Kosovo: incontro dei cappellani militari di KFOR

(di Stato Maggiore Difesa)
23/03/18

​Si è svolto di recente, presso la sede del Multinational Battle Group West (MNBG-W) nella base denominata “Villaggio Italia” il “KFOR Chaplains meeting” con lo scopo di promuovere lo scambio ecumenico ed interconfessionale tra i contingenti multinazionali di KFOR.

Il cappellano militare del contingente italiano, don Fausto Amantea, ha accolto i partecipanti presso la Chiesa di San Francesco nella base italiana di Pec/Peje dove si è tenuto un momento di preghiera comune in cui è stata inoltre ricordata l’opera di papa Giovanni XXIII, patrono dell’Esercito Italiano.

Il comandante del Multinational Battle Group West, colonnello Ettore Gagliardi ha salutato i cappellani militari intervenuti, evidenziando la centralità del ruolo dell’assistente spirituale a favore dei soldati di tutte le forze armate e per la promozione della pace.

Il meeting si è poi concluso con una visita di tutti i partecipanti al Monastero di Decane.

Dallo scorso 6 settembre 2013 il nostro Paese ha assunto il comando dell’intera missione KFOR e il generale di Divisione dell’Esercito Salvatore Cuoci è l’attuale comandante, alle cui dipendenze operano 30 nazioni delle quali 22 appartenenti alla NATO ed 8 partner.

Le forze che dal 1° marzo 2011 compongono la Kosovo Force (KFOR) permanentemente schierate in Kosovo sono: due Multinational Battle Group (di cui uno a comando italiano), un reggimento carabinieri MSU (composto esclusivamente da militari dell’Arma), un reggimento con funzioni di riserva tattica (multinazionale), nr. 3 unità multinazionali denominate JRD (Joint Regional Detachment) di cui uno a leadership italiana.

Il MNBG-W a guida italiana, su base 185° reggimento artiglieria paracadutisti Folgore dell’Esercito Italiano, assicura la liberta di movimento dei cittadini del Kosovo garantendo un ambiente sicuro e protetto nel rispetto del pluralismo delle etnie e delle confessioni religiose presenti sul territorio Balcanico, così come stabilito dalla Risoluzione delle Nazioni Unite n. 1244.