HMS Dreadnought: la nave che innescò la corsa agli armamenti navali

(di Mario Veronesi)
14/06/17

Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, dopo l’abbandono delle artiglierie in murata e la loro istallazione in torri corazzate brandeggiabili, si diffonde l’uso d’imbarcare sulle navi da battaglia, come armamento principale, pezzi di diverso calibro, complicando il problema della direzione di tiro e rendendo necessario diversi depositi di munizioni. I progetti di navi da battaglia dell'epoca, prevedevano generalmente quattro cannoni principali in torri gemelle, a poppa e a prua, con diversi cannoni di calibro inferiore, allineati lungo i fianchi della nave, una similitudine proveniente dalle navi da guerra a vela. Inoltre, ogni calibro di cannone aveva proprietà balistiche differenti, complicando le operazioni di puntamento, specialmente l'osservazione degli spruzzi d'impatto. Sorse in questo periodo la necessità di disporre di unità navali nuove, con una potenza di fuoco elevato ed uniforme, tanto da semplificare il munizionamento e la condotta di tiro.

La progettistica navale, si mosse in questa direzione, sia in Italia che in Inghilterra, dove già dal 1900, l’ammiraglio John Fischer (1841-1920), sostenne l’idea di una corazzata veloce e monocalibro, il concetto di una nave da guerra armata solo di cannoni di grande calibro (all-big-gun) in grado di sparare a grandi distanze. La guerra russo-giapponese (1904-1905), fornì l'esperienza pratica per dimostrarne il concetto. La Marina russa venne sconfitta nelle battaglie navali, specialmente nella battaglia di Tsushima dalla Marina imperiale giapponese, equipaggiata con navi da battaglia moderne, per la maggior parte di progetto britannico. Gli eventi della battaglia confermarono al mondo che negli scontri navali dell'epoca solo i calibri maggiori erano importanti.

Stati Uniti, Giappone e Gran Bretagna, iniziarono a studiare piani per il progetto di navi da battaglia monocalibro. La Satsuma (foto a dx) fu la prima nave da battaglia al mondo ad essere progettata (1904) ed impostata (1905) come nave da battaglia monocalibro, cinque mesi prima della HMS Dreadnought. In effetti, la concezione originale era simile a quella della nave inglese, ma con una fondamentale differenza: l'apparato motore a caldaie a tripla espansione, piuttosto che con le rivoluzionarie, per l'epoca, turbine a vapore. La vita operativa del Satsuma non fu molto lunga; dopo aver trascorso la prima guerra mondiale pattugliando l’oceano Pacifico, venne affondata come bersaglio nel 1924.

Anche gli Stati Uniti iniziarono a progettare una nave da battaglia monocalibro prima della HMS Dreadnought: l’USS South Carolina e l’USS Michigan furono presentate al Congresso nel 1904, ma furono impostate solo nell'autunno del 1906. La classe South Carolina montava tutti i suoi cannoni principali sulla linea centrale, evitando le torrette ai lati preferite dai britannici. Erano equipaggiate con motori a vapore a tripla espansione, non con turbine, un approccio conservativo reso necessario dal requisito statunitense di un'autonomia maggiore a spese della velocità.

Su un’idea dell’ammiraglio Giovanni Bettolo (1846-1916), il colonnello del Genio Navale Vittorio Emanuele Cuniberti (1854–1913), nel 1903, pose per primo il concetto, di una nave da battaglia armata, solo di cannoni di grande calibro e progetta due versioni di una corazzata: una da 8.000 tonnellate, otto cannoni e una velocità di 22 nodi; l’altra da 17.000 tonnellate, dodici cannoni e pari velocità.

Cuniberti progettò numerosi bastimenti tra cui, nel primo novecento, la classe di corazzate Vittorio Emanuele (foto a sx), da molti considerate le vere antesignane dell'incrociatore da battaglia. Introdusse la combustione a nafta nelle caldaie a vapore, perfezionò il siluro, migliorò la difesa subacquea delle corazzate, e unificò il calibro dell'armamento principale delle navi da battaglia. Progettò un tipo di corazzata di modesto dislocamento (8.000 tonnellate), armato con cannoni da 203 mm, che, con alcune modifiche, fu poi adottato nelle quattro navi della classe Regina Elena, da 12.700 tonnellate, impostate dal 1901.

