La Mare Aperto rappresenta la più grande esercitazione annuale della Difesa, pianificata e condotta dalla Marina Militare. Coinvolge tutte le eccellenze della Marina Militare: navi, sommergibili, assetti aerei, forza da sbarco, reti di telecomunicazione e sistemi di cyber defence, in uno scenario multidominio e interforze.
L'edizione di quest'anno ha riservato particolare attenzione al contrasto delle minacce CBRN – Chimiche, Biologiche, Radiologiche e Nucleari – attraverso un articolato evento addestrativo sviluppatosi dal centro del Mar Tirreno fino al Tevere, tra l'8 e il 14 aprile.
La complessità dell'operazione è testimoniata dall'ampia partecipazione di attori istituzionali e civili. Accanto agli assetti della Marina Militare, hanno operato in stretta sinergia le Capitanerie di Porto, l'Esercito Italiano, l'Arma dei Carabinieri, la Croce Rossa Italiana, il Corpo Militare della Croce Rossa, le Infermiere Volontarie della Croce Rossa, la Protezione Civile, il CISOM, il servizio di emergenza ARES 118 e gli equipaggi di due unità della flotta mercantile italiana. Un dispositivo nazionale di elevato livello, a dimostrazione della capacità del Paese di rispondere in modo coeso a scenari complessi.
L'esercitazione prende il via l'8 aprile, quando la nave traghetto Rosa dei Venti, in navigazione da Cagliari a Marina di Carrara, lancia un allarme via radio, segnalando un attacco da parte di terroristi e la presenza di feriti a bordo.
Il cacciatorpediniere Mimbelli, più vicino all'area, riceve la richiesta di soccorso e invia due team di fucilieri della brigata marina San Marco (il primo d'assalto e il secondo CBRN). I terroristi si sono già dileguati, ma a bordo vengono rinvenuti indizi riconducibili a materiale radioattivo, confermati anche dai sintomi manifestati da alcuni feriti.
A supporto interviene il Multirole Exploitation and Reconnaissance Team (MERT) del 7° reggimento Cremona dell'Esercito Italiano, imbarcato sul Mimbelli, che accerta la natura chimica della contaminazione.
L'operazione si articola su due direttrici principali: da un lato il soccorso ai feriti, trasportati nel porto sicuro di Civitavecchia e affidati alle autorità sanitarie competenti; dall'altro, l'attività di ricerca e neutralizzazione dei responsabili del furto di materiale contaminato.
L'attività d'intelligence individua una cellula sospetta nelle campagne alle porte di Roma, in località Santa Rosa di Mazzalupo. Nuovamente, un team della brigata marina San Marco viene impiegato per un'azione mirata, condotta in coordinamento con unità dell'Esercito Italiano.
Le operazioni consentono di individuare con precisione il tipo di agente in possesso ai terroristi e di rinvenire una mappa con l'indicazione dell'area prevista per lo sversamento della sostanza chimica: un impianto irriguo lungo le rive del Tevere.
L'assalto decisivo avviene in ambiente fluviale e notturno, lungo il Tevere, grazie a un'operazione “riverine" condotta in modo rapido ed efficace dalla brigata marina San Marco.
Per completare le operazioni di bonifica e acquisizione prove, la Marina Militare attiva il supporto tecnico-scientifico dei carabinieri del nucleo radioattivi, tutela ambientale e sicurezza energetica.
La Mare Aperto 2025 conferma ancora una volta la sua centralità come laboratorio operativo in cui far convergere competenze, capacità e tecnologie di più enti e istituzioni, in un contesto interforze e interagenzia.
Uno scenario altamente realistico, in cui si testano procedure, si perfeziona la collaborazione e si rafforza la capacità collettiva di reazione a eventi emergenziali complessi, in difesa della sicurezza nazionale e della collettività.