Conferenza (informale) dei capi delle Polizie Militari della NATO

(di Matteo Acciaccarelli)
19/09/17

Si sono aperti oggi a Roma, presso la caserma “Salvo D’Acquisto”, i lavori della “Conferenza dei capi delle polizie militari della NATO”, riunione informale dei vertici delle polizie militari Alleate. A presenziare l’apertura erano presenti il capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, ed il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette.

I lavori della conferenza, che si chiuderanno il 22 settembre, saranno volti ad aumentare la collaborazione sulla sicurezza interna della NATO, specialmente per quanto riguarda la lotta al terrorismo. Ma non solo, perché nella conferenza si cercherà di trovare un accordo generale volto ad aumentare il budget di ogni singolo Paese per la polizia militare (d’ora in avanti MP), in modo tale da poter supportare tutte le attività svolte e per aumentare le capacità di addestramento all’interno dei centri d’eccellenza.

Anche lo scambio di informazioni sarà importantissimo per poter dare una visione completa ed univoca della MP. A questo fine verranno decise, basandosi sulle decisioni prese nella conferenza dello scorso anno in Canada, anche alcune esercitazioni da svolgere congiuntamente tra le varie MP dei membri dell’Alleanza Atlantica. Paesi, specialmente Italia e Canada, che sono impegnati anche nell’addestramento di alcune MP di nazioni extra-NATO, ovvero Iraq e Ucraina. Questo sforzo è necessario per poter creare delle polizie altamente specializzate al fine di garantire la sicurezza e la stabilità, ma questo sforzo deve essere compiuto congiuntamente.

Dopo la presentazione iniziale della conferenza, guidata dall’Italia in qualità sia di Paese ospitante sia di presidente del Comitato della Polizia Militare della NATO (NATO MP Panel), la parola è stata presa dal generale Graziano, il quale, dopo i rituali saluti, ha parlato dell’importanza dello scenario europeo per quanto riguarda la MP. “Il terrorismo, l’immigrazione, la competizione tra Stati, il comportamento deciso della Russia, le organizzazioni criminali e l’instabilità degli Stati”, sono questi per il CSMD i punti di partenza dai quali questa conferenza si deve muovere. Perché senza una collaborazione tra tutti gli stati presenti, in realtà anche alcuni non incorporati nella NATO come l’Ucraina, il Qatar, l’Armenia e la Georgia, sarà difficile ottenere la stabilizzazione dei Paesi mediorientali ed africani, i quali contribuiscono alle problematiche che sta vivendo l’Europa. A tal proposito, è importante, ha ricordato Graziano: “L’addestramento ed il supporto nelle operazioni che vengono svolte per supportare governi deboli dell’area”.

Preoccupanti per l’Europa l'immigrazione e l'instabilità della Libia. Proprio il tema dell’immigrazione clandestina è stato centrale nel discorso di Graziano, perché “il problema dei migranti non si può fermare con i muri. È un fenomeno inarrestabile, ma non per questo non controllabile”. Come controllarlo? Graziano non lo dice, ma ha lasciato trasparire che la NATO, così come l’Italia, ha tutte le carte per poterlo fare, specialmente se tutti collaborano a questo fine.

La collaborazione quindi alla base di tutto e, soprattutto, della conferenza, che dovrà gettare le basi per estendere l’attuale cooperazione tra MP anche all’estero, nell’ambito delle missioni sotto egida NATO. Una cosa che i carabinieri già fanno, ha assicurato Graziano, cercando di stabilizzare il più possibile i Paesi dove sorgono problemi. “Trovare una strada comune da seguire grazie alle esperienze maturate sul campo, al fine di rispondere correttamente alle sfide alla sicurezza interna”, questo l’indirizzo finale dato dal capo di stato maggiore della Difesa.

Una raccomandazione auspicabile per la NATO, la quale si vede di fronte sfide alle quali ancora non è riuscita a dare una risposta decisa e univoca.