Uniformi in competizione: per la prima volta una donna della MM cavalca la vittoria "sulla cresta dell’onda"

(di Salvo Consoli)
27/05/16

15 maggio 2016, Casale ippico San Nicola di Roma. La competizione nazionale di equitazione salto a ostacoli è iniziata. L’aria tesa tra il pubblico e partecipanti è scandita dallo scalpitare dei cavalli. Per le Forze Armate e Forze dell’Ordine erano presenti partecipanti dell’Esercito, della Marina, dei Carabinieri e della Polizia di Stato. Cavalieri e amazzoni hanno dieci minuti per valutare il circuito da percorrere con il loro cavallo.

Il capitano di corvetta Delfina Autiero inizia a memorizzare il percorso, gli ostacoli, le angolazioni da affrontare, ogni dettaglio viene confrontato con l’esperienza dell’amazzone tenuta viva dalla determinazione di partecipare per vincere. Il suo stivale affonda nel terreno, calcola la profondità che dovrà battere con gli zoccoli del cavallo, lo sguardo deciso e fiero compie una ricognizione generale sul perimetro del circuito. Come una macchina da guerra la mente dell’amazzone della Marina Militare elabora tutte le informazioni raccolte e si prepara a montare in sella. Bisogna portare al massimo l’intesa con l’animale per raggiungere l’obiettivo. Partenza decisa e via di scatto, amazzone e cavallo si muovono all’unisono uno dopo l’altro si superano gli ostacoli mantenendo un perfetto equilibrio sulla linea del circuito.

Proprio alla partenza verso le ore 11,30 arriva inaspettatamente una pioggia torrenziale e il tempo viene battuto dal suono del tintinnio veloce e costante dell’acqua sul terreno. Occorre una nuova valutazione. L’acqua modifica l’assetto e la resa del cavallo sul terreno e sulle deviazioni. Il capitano di corvetta Autiero non demorde e rincara la dose di impegno rimarcando il binomio perfetto. Il cuore dell’amazzone e del suo cavallo battono all’unisono nell’affrontare ostacoli, impervietà del terreno e difficoltà del percorso. Lo sforzo è arduo e impegnativo ma la costanza viene premiata con il risultato. Svariati partecipanti decidono di ritirarsi mentre la Marina Militare raggiunge il risultato sperato: prima classificata tra le uniformi in competizione nella categoria C115 a fasi, con un tempo nettamente inferiore sugli altri concorrenti. L’evento viene pertanto coronato con un successo per la Marina Militare, che vede una Forza Armata di mare primeggiare in un settore sportivo particolarmente vocato per le forze terrestri con la particolare veste che a montare il cavallo vincente è per la prima volta un comandante donna, il capitano di corvetta Delfina Autiero dello Stato Maggiore della Marina, una amazzone che ha regalato alla Marina un traguardo storico. Traguardo che assume tre connotazioni fondamentali: la prima è che la Marina Militare si classifica al primo posto tra le Forze armate e Forze dell’ordine partecipanti; la seconda che a conseguire il risultato è per la prima volta un ufficiale del gentil sesso, la terza è che la competizione ha registrato importanti e rilevanti elementi di difficoltà sul percorso a ostacoli a causa delle condizioni meteorologiche che hanno reso scivoloso il terreno all’interno del circuito dell’impianto. Questi aspetti non sono passati inosservati e sono stati coronati da una accorata testimonianza di stile che ha riscosso ampi apprezzamenti tra la giuria e tra gli spettatori. Motivi che portano vanto e onore alla Marina Militare che vede raccogliere dei risultati di tutto rispetto e che fanno emergere doti sportive che racchiudono una serie di impegni e di abilità che il comandante Autiero ha saputo cavalcare dimostrando come queste doti possano sposarsi con determinazione e coraggio lasciando un segno concreto e indelebile nel risultato che ha portato sulla cresta dell’onda una “Delfina” della Marina Militare.

