Heinz Wilhelm Guderian fu uno dei più importanti generali della Seconda guerra mondiale e, forse, uno dei massimi teorici militari del Novecento che ha in maggior misura influenzato la contemporanea arte militare, con particolare attenzione alle operazioni terrestri.
Classe 1888, nacque a Kulm e discendeva da una famiglia prussiana. Infatti, la sua città d’origine era nella Prussia Orientale, una regione che dopo la Prima guerra mondiale andò alla Polonia.
Il giovane Guderian si arruolò nell’Esercito imperiale tedesco nel 1907 e un anno più tardi ottenne il grado di sottotenente. Nel 1909, l’ufficiale si trasferì insieme al 10° battaglione Jager a Goslar (Bassa Sassonia) e, nel 1912, venne spostato presso il 3° battaglione telegrafisti di Coblenza (Renania-Palatinato).
Guderian, allo scoppio del primo conflitto mondiale, fu ufficiale di intelligence per la Quarta armata dell’Esercito imperiale tedesco, prese parte alla battaglia di Verdun (febbraio-dicembre 1916) e successivamente fu nominato comandante del II battaglione del 14° reggimento di fanteria, incarico ricoperto fino al 24 ottobre 1917.
L’ufficiale, nel febbraio del 1918, venne inviato presso lo stato maggiore dell’esercito tedesco; un passaggio della carriera che Guderian ricorderà come “Il momento di massimo orgoglio della mia vita”1.
Finì la Prima guerra mondiale come ufficiale addetto alle operazioni in Italia.
Negli anni Venti, l’ufficiale tedesco venne introdotto alle tattiche di guerra corazzata da Ernst Volckheim. Quest’ultimo fu un comandante di carri armati nella Prima guerra mondiale e, successivamente, studioso e autore prolifico sulla materia. A tale riguardo, nel gennaio del 1922, Guderian venne trasferito presso il 7° battaglione da trasporto bavarese (a Monaco di Baviera) e l’ufficiale ebbe il primo contatto con un’unità munita di veicoli militari. Inoltre, in quel periodo, gli venne affidato l’arduo compito di “studiare la possibilità di impiego di truppe corazzate in un esercito a cui erano proibiti i carri armati, sfida da lui raccolta con l’entusiasmo che gli era proprio. Fece tutto il possibile con i disperatamente inadeguati veicoli usati per i rifornimenti che aveva a disposizione nel 7° battaglione motorizzato da trasporto (bavarese) e lesse tutto ciò che era disponibile sull’argomento, tenendo conferenze fino a quando non diventò un’autorità sull’argomento della guerra meccanizzata e sui carri armati in particolare.”2
Successivamente, - negli anni Trenta - ebbe un ruolo decisivo nel diffondere il concetto di divisione corazzata e la dottrina di guerra offensiva meccanizzata (nota in seguito come blitzkrieg).
Nel 1937 venne pubblicato il saggio “Achtung Panzer!”; in questa opera di strategia militare, Guderian, cercò di contenere in modo assai chiaro e conciso non solo le sue conclusioni su quali dovevano essere i criteri di utilizzo delle grandi unità corazzate, ma andò a descrivere anche lineamenti di carattere dottrinale dello strumento militare di terra, che su queste formazioni era destinato a basare il centro della sua potenza.
Agli inizi della Seconda guerra mondiale, guidò un corpo corazzato nell’invasione della Polonia e comandò le unità corazzate che sbaragliarono gli alleati nella battaglia di Francia. A tale proposito, la battaglia di Francia è uno dei più impressionanti esempi offertici dalla storia dell’effetto decisivo di una nuova idea, tradotta in pratica da un esecutore dinamico.
In quell’occasione il generale Guderian non si lasciò sfuggire l’occasione di trasformare le sue idee - sulla guerra corazzata - in pratica. Il risultato si rivelò altrettanto decisivo di quelli che avevano coronato l’applicazione di altre idee nuove in passate epoche storiche: l’impiego del cavallo, la lancia, la falange, la versatilità della legione, l’arciere a cavallo, l’arco, il moschetto, il cannone, l’organizzazione degli eserciti in divisioni separate e manovrabili. Anzi, l’idea del carro armato si mostrò decisiva forse in modo ancora più rapido3.
Nel corso della guerra, guidò la Seconda armata corazzata durante l’Operazione Barbarossa. Tuttavia, dopo la battaglia di Mosca fu rimosso dall’incarico.
Dal luglio del 1944 al marzo del 1945, fu capo di stato maggiore dell’Alto comando dell’Esercito tedesco. Terminata la Seconda guerra mondiale, fu fatto prigioniero dagli alleati e rimase internato fino al 1948.
Heinz Guderian morì il 14 maggio 1954 a Schwangau (Baviera).
1 Cfr. F. Riggi, I grandi condottieri della Seconda guerra mondiale, Newton Compton Editori, 2018, Roma, p.1129
2 Ibidem, p.1131
3 Cfr. B.H. Liddell Hart, Storia militare delle Seconda guerra mondiale. Gli eserciti, i fronti e le battaglie, Mondadori, 2021, Milano, p.90
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