Aldrich Ames, la talpa che beffò la CIA

(di Renato Caputo)
30/04/25

Aldrich H. Ames è ricordato come uno dei traditori più dannosi nella storia dell'intelligence americana. Un uomo che ha venduto segreti agli avversari in cambio di denaro, causando la morte di almeno dieci agenti. Eppure, secondo i documenti declassificati, Ames non era un maestro della manipolazione. Era piuttosto un funzionario mediocre, con problemi di alcolismo, che riuscì sorprendentemente a eludere le maglie della sicurezza grazie ai punti ciechi di un sistema burocratico. 

Nel 1993, portò con sé un laptop personale a una conferenza sulla droga in Turchia. Il dispositivo conteneva file altamente riservati, inclusa una cartella chiamata “VLAD” – il nome in codice del suo contatto al KGB. Un collega, usando il portatile per gioco, si imbatté nei file e lo segnalò. Tuttavia, i protocolli di sicurezza erano focalizzati sulle reti aziendali, trascurando la vulnerabilità dei dispositivi personali.

A casa, Ames conservava messaggi in bozza destinati al KGB, completi di password. Una revisione interna successiva lo descrisse come un dipendente a rischio, il cui comportamento avrebbe dovuto far scattare più di un allarme. Tra i segnali trascurati:

► abuso cronico di alcol, celebre per i suoi “pranzi liquidi” a Città del Messico, seguiti da sonnellini in ufficio;

► una grave violazione nel 1976, quando dimenticò una valigetta piena di documenti classificati nella metropolitana di New York;

► ripetuta noncuranza verso le procedure interne, specialmente nella compilazione di rapporti e dichiarazioni finanziarie.

Come ricordò un ex collega: “La sua sciatteria non sembrava fuori luogo per uno la cui carriera era in stallo.”

Il fallimento del poligrafo

Nel 1986, durante un test di routine con il poligrafo, Ames diede risposte sospette a domande sui contatti con l’intelligence straniera. Si giustificò dicendo di essere semplicemente ansioso all’idea di essere avvicinato dal KGB, visto il suo imminente trasferimento a Roma.

Nel 1991, un nuovo test si rivelò ancor più fallimentare per l’Agenzia:

  • l’esaminatore non disponeva di tutte le informazioni chiave;
  • le domande, pur corrette tecnicamente, risultarono inefficaci dal punto di vista operativo.

Il programma dei poligrafi si era nel frattempo evoluto per privilegiare la rapidità sulla profondità, permettendo ad Ames di sfruttare ambiguità semantiche e divisioni interne.

La copertura della "ricca ereditiera colombiana"

Quando Ames cominciò a ostentare un tenore di vita ben superiore al suo stipendio – con auto di lusso, conti esteri e case vacanze – la sua spiegazione fu semplice: l’eredità della moglie colombiana Rosario. Nessuno sembrò mettere seriamente in dubbio la storia, nonostante le umili condizioni della madre di Rosario. Un collega, vedendolo acquistare una casa in contanti, commentò ironico: “Suo zio deve volergli davvero bene!”

Aldrich Hazen Ames venne arrestato dall'FBI ad Arlington, in Virginia, con l'accusa di spionaggio il 21 febbraio 1994.

Al momento del suo arresto, Ames era un veterano della Central Intelligence Agency (CIA) con 31 anni di servizio, che svolgeva attività di spionaggio per i russi dal 1985. Insieme a lui fu arrestata anche la moglie, Rosario Ames, che aveva aiutato e favorito le sue attività di spionaggio. Si dichiararono entrambi colpevoli il 28 aprile 1994.

Aldrich Ames fu condannato all'ergastolo senza possibilità di libertà condizionata. Rosario Ames fu condannata il 20 ottobre 1994 a 63 mesi di carcere.

Conclusione

Secondo la commissione del Senato, Ames non era un agente eccezionale. La sua vera abilità fu quella di riconoscere e sfruttare sistematicamente ogni falla del sistema: un mediocre che, nel contesto giusto, riuscì a compiere un tradimento straordinario.

Leggi il rapporto completo (eng)

Foto: FBI