La carriera sportiva

Delfina Autiero, sposata e madre due figli Leonardo e Gaia , ha una esperienza trentennale , nonostante la sua giovane età e ha nutrito per i cavalli una attenzione particolare, sin da bambina li leggeva nella favole e li sognava , fino a quando inaspettatamente il padre gli regala un bel esemplare. Da qui nasce una affezione forte che trascura i primi incidenti di caduta e punta allo sguardo dell’animale misto tra dolcezza e fierezza, al suo portamento al suo modo di essere. La sfida è riuscire a instaurare un grado di comprensione tale da avere disponibile la forza competitiva del quadrupede dentro un portamento estetico. Il salto della staccionata divenne l’aspetto che Delfina decise di seguire, rimanendo colpita di come tanta forza e tanto peso potessero decollare nel corpo di un cavallo, immaginandosi di stare in sella a Pegaso. Per fare questo la sfida è comunicare con l’animale con un linguaggio tale da renderlo comprensivo e quindi poter ottenere il risultato sperato . Cosi la costanza si è mantenuta attiva per trent’anni con autorizzazione di primo grado a montare della Federazione Italiana Sport Equestri (FISE) e con l’abilitazione a insegnare equitazione come frutto di questa unica esperienza di comunicazione con l’animale che impone all’essere umano di sviluppare una sensibilità straordinaria, un’attenzione ai particolari, una capacità di sapere riconoscere e gestire le proprie paure e sensazioni, di affrontare i momenti difficili, specie durante il salto degli ostacoli dentro le competizioni. L’equitazione è una disciplina ferrea che richiede determinazione, coraggio, devozione, umiltà, spirito di sacrificio e tantissimo rispetto, in primis per il cavallo: ma attenzione tutti questi requisiti indispensabili non bastano da soli , al binomio cavallo-cavaliere, deve essere affiancato da uno staff competente che vive la vita di scuderia in tutte le sue funzioni, se si vogliono avere dei risultati apprezzabili. La nostra amazzone ha completato quindi la sua preparazione professionale pure con studi di veterinaria applicata ai cavalli e anche di biodinamica, ha seguito stage in Olande e Germania, inoltre partecipa con cadenza mensile a gare nazionali e regionali gareggiando con cavalieri affermati a livello nazionale ed internazionale; la parola d’ordine che tiene a mente e che per un cavaliere non bisogna mai sentirsi arrivato. Dalla cavalleria ha appreso in particolare che bisogna “gettare il cuore oltre l’ostacolo” ma nella pratica sportiva per vincere questo non basta, quella che conta, dice Delfina: “non chi comincia ma quei che persevera”.

Il comandante Autiero sostiene che in questo sport in particolare è fondamentale il coraggio non è da interpretarsi come incoscienza, ma come la determinazione ad agire valutando ogni aspetto in funzione dell’obiettivo, poi non devono mancare l’impegno costante, l’umiltà e la sensibilità. Occorre imparare ad ascoltare il proprio cavallo e cercare di diventare un tutt’uno con lui. Inoltre è necessario che il proprio cavallo si fidi del cavaliere e questo non si ottiene con l’autorità e con la forza ma con l’autorevolezza…il cavallo si affida a me e io mi affido a lui. Con il cavallo ci si mette continuamente in discussione e ci si confronta con un pari livello; al cavallo si insegna ma si impara.

L’ufficiale della Marina Militare

Il nome non è conciliante per chi ha scelto di divenire amazzone, ma per non rinnegarlo del tutto Delfina Autiero ha vissuto profondamente anche la sua dimensione acquatica e cosi che sin da piccola è la passione trasmessagli dal padre subacqueo con l’hobby della pesca che gli consente di trascorrere buona parte del tempo in acqua. Con la madre invece passeggiava lungo il porto di Napoli (sua città natale) rimanendo sbalordita nell’osservare navi di grandi dimensioni da cui uscivano fuori ufficiali elegantemente abbigliati nell’uniforme e dallo sguardo solare e aperto. Anche qui emerge l’attrazione di elementi unici della natura, dice Delfina: il mare è l’immagine di Dio in terra. Qui ho scoperto un mondo parallelo, immenso e incantato …immerso nel suo apparente silenzio; un mondo che si fa scoprire solo da pochi eletti nella sua straordinaria bellezza , da chi ne capisce appieno la infinita potenza e maestosità e con umiltà non può fare altro che rispondervi “comandi!”.

Ha frequentato l’Università Navale Partenope ubicata nel Maschio Angioino proprio di fronte al Molo beverello a Napoli trascorrendo giornate intere a studiare seduta sulle panchine del porto a volte distratta dai volti e dalle vicende dei marinai che si confondevano tra il blu del mare e le navi che sparivano all’orizzonte.

Delfina Autiero confessa come sia stato impegnativo diventare ufficiale della M.M. oltre all’impegno professionale da conciliare con le altre attività muovendosi tra diffidenze, rifiuti e rinunce continue e accettare l’atteggiamento distaccato e sprezzante di chi sostiene che una donna, una madre non potrà mai e soprattutto non deve neanche pensare di potere essere un marinaio, un militare, un comandante. Come per tutte le cose, quello che si fa con passione e con amore nel tempo da sempre buoni risultati

Infine, riguardo il rapporto da avere con il mondo animale, Delfina Autiero ha le idee chiare: concorda con il richiamo di papa Francesco e precisa che la poca attenzione per il prossimo non deve essere motivata da un accesso di amore per un animali; ognuno ha il suo ruolo nel creato e non vanno confuse persone e animali, ma spesso confondiamo anche persone con persone quando non vogliamo vedere al di là delle apparenze o delle nostre esperienze. L’amore e l’affetto per i nostri simili non può confliggere con quello per gli animali e viceversa… io ho tanti amici - senza cavallo - e mi ritengo una persona molto socievole e soprattutto disponibile e spronata ad aiutare.