Nigeria: Localizzate le ragazze rapite da Boko Haram?

27/05/14

L’ubicazione delle 270 studentesse rapite dal gruppo terroristico Boko Haram sarebbe stata individuata. E’ quanto ha comunicato alla stampa internazionale il ministro della difesa della Nigeria.

Sappiamo esattamente dove sono – ha affermato l’air marshall Alex Barde (foto in basso) – ma non possiamo andare a liberarle. Un assalto delle nostre forze armate – ha concluso il militare – provocherebbe certamente delle vittime anche tra gli ostaggi, ma noi sappiamo cosa fare.

Barde non ha dato alcun riferimento sull’ubicazione degli ostaggi.

Questa dichiarazione ha però mandato su tutte le furie la Casa Bianca, abituata ad agire, per circostanze analoghe, ad operazione compiuta. Il Pentagono ha preferito non commentare le dichiarazioni del Marshall Barde.

La notizia che tutti si aspettavano è quindi giunta?

Bisogna prendere con le pinze queste dichiarazioni proferite in pompa magna da parte di un esponente di un governo che è stato definito come violento, corrotto ed incapace.

Una dichiarazione del genere, se per certi versi può essere accolta con gioia dall’opinione pubblica, potrebbe trasformarsi in una sentenza di morte per le ragazze ostaggio dei fondamentalisti islamici. Perché se davvero le studentesse rapite lo scorso aprile sono state rintracciate, i terroristi hanno due possibilità: o restare dentro la loro roccaforte ed attendere il proprio destino o spostarsi lasciando perdere le proprie tracce nella foresta di Sambisa. In ogni caso, potrebbero iniziare a giustiziare gli ostaggi.

A meno che lo stesso Barde, non abbia proferito tali parole per allertare i Boko Haram e metterli in guardia da un blitz imminente.

Fantapolitica, forse (ma parliamo di un governo il cui esercito è stato anche accusato di crimini contro l’umanità ed i cui legami con i fondamentalisti non sono mai stati esclusi). Ma è soltanto una delle tante teorie complottistiche che girano proprio nelle ultime ore sulla rete. La più gettonata è che l’intero rapimento sia stato architettato dalla Cia. Fantasia pura.

Ritornando alla realtà, analizziamo il contesto, prendendo per vere le dichiarazioni di Barde.

“Abbiamo trovato le 300 ragazze, ma non possiamo salvarle perché rischieremmo di ucciderle”.

Prendiamo per vera questa frase. Le ragazze, quindi, smentendo quanto affermato nelle settimane scorse, non sarebbero state divise in piccoli gruppi, ma sarebbero state trattenute tutte insieme. Certo, i gruppi potrebbero essere stati raggruppati nelle ultime ore, assumendo le dimensioni di una piccola comunità. Oltre alle 270 ragazze, infatti, bisogna aggiungere i 1000/1500 guerriglieri al servizio del folle leader Abubakar Shekau. Un numero di persone capace di generare un’anomala concentrazione di calore per una foresta abitata da serpenti, difficilmente non ritracciabile dai sensori dei droni americani in volo da settimane sopra la Nigeria. Ma proviamo ancora di più a contestualizzare le variabili.

Le ragazze potrebbero essere trattenute all’interno di qualche cavità ricavata nella roccia di qualche promontorio, il che le occulterebbe da ogni tipo di ricerca aerea e satellitare. I rifornimenti, però, sarebbero comunque visibili. Ricordiamo che il terrorista medio africano, è un soggetto esaltato, che agisce sotto effetto di sostanze stupefacenti e che adora anzi ama, guidare i fuoristrada occidentali. E Shekau ha mostrato al mondo di possederne parecchi (basta andare su yuotube per vederli in azione).

Quindi, ci chiediamo: è davvero possibile che dalle mille alle duemila persone a bordo di mezzi pesanti e non, si siano mosse indisturbate per tutto questo tempo all’interno di una foresta senza essere rintracciati? Assolutamente no.

Ecco allora che l’aver comunicato al mondo di aver trovato gli ostaggi, potrebbe davvero complicare l’operazione di salvataggio, magari già allo studio da settimane.

Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan (foto in alto), sembra trovarsi a proprio agio sotto i riflettori. E’ consapevole che si prenderà il merito del salvataggio delle studentesse, ma che l’intera operazione sarà condotta dagli americani e dai paesi che hanno messo in campo dei gruppi di pronto intervento.

Forze messe in campo:

Boko Haram conta una forza di circa 1000/1500 uomini. L’equipaggiamento è di tipo sovietico/russo. La maggior parte dei miliziani del gruppo islamico non ha una preparazione militare, mentre alcuni avrebbero ricevuto un approssimativo addestramento in uno dei tanti campi gestiti con i gruppi di Al Qaeda nel Magreb Islamico (AQIM) e di Al Shabab in Somalia. I terroristi si spostano a bordo di fuoristrada (rubati alle numerose società occidentali che in Nigeria hanno interessi). Shekau possiede un blindato di produzione sovietica, ma non vengono ritenuti funzionanti ed utilizzati solo per propaganda.

Gli Stati Uniti hanno schierato aerei spia ed MQ-9 Reaper in Ciad, presso una base aerea a lungo utilizzata dai reparti speciali francesi, nei pressi della capitale N'Djamena. Obama ha autorizzato l’invio dei “moltiplicatori”, ma l’addestramento dei nigeriani non ha ancora preso il via. Gli Stati Uniti sono restii ad addestrare coloro che un giorno potrebbero trasformarsi in possibili nemici. Confermata presenza di un gruppo armato della Cia. 150 uomini tra Seal, Delta e Tier-1 schierati in Ciad. Forza dei Marine di mille uomini pronta ad intervenire dalla Naval Air Station di Sigonella, in Sicilia. Dell’ Air-Ground Task Force Crisis Response Unit, fa parte il 2nd reconnaissance battalion (noto per aver condotto alcune operazioni speciali).

Ma se i bersagli fossero in strutture fisse, il Pentagono potrebbe optare per un altro piano che analizzeremo nelle prossime ore.

Confermata, presenza dei SAS britannici e dei reparti speciali israeliani. L’Australia ha messo sotto comando americano l’unità d’assalto “Squadrone 4”, già presente in Africa ed operativa in Tanzania, Somalia e Mozambico.

IL CASO

Agiamo soltanto noi, siamo da soli. Molti paesi non hanno dato disponibilità alcuna. Queste le parole di John Kerry, Segretario di Stato durante una cena istituzionale per celebrare il novantesimo anniversario della creazione del servizio diplomatico americano. E come dar torto a John Kerry ed agli Stati Uniti, paese a cui è stato chiesto innumerevoli volte di salvare la libertà del mondo?

Quegli stessi paesi che girano le spalle allo Zio Sam, lo fanno in virtù di quella libertà nata sotto le ali dei caccia USA, ed al di là della simpatia o meno che si può provare per la politica americana, la storia è questa.

Kerry ha poi rettificato, facendo chiaramente riferimento alla vicenda siriana ed al ruolo ambiguo avuto dalla Francia. Gli USA, se dovessero attaccare Boko Haram, pretendono la piena disponibilità di tutti gli uomini messi in campo. Parigi avrebbe messo in campo la Legione Straniera.

Franco Iacch