Mariscuola La Maddalena: fra tradizione e innovazione

(di Renato Scarfi)
05/08/22

Inserita in un contesto ambientale unico nel Mediterraneo, la Scuola Sottufficiali della Marina Militare a La Maddalena rappresenta un punto di riferimento per la categoria.

Dal 1949, anno della sua costituzione, provvede alla formazione etica, militare e tecnico-professionale dei sottufficiali della Marina Militare principalmente quelli della categoria dei nocchieri, nostromi, tecnici di macchina e dei nocchieri di porto della Guardia costiera.

A favore di coloro che, magari, pensano che la destinazione presso un Istituto di formazione sia un impegno relativamente riposante, basti pensare che i 174 ufficiali, sottufficiali, truppa e i 110 componenti del personale civile consentono di erogare ogni anno circa 18.000 ore di lezione a favore dei volontari e graduati che frequentano i corsi base, dei sottufficiali e del personale di altre Forze Armate che partecipano ai corsi avanzati e che vengono formati e abilitati al comando e condotta di mezzi navali e alla condotta di impianti di propulsione navale. Complessivamente si tratta di più di 2.300 giovani uomini e donne che passano da La Maddalena ogni anno, per un periodo che va da poche settimane a svariati mesi. Dal 2020, inoltre, l’afflusso di frequentatori è andato aumentando, con prospettive di probabile ulteriore futuro aumento per una opportunità di lavoro e di carriera certamente impegnativa, ma estremamente affascinante e densa di soddisfazioni.

Ciò significa anche fornire vitto e alloggio per medi e lunghi periodi a coloro che, amministrativamente, devono essere “accasermati” (cioè coloro per i quali non è previsto il trattamento di missione). Parliamo di più di 1.000 pasti al giorno, preparati nelle mense della struttura, e di camerette, mediamente da 3, 4 o 5 letti per tutti i frequentatori. Un impegno notevole che, nel periodo di pandemia, ha costretto a pensare soluzioni molto dinamiche al fine di garantire le misure di isolamento per coloro che erano risultati “positivi” al virus.

A questo si aggiunge l’attività sportiva, anch’essa formativa. Oltre alla pratica della voga, l’Istituto ha una piscina, che viene estensivamente impiegata per l’addestramento del personale e per il rilascio ai frequentatori dei brevetti di salvamento.

Ma l’impegno, già di per sé importante e delicato, del personale assegnato all’Istituto non si esaurisce con la formazione militare e tecnica del personale. La Scuola, infatti, fornisce anche supporto logistico, tecnico e amministrativo agli Enti e ai Comandi nell’area operativa del Nord Sardegna.

Tutto ciò non dimenticando che l’Istituto è integrato in un territorio che vanta secoli di proficui rapporti con il traffico marittimo commerciale e di presenza di installazioni militari a difesa del territorio e delle navi mercantili.

Grazie alle difese naturali rappresentate dalle isole dell’arcipelago, che offrono riparo dai forti venti che si incanalano nelle Bocche di Bonifacio, infatti, fin dall’antichità e per diversi secoli l’area è stata scalo intermedio dei traffici commerciali del Mediterraneo. Ancora oggi sui suoi fondali ogni tanto avvengono interessanti ritrovamenti, a testimonianza dell’intensa frequentazione dalla preistoria all’impero romano e oltre.

Proprio per questa sua caratteristica La Maddalena fu anche oggetto delle mire espansionistiche francesi, che assegnavano alle questioni marittime una significativa priorità. Dalla torre sull’isola di Santo Stefano, ancora oggi ben conservata, il 20 febbraio 1793 l’allora tenente colonnello di artiglieria Napoleone Bonaparte attaccò il paese con un pesante bombardamento, cui i maddalenini risposero contrattaccando, coraggiosamente guidati da Domenico Millelire, e ponendo fine all’aggressione dei transalpini.

Tra l’ottobre 1803 e il gennaio 1805, inoltre, la flotta inglese sostò più volte nelle tranquille acque della baia maddalenina, da dove era più comodo sorvegliare la flotta bonapartista, all’ancora nel porto di Tolone, dal quale La Maddalena distava solo 24 ore di navigazione. Da queste acque Nelson salpò con le navi di Sua Maestà Britannica per inseguire la flotta francese, evento che portò allo scontro del 21 ottobre 1805 a Trafalgar. Di quell’epoca rimangono alcuni cimeli regalati da Nelson al termine della penultima delle sue otto soste nell’arcipelago, quale segno di stima per gli abitanti. Si tratta di due candelieri e un crocefisso d’argento, accompagnati da una lettera autografa, oggi custoditi nel locale museo diocesano, con la quale Nelson ringraziava dell’ospitalità ricevuta. La lettera di risposta dei maddalenini è oggi custodita presso il British Museum.