Cuniberti progettò corazzate anche per la Marina Imperiale Russa: la classe Gangut di 23.000 tonnellate. Quando la Regia Marina, per motivi economici, non perseguì la sua idea, Cuniberti, avutone il permesso, scrisse un articolo per il Jane’s Fighting Ships, dal titolo "An ideal Battleship for The British Navy”, in cui proponeva alla Marina britannica, una futura nave da battaglia del dislocamento di 17.000 tonnellate, armata con un’artiglieria principale di dodici cannoni da 305 mm, dotata di una cintura corazzata spessa 30 cm e con una velocità di 24 nodi. La velocità calcolata era sufficiente a superare in velocità, ogni nave da battaglia esistente. L'impressione sugli addetti ai lavori fu enorme, ed iniziò un dibattito tra gli esperti delle marine di tutto il mondo, dibattito ancor più infuocato dal varo, nel 1905, della corazzata britannica HMS Dreadnought. Si apriva così la stagione delle corazzate monocalibre che avrebbe accompagnato, con i successivi miglioramenti tecnici, la nave da battaglia.

Il comitato di progetto o Director of Naval Construction dell’ammiraglio John Fisher, produssero nel 1904 il progetto per il Dreadnought, che fu impostata ed assemblata con una rapidità senza precedenti. L'uso di batterie principali uniformi semplificò grandemente la correzione del tiro in azione. Dato che tutti i cannoni avevano le stesse caratteristiche balistiche e che erano tutti controllati da una singola centrale di tiro. Un'altra innovazione fu l'eliminazione dei passaggi longitudinali, tra i compartimenti al di sotto del ponte principale. Venne invertita la tipica organizzazione dell'equipaggio, il personale arruolato ospitato a prua della nave e gli ufficiali a poppa. Diversamente dalle navi a vela, che erano controllate da poppa, le moderne navi da guerra erano controllate dal ponte in alto e nel primo quarto o terzo della nave. Fu anche la prima nave azionata esclusivamente da turbine a vapore: 4 gruppi di turbine a vapore, per un totale 24.700 CV. L’appartato motore, con l’adozione delle turbine Parsons, aveva consentito, a parità di potenza, un notevole risparmio di peso, rispetto alle motrici alternative delle precedenti corazzate. [Charles Algernon Parsons (1854-1931) il suo nome è legato alla costruzione della prima turbina a vapore a reazione, che brevettò nel 1884, e che produsse nel 1889, nei suoi stabilimenti a Heaton. Mentre la prima turbina a vapore italiana, fu costruita e perfezionata, nel 1905, dall’ingegnere Giuseppe Belluzzo (1876-1952), che venne poi applicata alle navi da guerra italiane]

La costruzione iniziò negli arsenali di Portsmouth tra l'ottobre del 1905, ed il dicembre del 1906. Fu varata da re Edoardo VII (1841-1910) il 10 febbraio 1906, dopo soli quattro mesi di lavori. Il HMS Dreadnought prese il mare il 3 ottobre 1906 dopo solo un anno e un giorno dall'inizio della costruzione. Il processo era stato accelerato utilizzando le torri originariamente progettate per la classe Lord Nelson, navi da battaglia che l'avevano preceduta. La velocità della costruzione della HMS Dreadnought fu quasi allarmante per le altre marine militari.

