Una nuova crisi in Crimea?

(di Tiziano Ciocchetti)
29/06/21

Sono iniziate ieri, 28 giugno, le manovre navali della U.S. Navy, della Marina ucraina e di molte altre marine, comprese quelle della NATO, nel quadro dell’esercitazione multinazionale Sea Breeze 2021 nel Mar Nero. Saranno impegnante fino al 10 luglio almeno 32 unità navali, 40 velivoli e circa 5.000 soldati.

L’esercitazione navale è cominciata pochi giorni dopo “l’incidente” (fotogramma seguente) che ha visto coinvolti il cacciatorpediniere della Royal Navy HMS Defender e forze aeree e navali russe della Crimea. Viene da chiedersi con quale frequenza gli inviati della BBC sono a bordo di unità britanniche...

Il capo di stato maggiore ucraino, l’ammiraglio Oleksiy Neizhpapa, ha dichiarato che “queste esercitazioni avranno luogo nella parte nord occidentale del Mar Nero, in tre regioni dell’Ucraina e avranno lo scopo di mantenere la pace e la stabilità nell’area”.

Il ministro della Difesa ucraino ha aggiunto che l’obiettivo di Sea Breeze 2021 è quello di “condurre un’operazione di sicurezza marittima internazionale in una regione in crisi, secondo gli standard della NATO”.

Ovviamente la Russia vede molto male queste manovre. Secondo il Cremlino l’esercitazione rappresenta una chiara provocazione e una violazione del Diritto Internazionale.

In risposta a Sea Breeze 2021, le Forze Armate russe hanno lanciato una esercitazione per testare le proprie capacità A2/AD in Crimea. Tali bolle anti-accesso sono costituite, principalmente, da batterie di missili superficie-aria S-400 e Pantsir. Inoltre sono stati schierati anche una ventina di cacciabombardieri Su-24.

"La Flotta del Mar Nero sta compiendo una serie di azioni per monitorare i movimenti delle navi della Nato e quelle di altri paesi che partecipano a Sea Breeze 2021", ha affermato il ministero della Difesa russo.

Tuttavia, e allo stesso tempo, le forze russe hanno lanciato un'importante esercitazione antinave nel Mediterraneo Orientale, dove attualmente si trova il Carrier Strike Group 21, ovvero un gruppo di attacco imbarcato basato sui velivoli F-35B della RAF e del Corpo dei Marine.

Il 25 giugno scorso due MiG-31K, equipaggiati con i missili ipersonici aria-superficie Kh-47М2 (vedi articolo), sono atterrati in Siria, più precisamente a Hmeimim, dove le forze russe hanno una base aerea. Sono andati ad aggiungersi almeno tre bombardieri Tu-22M3, probabilmente armati con missili antinave Kh-22 e/o Kh-32. Anche gli aerei da guerra antisommergibile Tu-142MK e Il-38 sono stati inviati nella regione, insieme a un velivolo di rilevamento e comando aereo A-50 "Mainstay". Nel dispositivo sono presenti anche caccia Su-35 Flanker-E e bombardieri tattici Su-34 Fullback.

In aggiunta, la Flotta del Mar Nero ha inviato diverse navi nel Mediterraneo Orientale, tra cui l'incrociatore missilistico Moskva e le fregate Admiral Essen e Admiral Makarov. I sottomarini Stary Oskol e Rostov-on-Don della classe Kilo, armati con missili da crociera Kalibr.

Da sottolineare come il dispositivo russo operi nella stessa zona in cui è presente il gruppo d'attacco della portaerei britannica HMS Queen Elisabeth, che svolge missioni a beneficio della coalizione antijihadista guidata dagli Stati Uniti. Per tale compito può disporre di 18 aerei da combattimento F-35B STOVL, di cui 8 appartengono al 617° Squadron della RAF e 10 al Marine Fighter Attack Squadron.

Immagini: NATO / BBC