Dalla nascita dello Stato unitario, poi, La Maddalena ha sempre visto una importante presenza della Marina Militare, sia come base operativa nazionale e NATO, che come capacità di intervento per le riparazioni sulle unità della Squadra navale, grazie alle numerose elevate professionalità civili e militari presenti in arsenale, fino a tempi abbastanza recenti.

Tornando ai nostri giorni, la formazione del personale della Marina avviene per passi successivi. Al momento dell’ingresso è, infatti, indispensabile fornire ai frequentatori gli strumenti per l’inserimento nel mondo militare e per assimilare i principi etici propri della Forza Armata. Si passa poi alla formazione tecnica vera e propria, che si sviluppa in attività teorica, attività pratica nelle officine e laboratori dell’Istituto e in attività addestrativa in mare, dove i frequentatori imparano le procedure e cominciano a prendere confidenza con l’ambiente nel quale opereranno.

Sotto il profilo tecnico, le officine rappresentano il campo nel quale i frequentatori si trovano a imparare a usare mezzi, materiali e macchine utensili che saranno i loro strumenti professionali nel corso della carriera. Ecco, allora, che coloro che si occuperanno di impianti di refrigerazione (tra cui anche l’aria condizionata, fondamentale sulle navi moderne, sia per la presenza di una sviluppatissima rete di apparati elettronici sia perché le unità sono sostanzialmente “chiuse” verso l’esterno) potranno conoscere vari tipi di impianto e impararne la gestione. Coloro che, invece, saranno abilitati alla conduzione di apparati di propulsione navale potranno “incontrare” moderni motori di differenti dimensioni, perfettamente funzionanti e montati su banconi appositamente predisposti. Una formazione in ideale continuità con il passato, quando i frequentatori si trovavano a lavorare sui motori delle navi a vapore come motoristi e meccanici (un’unità operativa era sempre presente nella baia, per l’indispensabile attività pratica degli allievi, comprese le uscite in mare). Un lavoro che era al contempo altamente qualificante e molto pericoloso.

Come ci spiega il comandante dell’Istituto, capitano di vascello Mauro Panarello, ciò fa dell’Istituto un importante polo tecnologico sardo, che unisce alle tradizioni marinaresche e alle lezioni pratiche il supporto di lezioni teoriche condotte in aule predisposte con i più moderni strumenti didattici, dalle lavagne interattive multimediali (LIM) alle telecamere e ai dispositivi di comunicazione che permettono di seguire le lezioni da remoto (facilitando anche i frequentatori “positivi”) e di interagire “in diretta” con il docente.

A questo si aggiunge anche un moderno simulatore di plancia, che permette ai frequentatori di fare pratica con le procedure di conduzione di mezzi navali e con gli apparati di sicurezza alla navigazione che poi ritroveranno a bordo. Il simulatore permette di realizzare situazioni complesse con più unità in “navigazione” e diverse condizioni meteomarine. Ore di apprendimento e addestramento che si riveleranno utilissime una volta che dal simulatore si passerà alla conduzione vera e propria in mare, nelle acque ristrette e trafficate dell’arcipelago.

Ciò permette all’Istituto di preparare adeguatamente il personale che, alla fine dei corsi, potrà essere immediatamente impegnato in attività operative a bordo nelle navi della flotta, già perfettamente a conoscenza degli apparati con cui dovrà lavorare.

Fra tradizione e innovazione dicevamo. Accanto alle più moderne tecnologie per la didattica, alla presenza degli apparati installati anche sulle unità operative e alle tradizionali regole militari, infatti, a La Maddalena i frequentatori possono anche prendere contatto con autentici pezzi di storia tecnologica correlata alla Marina. Dopo attente ricerche, infatti, è stato ritrovato un apparato di propulsione FIAT da 1750 cavalli risalente al 1942.

A quanto sembra, si tratta di uno dei pochissimi esemplari rimasti al mondo di motore navale non sovralimentato a due tempi, che era installato sui sommergibili dal 1939 al 1945 e su tutte le corvette italiane, operative fino agli anni settanta. È allo studio un progetto di valorizzazione di questo cimelio storico che, magari potrebbe vedere il coinvolgimento della casa costruttrice o di partner privati per supportare l’iniziativa.

Fra tradizione e innovazione, quindi, tenendo sempre ben presente l’integrazione con il territorio, la popolazione e le istituzioni locali, con le quali l’Istituto ha proficui rapporti che permettono di saldare ulteriormente i profondi legami dell’isola con la Marina Militare.

Fra tradizione e innovazione, infine, con l’affetto che tanti giovani Sottufficiali avranno per sempre per questa isola e per la sua popolazione, unito al fatto che la formazione altamente professionale che questo importante polo tecnologico e formativo permetterà loro di portare le alte competenze e lo spirito della Forza Armata in giro per i mari di tutto il mondo, accrescendo il prestigio dell’Italia.

Foto: autore / Marina Militare