Il HMS Dreadnought entrò in servizio per le prove a mare, nel dicembre 1906 e nel gennaio 1907 fece rotta per il mare Mediterraneo e quindi verso Trinidad. Al suo rientro a Portsmouth divenne la nave ammiraglia dell’Home Fleet. Successivamente vennero aggiunti 24 cannoni da 76 mm per la difesa ravvicinata. Un curioso particolare dell’armamento, consisteva nella presenza, oltre ai 23 siluri da 457 mm per i lanciasiluri imbarcati, anche di altri sei da 356 mm, che sarebbero dovuto essere imbarcati dalle imbarcazioni a vapore di bordo, trasformate in barche torpediniere. Soluzione che non fu mai praticata. Fu una nave così rivoluzionaria che il suo nome divenne un termine generico, per le navi da battaglia moderne, mentre quelle precedenti vennero denominate “pre-dreadnought”. La sua introduzione innescò una corsa agli armamenti tra la Gran Bretagna e le altre marine militari del mondo. I tedeschi per il momento rimasero passivi, questo per non irrigidire ulteriormente i già tesi rapporti con l’Inghilterra, ma nel 1907 allestiscono la loro prima monocalibro, le classi Nissau, poi le Helgoland, Konig, Kaiser, seguite dal Baden e Bayern con 8 cannoni da 380 mm.

In Inghilterra, tra il dicembre del 1906 ed il febbraio del 1907, vennero impostate le corazzate Bellerophon, Superb e Temerarie. Identico al HMS Dreadnought rimase l’armamento principale, mentre fu ridotto l’armamento antisilurante ma aumentato di calibro. Furono le prime monocalibre ad avere una protezione subacquea, assicurata da una fitta compartimentazione stagna, che si estendeva per i 3/5 centrali della lunghezza. Seguirono la King Gorge V e l’Iron Duke che imbarcano pezzi da 343 mm, e tra il 1915 e il 1917 entrano in servizio dieci super-dreadnought (migliorate), delle due classi Warspite: Vailant, Malaya, Barham, oltre alla capoclasse. E Royal Sovereign: Royal Oak, Resolution, Ramillies, Revenge, oltre alla capoclasse, armate con pezzi da 381 mm. Con opportuni rimodernamenti negli anni trenta, queste navi costituiranno il nerbo della linea da battaglia della Royal Navy, nel secondo conflitto mondiale.

Solo nel 1908, l’Italia decise di costruire un’unità del genere. Lo studio del progetto fu affidato al tenente generale del Genio Navale Edoardo Masdea (1849-1910), che lavorò su di un progetto di una nave da 20.000 tonnellate circa, ben corazzata, armata con 12 cannoni da 305 mm, e capace di una velocità superiore ai 22 nodi. Allo scopo di contenere il peso delle artiglierie pesanti, il progetto portò all’adozione, per la prima volta al mondo, delle torri trinate di grosso calibro. Il Dante Alighieri (foto a dx), questo fu il nome della prima unità monocalibro italiana, fu impostata nel giugno del 1909, ed entrò in servizio nel 1913. Il Dante Alighieri fu anche la prima corazzata italiana dotata di 4 eliche, con un apparato motore a turbina e parte delle caldaie, a combustione a nafta. Allo scoppio della prima guerra mondiale, la Royal Navy, aveva in servizio 19 corazzate monocalibro e 13 erano in costruzione, mentre la Germania ne aveva 13 e 7 in costruzione. Le altre flotte dotate di corazzate monocalibro nel 1914 erano: Stati Uniti (8), Francia (8), Giappone (4), Austria-Ungheria (2) e Italia (1).

HMS Dreadnought

Impostata nei cantieri navali di Portsmouth il 2 febbraio 1905

Varata il 10 febbraio del 1906

Completamento il 3 dicembre del 1906

Radiata il 31 marzo del 1920

Dislocamento: normale 17.900 t. – a pieno carico 21.845 t.

Dimensioni: lunghezza f.t. 160,6 m – larghezza 25 m, - immersione 8 m

Apparato motore: 18 caldaie Babcock & Wilcox a combustione mista - Due gruppi di turbine Parsons su quattro eliche

Potenza: 23.000 HP

Velocità: 21 nodi

Autonomia: 6.620 miglia a 10 nodi

Combustibile: 2.900 t di carbone + 1.120 di nafta

Armamento: 10-305/45; 27-76/50 tls. 457

Equipaggio: 773 uomini

(foto: Royal Navy / web)