Inizio della fase 2 della missione militare EUNAVFOR MED

(di Giuseppe Paccione)
19/10/15

È giunto anche il momento di avviare la fase 2 dell’operazione militare dell’Unione Europea (UE) nel Mediterraneo centro meridionale, denominata EUNAVFOR MED, iniziata nel giugno 2015, denominata Sophia, nome di una bambina somala nata su una nave da guerra battente bandiera italiana che stava in missione di soccorso nelle vicinanze delle coste della Libia, consistente nel porre in essere operazioni di law enforcement attraverso strumenti militari.

Ma qual è lo scopo di questa seconda fase? È quella di contrastare le reti criminali che si connettono al traffico e sfruttamento di migranti per il mare del Mediterraneo e sgonfiare il flusso migratorio via mare, in concerto con il diritto internazionale che viene attuato.

Il COPS – il comitato politico e di sicurezza – ha il compito di controllare sul piano politico la missione, mentre l’EUOHQ – id est l’operazione del quartiere generale dell’UE – ha quello operativo presso il COI – Comando Operativo di Interforze – con sede a Roma.

Si è passati alla fase 2, dopo che il Consiglio UE ha dato parere favorevole alla fase 1 che riguardava la raccolta e le analisi di intelligence ed informazione. La seconda fase, quindi, statuisce la possibilità di avviare ispezioni, sequestri, arresti e dirottamenti verso le acque internazionali di imbarcazioni che sono sospettate di essere utilizzate per la tratta di persone o il traffico di migranti. È stato avviato anche il dispositivo aeronavale nel mare territoriale della Libia, grazie all’adozione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, n.° 2240/2015/S, che autorizza l’ispezione e il sequestro delle imbarcazioni che potranno essere distrutte, sospettate di essere utilizzate per il traffico illecito dei migranti o per la tratta di esseri umani al largo delle coste libiche, come di sovente ribadito sopra.

Il passaggio dalla prima fase alla seconda viene presentata dal Comando operativo, dopo aver esaminato la situazione nelle zone di mare. Tale passaggio, va sottolineato, è avvenuto grazie alle informazioni che hanno dimostrato in modo tangibile l’attività illecita degli scafisti nella tratta e nel traffico delle persone. Gli Stati che partecipano all’operazione sono una ventina, tra cui il nostro Paese, sia finanziariamente, che attraverso la fornitura di assetti e di personale militare. Quest’operazione è costituita dalla presenza di sette navi da guerra e sei tra elicotteri e aerei; inoltre, è presente la portaerei battente bandiera italiana “Cavour”, considerata la nave comando della missione affiancata da una fregata e un rifornitore tedesco, da una nave di supporto inglese e dalle fregate di Belgio, Francia e Spagna. Il nostro Paese, va assolutamente ricordato all’opinione pubblica, è stato autorizzato a partecipare alla missione navale con il Decreto-legge dell’8 luglio 2015, n. 99 inerente alle disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata EUNAVFOR MED, (15G00119) (Gazzetta Ufficiale n.156 del 8-7-2015), provvedimento entrato in vigore l’8 luglio 2015. Tale Decreto-Legge è stato convertito dalla L.4 agosto 2015, n.117 (in Gazzetta Ufficiale del 06/08/2015, n.181).

Sono ben note le attuali operazioni nel mare Mediterraneo come, ad esempio, Mare Sicuro, TRITON e EUNAVFOR MED, che interagiscono mediante lo scambio di informazioni e di personale, al fine di mantenere le attività delle navi da guerra impegnate in diverse missioni nel contesto dei rispettivi compiti. Ciò potrebbe essere certo per Mare Sicuro e l’EUNAVFOR MED, che potrebbero apparire simili nelle fasi operative anche nella fase 2. È d’uopo rammentare che Mare Sicuro è un’operazione totalmente dello Stato italiano, che ha come obiettivo quello di tutelare gli interessi nazionali, rispetto all’EUNAVFOR MED che è stata voluta dall’UE, che ha limitato il suo mandato. Questo non ostacola le unità che fanno parte di tutti e tre i meccanismi per attuare le missioni SAR (Search and Rescue) con cui si indica un insieme di operazioni di salvataggio condotte da uomini addestrati a tale scopo e all'impiego di specifici mezzi navali, aerei o terrestri volti alla salvaguardia della vita umana in particolari situazioni di pericolo e ambienti ostili quali montagna, forra o mare. Essa dovrebbe concludersi entro 12 mesi a partire dalla piena capacità operativa (Full Operational Capability, Foc) conseguita il 27 luglio; questo non esclude tuttavia una sua estensione, come accaduto altresì per altre missioni navali, come, ad esempio, con Atalanta o EU NAVFOR Somalia che è una missione diplomatico-militare dell'UE per prevenire e reprimere gli atti di pirateria marittima lungo le coste dello Stato del Corno d'Africa a sostegno alle risoluzioni n.1814, 1816, 1838 e 1846 adottate nel 2008 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.