Si è conclusa la scorsa settimana l’esercitazione “Gazza Ladra 2025”, una delle principali attività annualmente condotte dal comando interforze per le operazioni delle forze speciali (COFS) nel settore delle operazioni militari a tutela dei primari interessi nazionali all’estero.
Lo scenario, basato su una critica situazione interna di stati confinanti con l'Italia non appartenenti all'Alleanza Atlantica ma partnerizzati in un sistema di sicurezza regionale, ha previsto il rapimento di una troupe di giornalisti italiani in un paese del Mediterraneo da parte di una cellula terroristica, sostenuta da un terzo stato ostile con l'obiettivo di rovesciare il governo locale.
Il COFS, già impegnato con la nato nel ruolo di comando framework dello special operations component command (SOCC), si è trovato a fronteggiare la crisi facendo ricorso a tutti i reparti delle forze speciali e agli assetti di volo ad ala fissa e rotante nazionali, attuando per la prima volta l’ipotesi più complessa prevista dal piano di contingenza denominato “Rapido” e verificando la capacità di proiezione e schieramento di una forza d’intervento lontana dalle sedi stanziali.
Ottenuta l'autorizzazione politica a schierare una task force in una base operativa avanzata nel paese teatro del sequestro, attraverso scambi informativi con l'unità di crisi del ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con le agenzie di sicurezza nazionali e con simulate autorità locali, il COFS ha pianificato e condotto in circa dieci giorni un'operazione complessa su più obiettivi. Tra gli assetti, è stato inserito anche un negoziatore del gis dei carabinieri per trattare con il capo dei rapitori, che aveva chiesto la liberazione di un detenuto in Italia in cambio della vita degli ostaggi.
L’esercitazione ha interessato diversi sedimi dell’aeronautica militare sul territorio nazionale, tra cui Roma, Pisa, Poggio Renatico, Grazzanise quale località principale di rischieramento delle forze di intervento, Amendola e Gioia del Colle come basi intermedie avanzate, Jacotenente e Martina Franca quali aree obiettivo. A livello di reparti, hanno partecipato: gli incursori del 17° stormo di Furbara; piloti ed equipaggi di volo del 9° stormo di Grazzanise con elicotteri HH-101; personale e assetti C-130J e C-27J della 46ª brigata aerea di Pisa; personale del 3° stormo di Villafranca per attività ALARP (Air Landed Aircraft Refuelling Point); personale del 16° stormo “Protezione delle forze” di Martina Franca con compiti di role player e opposition forces; un assetto APR MQ-9 del 32° stormo di Amendola.
Hanno inoltre operato gli incursori del 9° reggimento paracadutisti d’assalto “Col Moschin”, del gruppo operativo incursori della marina militare e del gruppo intervento speciale dell’arma dei carabinieri, integrati da unità del 4° reggimento “Ranger”, del 185° reggimento ricognizione e acquisizione obiettivi e del 1° reggimento carabinieri paracadutisti “Tuscania”.
Sono stati impiegati complessivamente quattordici assetti aerei ad ala fissa e rotante per il supporto operativo, tra cui: un MQ-9 con funzioni ISR del 32° stormo di Amendola; un C-130J e un C-27J della 46ª brigata aerea di Pisa; sette elicotteri HH-101 del 9° stormo di Grazzanise; due CH-47F e un UH-90 del 3° REOS dell'esercito di Viterbo; un SH-90 del REA della marina militare di Luni.
L’azione risolutiva per la liberazione degli ostaggi e la neutralizzazione di più nuclei di terroristi, rappresentati da militari del 16° stormo di Martina Franca schierati come OPFOR, ha visto la presenza del sottosegretario di stato alla difesa on. Matteo Perego di Cremnago e del comandante del covi, generale di corpo d'armata Giovanni Maria Iannucci. Entrambi, accompagnati dal comandante del COFS, ammiraglio di squadra Paolo Pezzutti, si sono imbarcati su un C-27J per assistere alle attività a bordo di stabilizzazione di un ferito gravissimo da parte di un SORT (Special Operations Resuscitation Team), composto da un medico anestesista-rianimatore e due soccorritori militari delle forze speciali, qualificati attraverso corsi specialistici negli U.S.
Durante l’esercitazione, le autorità hanno visitato il 9° stormo di Grazzanise. In tale occasione, a suggellare il legame tra il COFS e il comparto operazioni speciali dell’aeronautica militare, il comandante del COFS ha incontrato il comandante del 9° stormo, colonnello Salvatore Florio.
La 1ª brigata aerea operazioni speciali (baos) dell’aeronautica militare assicura la qualificazione, l’addestramento, la specializzazione e l’approntamento delle forze speciali (incursori) e delle forze di supporto aereo alle operazioni speciali (saos), garantendo il costante aggiornamento, la standardizzazione e l’interoperabilità delle tattiche, tecniche e procedure a livello di forza armata, interforze, interagenzia e internazionale. Inoltre, ha il compito di predisporre una struttura di joint special operations air task group (JSOATG) altamente specializzata e pronta per esercitazioni e operazioni. Dipendono dalla 1ª baos il 17° stormo incursori di Furbara e il 9° stormo di Grazzanise. La brigata dipende gerarchicamente dal comando squadra aerea-1ª regione aerea di Milano. Il comparto operazioni speciali (comos) AM mantiene un collegamento tecnico con il comando interforze per le operazioni delle forze speciali (COFS).