Kosovo, un anno di impegno

05/01/14

A fine anno, i militari italiani di stanza a Pec, appartenenti al 52° Reggimento artiglieria terrestre “Torino” e guidati dal Colonnello Antonio Sgobba, Comandante del Multinational Battle Group West, hanno proseguito nell’opera di assistenza e cooperazione, effettuando una donazione di capi di vestiario presso il “Centro per una vita indipendente” di Vitomirica, Istituto impegnato nel supporto a giovani portatori di handicap.

L’attività di assistenza e cooperazione si è rinnovata anche nel giorno di San Silvestro, con la consegna di banchi e sedie per l’allestimento di aule di studio presso il centro giovanile “Padre Lorenc Mazrreku” in Pec, tutto al fine di costruire un futuro di convivenza civile partendo proprio dalle giovani generazioni.

Nel 2013 il contingente italiano ha portato a termine 21 progetti CIMIC a favore della popolazione del Kosovo di ogni etnia. Tali progetti vanno dalla donazione di strumentazione alle emittenti locali di Radio Peja e Radio Gorazdevac alla costruzione di un parco giochi per una scuola elementare, dalla donazione di computer e costituzione di aule d’informatica in diverse scuole nella regione alla donazione di un ambulatorio otorino–oftalmico in un’enclave serba. Il 2013 è stato un anno particolarmente importante per la stabilità del Kosovo, un anno certamente ricco sotto il profilo degli impegni sostenuti dai militari del contingente italiano schierati in quest’area.Dopo anni di controversie, lo scorso 19 aprile, a Bruxelles, il governo di Pristina e quello di Belgrado hanno firmato uno storico accordo che guiderà alla normalizzazione nelle relazioni tre le entità serbe ed albanesi nella Repubblica del Kosovo.La regolarità nello svolgimento delle elezioni amministrative del Kosovo nel mese di novembre è stata un prova di maturità per le Istituzioni kosovare, ma anche una conferma di quanto sia ancora necessario il contributo alla libertà di movimento ed alla sicurezza della popolazione garantito dai militari italiani di KFOR che hanno garantito il corretto svolgimento del processo elettorale.Dal giorno dello schieramento di KFOR, a seguito della risoluzione 1244 delle Nazioni Unite del 10 giugno 1999, ad oggi, il Kosovo è passato da essere una terra di conflitti e tensioni etniche ad un’area più stabile e sicura. Questi progressi hanno creato le condizioni affinché il Consiglio del Nord Atlantico riducesse nel tempo la presenza della forza NATO in Kosovo da un totale iniziale di 50.000 uomini e donne ad uno attuale di circa 5.000 unità appartenenti a 31 Paesi differenti.Nonostante periodiche tensioni, che esprimono la complessità della realtà kosovara, nel corso del 2013, nel settore di interesse dove da quattordici anni operano i “peacekeepers” italiani, con il conseguimento delle condizioni di stabilità della regione e con l’implementazione della preparazione delle forze di polizia kosovare, si è raggiunto il passaggio alle autorità locali della responsabilità della sicurezza dell’importante sito religioso del Patriarcato serbo ortodosso di Pec - patrimonio UNESCO.Il processo di transizione è durato quattro mesi e si è concluso lo scorso settembre rappresentando un risultato significativo verso il miglioramento delle condizioni in Kosovo.

Fonte: EI