Un Hercules “anfibio” per le Special Forces americane

(di Tiziano Ciocchetti)
01/06/21

Lo USSOCOM (United States Operations Command) sta valutando la possibilità di acquisire una versione “anfibia” del velivolo MC-130J Commando II (foto apertura). Come idea non è certo nuova, tuttavia le tecnologie del passato non hanno permesso la realizzazione di diversi progetti che, invece, al giorno d’oggi potrebbero vedere la luce.

Già negli anni ’60 dello scorso secolo, la Lockheed aveva proposto, senza successo, alla U.S. Navy un idrovolante basato sul C-130 Hercules.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale era nato il programma H-4 Hercules, affidato all'epoca alla Hughes Aircraft (foto seguente), che consisteva nello sviluppo di un idrovolante da trasporto sovradimensionato per sostituire i cargo tipo Liberty Ship, i quali durante la traversata dell’Atlantico subivano spesso gli attacchi da parte dei sommergibili tedeschi e italiani.

Ai giorni nostri, l’idea di un Hercules in versione idrovolante è tornata d’attualità, soprattutto per un possibile impiego nei futuri teatri operativi previsti dal Pentagono, come quello del Pacifico meridionale.

Il 19 maggio scorso, in una conferenza organizzata dall'USSOCOM per l'industria (SOFIC - Special Operations Forces Industry Conference), il colonnello Ken Kuebler ha svelato il programma MAC (MC-130 Amphibious Capability) che, come indica il nome, consiste nel dare una capacità anfibia al MC-130J Commando II, cioè la versione del KC-130J Super Hercules utilizzata dalle forze speciali americane. Il velivolo potrà quindi operare sia sulla terraferma che sulla superficie marina.

L’MC-130J Commando II è stato progettato per effettuare missioni di infiltrazione/esfiltrazione in aree ostili o non permissive.

Al momento è in corso uno studio di fattibilità del programma. Se tutto andrà secondo i piani il primo velivolo modificato dovrebbe volare non prima del 2025.

Foto: U.S. DoD / web