Il generale Risi è il nuovo comandante della missione NATO in Kosovo

(di Stato Maggiore Esercito)
21/11/19

Il generale di divisione dell’Esercito Michele Risi è diventato l’undicesimo comandante italiano della Kosovo Force della NATO, subentrando al pari grado Lorenzo D’Addario, giunto al termine del proprio mandato annuale.

La cerimonia di cambio si è svolta alla presenza del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, del capo di stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli e del comandante dell’Allied Joint Force Command di Napoli, ammiraglio James G. Foggo III, nonché di numerose autorità civili, militari, religiose e diplomatiche.

Nel suo discorso di commiato il generale D’Addario ha sottolineato come la collaborazione tra KFOR, la Comunità Internazionale, le Istituzioni in Kosovo e i Paesi limitrofi, abbia portato ad un enorme cambiamento, caratterizzato da un ventennio di Pace e di stabilità. Un impegno dal quale nasce il motto “United in Commitment” che ha accompagnato tutto il suo mandato quale XXIII comandante della missione della NATO, nella quale sono impegnati circa 3.500 unità provenienti da 20 Paesi dell’Alleanza Atlantica e 8 nazioni partner, con l’Italia secondo contributore con 600 militari.

Il generale D’Addario ha inoltre ripercorso gli eventi salienti del suo periodo di comando, tra cui la razionalizzazione dal punto di vista operativo delle forze sul campo, con la costituzione di due Regional Commands, West and East, il primo dei quali a guida italiana con base a Pec/Peja. Ringraziando gli uomini e le donne che hanno servito la missione, ha messo in luce il ruolo delle loro famiglie, il cui supporto quotidiano consente ai militari di operare serenamente ed efficacemente.

In precedenza, l'ammiraglio Foggo ha evidenziato il grande lavoro svolto dal comandante uscente nel promuovere il dialogo tra le parti, in collaborazione con gli attori nazionali ed internazionali. Nel proprio discorso di insediamento, il generale Risi ha espresso l’intenzione di continuare l’opera di KFOR nel segno della stabilità, per contribuire al progresso e alla prosperità di una regione di importanza strategica per lo spazio Euro-Atlantico.