del comportamento eroico del I° battaglione, Graziani viene promosso maggiore per merito di guerra.

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