Shaping the Change – reportage dal Nato Rapid Deployable Corps – Italy

(di Gian Pio Garramone)
27/05/21

Nella storica caserma Ugo Mara di Solbiate Olona, che ha ospitato illustri e noti personaggi uno su tutti il pioniere del volo Francesco Baracca, che proprio sulla pista di atterraggio che ospitava la caserma si esercitava a diventare un asso dei cieli, esattamente vent’anni fa nel 2001, prendeva vita l’ambizioso progetto della NATO del corpo d’armata di reazione rapida a guida italiana, il NRDC-ITA (NATO Rapid Deployable Corps – Italy).

I motivi ispiratori che aveva porto a creare l’Alleanza Atlantica, l’espansione dei paesi membri e tutti gli eventi geopolitici hanno portato alla fine degli anni novanta a voler avere degli assetti diversi e al passo con i tempi e con le nuove sfide operative. Il paradigma basato sul concetto di difesa collettiva dei Paesi membri, si stava evolvendo e modificando, fino alla virata finale che provocò la trasformazione della NATO data dal triste evento dell’attentato alle Twin Towers.

Tale processo di ammodernamento delle strutture porterà nel 2001 a dotarsi di una nuova struttura, capace di esercitare il comando e controllo di forze rapidamente schierabili, mobili, multinazionali, sostenibili e flessibili. Il NATO Rapid Deployable Corps – Italy nasce così nella caserma Ugo Mara di Solbiate Olona e a Milano nello storico Palazzo Cusani, che nella sua storia ha visto passare gli altri comandi militari, praticamente di tutte le guerre dal rinascimento ad oggi. Tale conformazione risultava in piena conformità ai requisiti stabiliti della nuova struttura militare dell’Alleanza.

L’Alleanza ha voluto mettere subito alla prova il neonato comando interforze a guida italiana schierandolo in una impegnativissima missione in territorio Afgano. Infatti da agosto 2005 a maggio 2006 NRDC-ITA ha assunto il comando dell’operazione ISAF, è giusto ricordare che all’epoca dei fatti tale impegno era la top mission della NATO.

L’operazione durò nove mesi complessivi e vide una turnazione in teatro operativo di tutto il personale effettivo al corpo d’armata, in uno scenario decisamente motivante dal punto di vista professionale e umano. Si trattava di un importante banco di prova per il comando costituito solo 4 anni prima, ma che comunque poté dimostrare sia ai vertici Italiani sia a quelli NATO di avere le qualità di organizzazione, preparazione e efficacia nell’ambito delle operazioni internazionali. Per i meriti guadagnati sul campo l’Alleanza chiese nuovamente l’impiego di NRDC-ITA per la costituzione e la gestione del Comando ISAF a Kabul, sia nel 2009 sia nel 2013.

Oggi NRDC-ITA è in grado di gestione al meglio tutte le sfide operative all’interno dei tre compiti fondamentali dell’Alleanza, ovvero: difesa collettiva, gestione delle crisi e cooperative security. È chiaro che l’altissimo livello di operatività NRDC Italia unitamente alle unità dipendenti ed affiliate lo ha raggiunto e lo mantiene attraverso continue attività esercitativa, anche per adeguare i propri standard capacitivi all’evoluzione dello strumento militare imposta dalla mutevolezza del quadro geostrategico mondiale.

Il quartier generale del Corpo d’Armata è dotato nel proprio organico delle componenti navale ed aerea per gestire al meglio il comando di missioni interforze, le così dette joint, coordinando la condotta delle operazioni sotto ogni aspetto operativo, come il supporto aereo e l’utilizzo di porti per l’imbarco o lo sbarco della componente terrestre.

Oltre alla testa c’è anche cuore e corpo, infatti il quartier generale può fare affidamento sulla brigata di supporto al NRDC-ITA e su due reggimenti, il 1° reggimento trasmissioni con sede a Milano e il reggimento di supporto tattico e logistico con sede in Solbiate Olona. Queste unità dispongono di equipaggiamenti e materiali utilizzabili sia per un addestramento estremamente realistico sia per la condotta di qualsiasi tipo di operazioni.

La struttura di comando è multinazionale a guida italiana, infatti il comandante è un generale di corpo d’armata italiano, il vicecomandante è britannico e il capo di stato maggiore è un generale di divisione italiano. La componente straniera del comando raggiunge una quota pari a circa il 40%, afferenti alle 19 nazioni che hanno aderito al progetto. Le 19 nazioni che compongono NRDC-ITA sono: Albania, Bulgaria, Canada, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Montenegro, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Romania, Slovenia, Spagna, Stati Uniti d'America, Turchia, Ungheria.

L’anniversario dei 20 anni viene celebrato con lo slogan Shaping the Change ovvero guidare il cambiamento.

Ma NRDC è una risorsa a tutto tondo per l’Italia e non solo in operazioni militari ma anche per quelle di protezione civile, proprio come recita lo slogan del ventennale, infatti da febbraio del 2020 l’impegno per fronteggiare la pandemia è stato trasversale e assiduo. Non molti sanno che i militari italiani della NATO hanno avuto un ruolo fondamentale soprattutto nelle prime ore quando hanno curato il trasporto di materiali sanitari dall’aeroporto di Malpensa a praticamente tutte le strutture ospedaliere del nord Italia, la sanificazione delle strutture ospedaliere nella provincia di Varese, l’allestimento in tempi record, e la gestione unitamente alle autorità sanitarie locali e della protezione civile, di due centri tamponi Drive Through a Milano e a Solbiate Olona, ed erano sempre loro quelli dei camion militari che trasportavano le bare dalla città di Bergamo ad altre località nazionali, immagini che poi hanno fatto il giro del mondo.

L’impegno per la comunità civile non è ancora concluso, e continua con due centri vaccinali allestiti dal personale del comando di reazione rapida della NATO.