Minaccia terroristica, criptovalute, spionaggio cyber: presentata la Relazione annuale del DIS

(di Maria Enrica Rubino)
20/02/18

Cresce l’attenzione verso gli strumenti delle telecomunicazioni e del cyber, che possono svolgere un ruolo ‘fondamentale’ anche durante il periodo di attività elettorale, al fine di evitare influenze negative nell’attività di votazione nel nostro Paese. È uno degli aspetti più rilevanti emersi nel corso della presentazione della Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza esposta dal direttore generale del DIS – Dipartimento Informazioni e Sicurezza, Alessandro Pansa, questa mattina a Palazzo Chigi, alla presenza del presidente del consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni.

Rileviamo una maggiore concentrazione delle minacce sullo spionaggio cyber: aspetto poco citato e valutato, in quanto l’attenzione si concentra su aspetti più visibili, ma il vero problema è lo spionaggio che avviene attraverso i sistemi digitali, l’acquisizione di informazioni che vengono filtrati ed utilizzati dagli attori (tutti quasi sempre di tipo strutturato) che se ne impossessano” ha precisato Pansa. Un rischio concreto, quello cyber, che nel 2016 aveva portato all’emanazione del provvedimento Gentiloni, che ha introdotto alcune novità come la ricollocazione del Nucleo Sicureza Cibernetica (NSC) all’interno del DIS e attribuito più poteri al Dipartimento.

Un escursus del lavoro degli ultimi dieci anni è stato percorso dal direttore generale nel suo breve intervento, che ha toccato, però, gli aspetti più rilevanti dell’attività svolta dalle donne e dagli uomini delle agenzie del DIS, dell’AISI e dell’AISE, di cui Pansa ha detto di essere “particolarmente soddisfatto” poiché “hanno dimostrato grandi capacità” - ha tenuto a sottolineare lo stesso. “Negli ultimi dieci anni siamo riusciti a dare spesso le informazioni situazionali e contingenti i singoli eventi, ma riuscendo a proiettare verso il futuro la nostra visione e di cui sono particolarmente orgoglioso”.

Convergenti dati di intelligence raccolti al livello comunitario descrivono, stando alla relazione, l’Europa come fulcro di costante attenzione della jihad globale per diverse finalità che vanno dall’arruolamento alla logistica, fino all’azione operativa vera e propria. Un’analisi emersa già dalle relazioni dell’edizione del 2007, “quando era già stato previsto e valutato il rischio dell’arruolamento dei combattenti che sarebbero partiti per la Siria dall’Europa per gli attacchi che poi ci sarebbero stati nel nostro continente” spiega Pansa.

Il direttore ha ricordato quando, nel 2008, le agenzie hanno parlato per la prima volta di ‘alone terrorist’, termine che negli anni a seguire è entrato nel gergo comune come “lupo solitario”, e della “capacità di internet nella gestione della propaganda e delle attività operative delle stesse organizzazioni”. A partire dal 2009 viene, poi, rilevata la minaccia cyber: una delle principali sfide con cui il mondo dell’intelligence e il mondo della sicurezza si sarebbe dovuta confrontare. Fino a giungere agli ultimi anni in cui particolare attenzione è stata rivolta all’evolversi della minaccia terroristica e delle organizzazioni terroristiche, che da essere inizialmente una ‘minaccia simmetrica’ sono diventate al contempo una minaccia ‘asimmetrica’, comportando, quindi, situazioni di rischio crescente per il nostro Paese.

Ma il direttore generale del DIS ha detto di essere particolarmente fiducioso e di poter confidare nella capacità di saper analizzare fenomeni attuali e valutarli nella loro dimensione futura.

Nella sezione ‘highlights’ della Relazione 2017 sono stati evidenziati i vari ‘trend’ in evoluzione o in continuità con quelli esistenti: “trend di sviluppo di esiti incerti di fenomeni terroristici come il confronto delle economie dei vari Paesi occidentali con quelle dei Paesi ‘emersi’ crea un reale problema di competitività tra loro, mettendo a rischio alcuni aspetti legati all’economia”. Come il caso della regione mediterranea, che continua ad essere area centrale nell’ottica della strategia globale, area che “per noi ha un valore ulteriore sia perché vi siamo parte fondamentale perché siamo un Paese centrale dal punto di vista geografico e non solo” ha spiegato lo stesso Pansa. Pertanto, elementi di particolare rilevanza continueranno ad essere il quadrante nordafricano e quello mediorientale.

Tra gli ‘allarmi’ lanciati nella Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza vi è anche la crescente diffusione delle criptovalute "prospetta criticità legate ad un loro potenziale utilizzo a fini di riciclaggio, evasione fiscale, esportazione illecita di capitali e finanziamento al terrorismo", si legge nel documento. "Le criptovalute rappresentano solo una delle possibili applicazioni della tecnologia blockchain. Nel 2017, un numero crescente di istituzioni e aziende, soprattutto nel settore finanziario, ha avviato progetti basati su questa tecnologia con lo scopo di creare infrastrutture immateriali innovative che consentano, tra l’altro, di abbattere i costi delle operazioni di scambio di titoli di proprietà o di valori".

Certamente ci sono stati dei grandi successi, in particolare quella delineata dalla nostra intelligence già dieci anni fa”, quella dell’Isis, ha ricordato il premier Paolo Gentiloni, prendendo la parola dopo l’intervento di Alessandro Pansa. “Un’organizzazione terroristica che controlla un territorio, una specifica minaccia che è stata quasi totalmente sconfitta militarmente in Iraq e in Siria. Quindi non sono mancate delle buone notizie, che poi in questa attività le buone notizie quasi sempre sono non notizie, quello che non succede” ha proseguito il premier.

Ma questo non significa che la minaccia si sia esaurita, tutt’altro. “È difficile per noi ricordare un periodo nel quale, a livello internazionale, non solo nella nostra regione, ci sia un livello di instabilità paragonabile a quello attuale”. Pertanto, il presidente del consiglio ha ribadito la volontà di “continuare a lavorare contro la minaccia terroristica”.

(foto: governo italiano)