Oggi si conclude un percorso epocale per il personale non dirigente delle Forze Armate con la firma del rinnovo contrattuale per il triennio 2022-2024.
Per la prima volta, le Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari (APCSM) hanno partecipato come protagoniste, segnando l’avvicendamento con i precedenti organi di rappresentanza.
La trattativa ha rappresentato una sfida complessa, caratterizzata da tempistiche ristrette, vincoli finanziari rigidi e la necessità di bilanciare peculiarità normative. Tuttavia, i rappresentanti sindacali hanno dimostrato chiarezza, professionalità e determinazione, ottenendo risultati significativi nonostante alcune richieste siano rimaste insoddisfatte.
Gli incrementi economici e le nuove indennità
Sul piano economico, a partire dal 1 gennaio 2024, gli aumenti salariali saranno pari a circa 100 euro netti mensili per i graduati, con incrementi progressivi per i gradi superiori, corrispondenti a un aumento medio del 6%. Questo rappresenta un miglioramento rispetto ai precedenti rinnovi, fornendo anche benefici contributivi per le pensioni future.
Oltre agli aumenti salariali, sono state introdotte o incrementate diverse indennità, tra cui:
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Indennità notturna per servizi armati e non (18 euro lordi);
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Incremento di 3 euro lordi al Compenso Forfettario di Guardia (CFG);
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Nuove indennità per settori specifici, come il personale cyber, subacquei, cinofili, artificieri e soccorritori alpini.
Sul piano normativo, si registrano passi avanti nel riconoscimento della genitorialità e del benessere lavorativo:
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Esenzione dai turni notturni per genitori monoparentali con figli fino a 14 anni o con figli affetti da gravi patologie;
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Revisione della licenza straordinaria per congedo parentale;
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Estensione della licenza solidale per assistenza ai genitori e conviventi di fatto.
Nonostante i risultati conseguiti, restano aperte diverse questioni, tra cui:
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La revisione strutturale del Compenso Forfettario di Guardia;
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La regolamentazione della flessibilità oraria individuale;
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L’armonizzazione normativa per il recupero delle ore non retribuite e il frazionamento orario del congedo parentale.
Le sigle sindacali hanno ottenuto l’impegno della controparte a discutere queste tematiche già a partire dal prossimo anno, con l’obiettivo di raggiungere ulteriori miglioramenti nel triennio 2025-2027.
Le organizzazioni sindacali del Comparto Difesa sottolineano come il 92% degli stanziamenti sia stato destinato al trattamento economico fisso, un fatto senza precedenti. Il restante 8% è stato utilizzato per migliorare le indennità accessorie, segno di una gestione attenta alle esigenze del personale.
Il sottosegretario alla difesa, on. Matteo Perego di Cremnago (con delega alle relazioni con le rappresentanze sindacali), ha commentato: “Questo risultato, frutto di un lavoro coeso e sinergico, migliora il trattamento economico del personale delle Forze Armate e di Polizia, offrendo benefici concreti a chi serve il Paese con dedizione e abnegazione. Siamo sulla strada giusta.”
Pochissime sigle sindacali non hanno firmato. Una mossa politicamente “furba” alla ricerca di iscritti? Probabile, ma nell’attuale governo chi scaglierà la prima pietra?
Il 2024 si chiude, vista la situazione difficile delle finanze, con un risultato accettabile per i destinatari del contratto e positivissimo per un esecutivo che non mancherà di presentarlo come prenatalizio successo “nazionale”. Il ritorno alla Casa Bianca di qualcuno a cui avevamo promesso molti più fondi in Difesa e che abbiamo bellamente preso in giro (...) potrebbe fornire alle future contrattazioni, più risorse e, perché no, il peso dell’odierno credito di fiducia.
La firma di questo contratto rappresenta dunque un passo avanti significativo, ma non un traguardo finale: il lavoro per migliorare - sia le “relazioni” con i rappresentanti sindacali che le condizioni di chi serve il Paese - continua...