Quali cannoni per i futuri MBT?

(di Tiziano Ciocchetti)
07/10/19

Alla fine degli anni ’80 dello scorso secolo, Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania (ma anche Israele e Svizzera) avevano destinato ingenti risorse allo sviluppo di nuovi cannoni ad anima liscia - in calibro 140 mm – per carri da battaglia.

Anche l’URSS stava progettando un nuovo pezzo (alcune fonti parlano di un cannone/lanciamissili da 135 mm) che avrebbe dovuto equipaggiare il nuovo MBT T-95.

Lo scopo comune a tutti questi progetti era riuscire a realizzare un cannone che sviluppasse alla bocca un’energia di almeno 18/20 MJ (Megajoule), con conseguente velocità iniziale di 1.800/1.900 m/sec per il proietto APFSDS ad energia cinetica.

Tuttavia, con la fine della Guerra Fredda e il verificarsi di nuovi scenari strategici, tali programmi vennero abbandonati (alcuni analisti militari occidentali teorizzarono, addirittura, la fine dell’impiego da parte degli eserciti del carro armato).

Per quanto riguarda la Germania, rimase l’idea teorica di installare il nuovo pezzo da 140 mm per aggiornare i LEOPARD 2, ma ciò avrebbe comportato un profondo (e quindi costoso) programma di modifica, compreso lo sviluppo di una nuova torretta.

L’alternativa - più economica - venne individuata in una versione migliorata del cannone da 120 mm, gli Stati Uniti e la Germania lo avrebbero potuto installare sugli M-1A2 ABRAMS e sui LEOPARD 2, mediante aggiornamenti poco invasivi.

Questo tipo di soluzione ebbe successo in Germania con lo sviluppo di un cannone più lungo (55 calibri) che venne installato sul LEOPARD 2A6 e successivamente sulla versione A7 (foto).

Mentre negli Stati Uniti lo sviluppo del corrispondente cannone M-256E1 fu caratterizzato da una serie di problemi che portarono alla cancellazione del progetto.

Da parte delle forze armate europee, vista la scarsità di vettori aerei strategici, viene posta grande enfasi sullo spiegamento rapido delle cosiddette forze medie, caratterizzate dalla possibilità di essere aviotrasportate mediante C-130J SUPERHERCULES (portata massima 19 t) e dagli A-400M (portata massima 39 t). Tale carenza (che difficilmente verrà sanata nei prossimi anni) richiederà da parte degli eserciti europei lo sviluppo di AIFV leggeri/ medi, dotati di un armamento simile a quello degli MBT sia per il supporto di fuoco alla fanteria, sia per i ruoli controcarro.

Fin dal 1995, la tedesca Rheinmetall, avviò lo sviluppo una nuova generazione di cannoni ad anima liscia da 105 mm idonei all’installazione su AIFV leggeri di classe 18 t. Per questi pezzi è stata prodotta una nuova serie di munizionamento che comprende anche il proietto KE caratterizzato da una velocità iniziale di 1.700 m/sec., capace di perforare una piastra di acciaio omogeneo dello spessore di 560 mm alla distanza di 1.000 metri, quindi in grado di poter perforare la protezione frontale di un carro da battaglia T-72.

Inoltre, la Casa tedesca, offre sul mercato l’LLR (Light Low Recoil) da 120/47. Questo cannone può essere installato su mezzi aventi peso minimo pari a 25 tonnellate (come ad esempio BOXER e PUMA) e quindi idonei ad essere trasportati da un A-400M.

Anche la società italiana Oto Melara, nel 2002, ha presentato un cannone leggero da 120/45. Le prove di tiro hanno evidenziato che il freno di bocca ad aperture multiple ed una corsa di rinculo di 550 mm consentono di ridurre l’energia di rinculo a 25 tonnellate. Installato sulla nuova blindo pesante CENTAURO II (foto) di prossima acquisizione, il pezzo da 120/45 può essere impiegato anche in posizioni di tiro critiche, come ad esempio con la torretta brandeggiata al traverso.

Grazie alla capacità di coprire una vasta gamma di distanze, il cannone per MBT rimarrà ancora lo strumento ideale, sia nelle condizioni di combattimento urbano, sia in campo aperto. La necessità di proiettare potenza in teatri operativi distanti dalle basi europee, consiglia di produrre mezzi leggeri in grado di essere aviotrasportati in modo rapido, ma con la stessa potenza di fuoco dei carri da battaglia.

Foto: Bundeswehr / Iveco–Oto Melara Consortium