A dare ufficialità alla cerimonia ha contribuito la presenza dell’ambasciatore per l’Italia in Kosovo S.E. Andreas Ferrarese e del generale di divisione Francesco Paolo Figliuolo, comandante di KFOR.
Nel corso del suo intervento, il COMKFOR ha ringraziato i militari del MNBG-W “per la professionalità, l’imparzialità e l’umanità” con cui hanno operato in Kosovo.
“Avete sempre agito – ha ricordato il Generale Figliuolo – nel rispetto del mandato, per garantire la sicurezza e la libertà di movimento a tutte le genti del Kosovo. Non vi siete mai risparmiati in attività a favore della popolazione e a supporto della società e delle autorità locali, consapevoli che una società più giusta contribuisce in maniera decisiva ad eliminare tensioni etniche e ogni forma di estremismo.”
Gli alpini del 5° Reggimento non sono nuovi alle missioni fuori area, hanno già operato in Bosnia, Kosovo e due volte in Afghanistan, in questi sei mesi, al comando del colonnello Cavalli, hanno garantito la libertà di movimento nell’area occidentale del Kosovo, nonché, garantendo la sorveglianza continuativa del monastero ortodosso di “Visoki Dečani” e fornendo una forza di reazione rapida impiegabile per qualunque evenienza, specie in assetto anti sommossa, in piena aderenza alla risoluzione 1244 delle Nazioni Unite.
Oltre alle attività operative, grande impegno è stato profuso anche nelle attività di cooperazione-civile militare, uno dei pilastri dell’impegno italiano nel teatro balcanico. Tra i maggiori risultati ottenuti, ricordiamo la costituzione del primo team di soccorso in montagna, la nascita di un primo nucleo di disinfettori ambientali, la forte cooperazione mirata allo sviluppo delle capacità dei Vigili del Fuoco delle 12 municipalità del settore occidentale del Kosovo e le numerose donazioni di generi alimentari ed altri beni in favore di varie organizzazioni locali.
Inoltre, il Multinational Battle Group West ha avuto un fondamentale ruolo di mediazione tra la municipalità di Deçan/Dečani e il monastero di “Visoki Dečani” per raggiungere l’accordo sulla costruzione di un ponte Bailey sul fiume attiguo all’area su cui insiste il monastero: oltre ai risvolti di carattere operativo, quest’opera agevolerà l’accesso di tutta la popolazione all’area naturalistica vicina al monastero, favorendone un possibile sviluppo economico.
Lo Stendardo del 132° Reggimento Carri, al comando del colonnello Ciro Forte, torna per la seconda volta in territorio balcanico, dopo aver partecipato all’Operazione “Joint Guardian” nel 2000. I carristi dell’Ariete continueranno a svolgere i compiti assegnati all’unità multinazionale, che vede la partecipazione anche di militari sloveni, austriaci e moldavi.
Fonte: KFOR PAO Chief - ten.col. Andrea Martellotti