Chester William Nimitz fu uno dei più importanti ammiragli e strateghi statunitensi nella Seconda guerra mondiale. Nimitz fu la persona in grado di guidare la riscossa della U.S. Navy dopo l’attacco di Pearl Harbour del 7 dicembre 1941 (vedi articolo L’intelligence giapponese nel secondo conflitto mondiale: Operazione Z): comandò senza tentennamenti – per tutto il conflitto – gran parte del potenziale della Marina statunitense contro l’Impero giapponese.
Classe 1885, nacque a Fredericksburg (Texas) da una famiglia di origini tedesche; nel 1901 entrò nell’Accademia Navale di Annapolis e nel 1905 ne uscì classificandosi settimo su 114 allievi.
Il primo imbarco avvenne sulla corazzata Ohio e, nel 1906, venne trasferito sull’incrociatore Baltimore. In seguito, prese servizio sulla cannoniera Panay, sul cacciatorpediniere Decatur sull’incrociatore Denver e sulla cannoniera Ranger. Successivamente, il giovane ufficiale venne destinato ad una della specialità più nuove del periodo: quella dei sommergibili.
Nell’inverno del 1909, iniziò ad addestrarsi nella prima flottiglia sommergibili, per poi imbarcarsi sul sommergibile Plunger, di cui poi lo stesso Nimitz diventerà comandante nel corso del suo servizio sulla costa atlantica.
Nel febbraio del 1910, prese il comando del battello Snapper e, nell’autunno del 1911, divenne comandante della Terza divisione sommergibili. Successivamente, fu inviato presso i cantieri della U.S. Navy, a Boston, per assistere e supervisionare la realizzazione del battello Skipjack, “di cui prenderà il comando quando questo entrerà in servizio, il 14 febbraio 1912”.1
A Nimitz, dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti nell’aprile del 1917, fu affidato l’incarico di aiuto ingegnere del comandante (Samuel S. Robison) della forza sommergibili della Atlantic Fleet. In seguito, nel febbraio del 1918, venne promosso commander e nominato capo di stato maggiore di Robison.
Da maggio 1919 a giugno 1920, fu ufficiale esecutivo sulla corazzata South Carolina.
Nel giugno del 1927, Nimitz venne promosso captain e due anni dopo divenne comandante della Ventesima divisione sommergibili (di stanza a San Diego). Nell’ottobre del 1933, ottenne il comando dell’incrociatore Augusta (foto).
Dal 1935 in poi, Nimitz, lavorerà prevalentemente per il Dipartimento della Marina con incarichi burocratici-amministrativi.
Dopo l’attacco dei giapponesi a Pearl Harbour il 7 dicembre 1941, venne nominato dal presidente Roosevelt comandante in capo della flotta del Pacifico degli Stati Uniti e ottenne il grado di ammiraglio a quattro stelle.
Durante l’intero conflitto, l’ammiraglio guidò – dal quartiere generale delle isole Hawaii – le operazione aeronavali contro l’Impero del Sol Levante. Nimitz, durante la guerra, applicò il concetto strategico di utilizzare gruppi navali centrati sulle portaerei protette da altre navi. Inoltre, sviluppò il concetto strategico di impossessarsi delle posizioni dell’avversario con il sistema del “salto delle cavallette”: tale strategia consisteva nel concentrare gli sforzi contro i capisaldi nipponici primari e lasciare indietro quelli secondari da occupare successivamente con meno “fatica”.
Nimitz lasciò il servizio attivo nel dicembre del 1947 con il grado di fleet admiral. Morì a San Francisco il 20 febbraio del 1966.
Il professore E.B. Potter dell'Accademia Navale di Annapolis scrisse di Nimitz così: “Egli circondò se stesso con gli uomini più abili che potesse trovare e seguì i loro consigli, ma prese le sue proprie decisioni. Egli fu un acuto stratega che non dimenticò mai che aveva a che fare con l’essere umano, da ambedue le parti in conflitto. Egli fu aggressivo ma senza odio, audace ma senza mai sbagliare nel pesare i rischi”.2
1 F. Riggi, I grandi condottieri della Seconda guerra mondiale, Newton Compton Editori, 2018, Roma, p. 538
2 Ibidem, p.564
Foto: U.S. Navy / web