Skynex: lo scudo

(di Vasco Monteforte)
13/02/25

L'acquisizione del sistema di difesa aerea Skynex da parte dell'Esercito Italiano rappresenta una svolta strategica nella protezione delle nostre forze armate e dei territori nazionali.

In un contesto geopolitico sempre più instabile, dove le minacce aeree come droni e missili sono diventate una realtà concreta e costante, l'introduzione era una decisione oramai imprescindibile.

Cosa è Skynex?

È un sistema VSHORAD (difesa aerea a cortissimo raggio) sviluppato da Rheinmetall, progettato per contrastare minacce come droni, missili da crociera, colpi di artiglieria e munizioni vaganti.

Skynex è composto da un'unità di sorveglianza con radar XTAR 3D, una stazione di comando e controllo, e quattro unità di fuoco con Revolver Gun Mk3 da 35 mm.

Le mitragliere utilizzano diverse munizioni programmabili AHEAD1 (Advanced Hit Efficiency And Destruction), capaci di garantire un'elevata precisione e resistenza alle contromisure elettroniche.

Il radar ha una portata fino a 50 km e la capacità di ingaggio delle mitragliere raggiunge i 4 km con una cadenza di fuoco di 1000 colpi al minuto.

Il sistema - già testato con successo in Ucraina - offre un eccellente rapporto costo-efficacia, essendo più economico rispetto ai sistemi missilistici.

Non è “chiuso”!

Skynex rappresenta un'importante evoluzione nel concetto di modularità grazie alla sua architettura aperta che consente l'integrazione non solo di unità esistenti ma anche di sistemi mobili avanzati come lo Skyranger (foto - di prossima adozione con il programma AICS). Questa flessibilità permette di creare una rete difensiva integrata e - combinando la protezione statica con la difesa mobile di altri sistemi (Skyranger, ma anche missili Mistral, Stinger, SkyKnight, fino alle mitragliere del Mission Master in configurazione USHORAD) - ampliabile per garantire una protezione dai 50 metri a oltre 10 chilometri.

Immaginiamo due scenari…

In una tranquilla base operativa sotto l'egida delle Nazioni Unite, un gruppo di soldati è di guardia lungo il perimetro esterno. La loro postazione è dotata di un radar di sorveglianza e jammer capaci di rilevare e disturbare droni di diverse dimensioni. È notte, le condizioni di visibilità sono limitate.

I soldati sentono un ronzio solo quando i droni sono già a circa 1500 metri dalla base. I militari attivano immediatamente l'allarme per allertare il personale della base. Tuttavia, il tempo di reazione è limitato: droni filoguidati colpiscono i sistemi di rilevamento e di comunicazione, oltre ai disturbatori elettronici. In quello stesso momento, da numerose aree circostanti, prendono il volo decine di droni programmati per colpire autonomamente.

I militari cercano di raggiungere le aree protette, ma la distanza tra le postazioni di guardia e i bunker è troppo grande (un semplice drone commerciale percorre la distanza di 500 metri in meno di 30 secondi...). Torri di sorveglianza, depositi, alloggi e mezzi saltano a catena.

Immaginiamo cosa accadrebbe se venissero aggiunti colpi di artiglieria e/o missili ed i droni fossero avanzati o più capaci? I secondi a disposizione per reagire sarebbero di meno, i danni maggiori.

Ora immaginiamo lo stesso contesto, ma con l'intervento di Skynex.

In una base operativa ad alto rischio, dove la minaccia di UAV e colpi di artiglieria è costante, in piena notte, il radar XTAR 3D rileva droni filoguidati a 1500 metri di distanza. La stazione di comando e controllo elabora i dati classificando lo sciame come minaccia imminente. Il sistema Skynex assegna automaticamente i bersagli ai Revolver Gun Mk3.

Quando i droni hanno percorso solo poche centinaia di metri, le mitragliere aprono il fuoco, rilasciando una nuvola di sub-munizioni che neutralizza rapidamente tutti i bersagli prima che raggiungano il perimetro della base. Anche senza disturbatori, eventuali ondate successive sono "ben accolte".

La base rimane pienamente operativa. Comunicazioni, infrastrutture e personale sono al sicuro. I soldati di guardia osservano l'intervento del sistema senza mai essere costretti a lasciare le loro postazioni e trovarsi in pericolo.

Se avessimo avuto una soluzione simile durante le missioni in Afghanistan, avremmo potuto garantire maggiore sicurezza ai nostri contingenti, spesso esposti ad attacchi improvvisi e letali? Certo, ma allora simili dotazioni (e sensibilità...) erano prerogativa di altre basi ed altri eserciti "alleati".

L'introduzione di Skynex permetterà di affrontare con maggiore sicurezza le missioni in corso e future con, in caso di aggiornamenti delle minacce, la possibilità di adeguare rapidamente le difese.

1Le munizioni AHEAD rilasciano una nuvola di sub-munizioni pre-detonate, ottimizzate per colpire bersagli aerei come droni, missili o colpi di artiglieria, garantendo elevata letalità e resistenza alle contromisure elettroniche

Immagini: Rheinmetall