"San Lince": nato e testato nuovamente sul campo

(di Gianluca Celentano)
02/10/19

Abbiamo sottolineato tutti i pregi senza fare sconti sulle ombre che circolavano sulla prima serie del VTLM Lince, ombre un tempo confessate solo da qualche ex militare e raramente riportate sulla stampa.

Indipendentemente da come la si voglia girare, il suo compito principale, ovvero la sicurezza, è l’elemento su cui tutti, anche all’estero convergono nel sostenere che Iveco Lince VTLM è il multiruolo leggero blindato più sicuro.

Come abbiamo già riportato, per dovere di cronaca, le critiche verso la prima serie, erano principalmente mirate alle prestazioni piuttosto che alla qualità di certi particolari, come le cerniere delle porte, il sistema frenante o l’assetto e sospensioni.

Abbiamo anche avuto l’opportunità di provarlo nella versione light - unico al mondo, Lince by Ferrari - proprio per comprendere alcuni aspetti e, come già riportato, è risultato un incrocio tra un truck medio e un fuoristrada, e nella sua conduzione è necessario non farsi ingannare dalla linea automobilistica tipo SUV ma piuttosto, è bene mantenere un’impostazione di guida tipo autocarro.

Il suo soprannome militare, San Lince, non è stato coniato a caso e un'altra testimonianza sulla qualità della sua cellula - innovativa rispetto alla piattaforma MRAP americana – è purtroppo arrivata dopo il nuovo attacco ai nostri militari presenti in Somalia.

Stando a quanto dichiarato dall’ufficio stampa dello Stato Maggiore Difesa, il 30 settembre a Mogadiscio in Somalia, presso Villa Gashandigha - sede del Ministero della difesa somalo - due dei tre blindati VTLM impiegati per il trasporto personale, sono stati coinvolti in una violenta esplosione generata da un ordigno artigianale IED. Il convoglio trasportava i militari italiani impiegati nell’attività EUTM European Union Training Mission e, sempre dalle notizie dell’ufficio stampa SMD, non ci sarebbero vittime italiane a seguito dell’esplosione.

Le alte temperature della deflagrazione, seppur artigianale, hanno sciolto il terriccio presente proiettandolo con l’onda d’urto sui cristalli blindati offuscandoli, ma anche su tutta la superfice del VTLM.
Sicuramente all’interno ci sarà stato un violento contraccolpo seguito da uno shock che ti fa drammaticamente comprendere che questa volta è successo realmente e proprio a te.

Iveco Lince, come da manuale e in relazione a l’intensità dell’esplosione, ha svincolato durante la deflagrazione alcuni dei componenti più prossimi alla sua sagoma per attutire l’incandescente onda d’urto, come il cofano e alcuni pannelli, trattenendo sulla sua struttura tutti i detriti proiettati dalla sfera di gas e aria a velocità supersonica. I pneumatici run flat orientati verso la sfera esplosiva si sono squarciati per il calore e le perforazioni e - tanto per dare l’idea sulla resistenza della struttura VTLM - solo il bull bar anteriore in acciaio pieno è stato trafitto dalle schegge. Insomma un’ottima protezione se esaminiamo qualche blindato di classe superiore coinvolto in un’esplosione.

Nulla è penetrato all’interno, stando alle notizie, tuttavia i protocolli militari dopo un attentato, prevedono comprensibilmente una sorta di pit stop clinico per il personale coinvolto.

Un brutto colpo per i nostri militari, ai quali va come sempre tutta la nostra solidarietà, ma al tempo stesso un’altra nota di merito per gli ingegneri di Iveco Defence Vehicles, una realtà isolata dal comparto Iveco, alla quale non occorre pubblicità per comprovare nel mondo la qualità dei suoi prodotti.

Anche se non confermato, a seguito di questi avvenimenti - un po' come faceva Volvo per garantire la sicurezza delle sue autovetture -, una commissione esaminatrice esegue scrupolosi rilevamenti sulla struttura post esplosione per accrescere la sicurezza.

C’è piuttosto da domandarsi, per concludere questo doveroso passaggio di cronaca, se il miliardo e 428 milioni di euro finanziati per le missioni sia ancora necessariamente avvallato da vitali esigenze, condivisibili se si tratta di stabilire la libertà individuale dei popoli e la loro democrazia ma opinabili se in taluni casi si esaminano le cause reali e gli interessi che hanno generato destabilizzazioni e guerre a spese chiaramente di civili e militari.

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Foto: Twitter