Veicoli francesi, senza timore, alla conquista dei mercati mondiali

(di Gianluca Celentano)
04/04/18

Dopo aver conosciuto, in qualche articolo precedente, l’interessante gamma di veicoli militari prodotti dalla coreana Kia Military Vehicles, il nostro viaggio tra i mezzi prosegue, questa volta molto più vicino a noi, esattamente oltre le Alpi.

Stiamo parlando della Francia e la produzione automotive in questione è la popolarissima Renault che, dal 2001, ha deciso di chiamare la propria produzione di veicoli industriali “Renault Trucks”, una rinomata realtà realizzata con la storica collaborazione della svedese Volvo.
Il gruppo, noto per la grande qualità dei suoi prodotti, ha sede nel nord della Francia, esattamente a Versailles, e la denominazione della divisione adibita alla Difesa, ha un nome eloquente: Renault Trucks Defence “RTD”

In realtà il brand Renault Trucks Defence abbraccia due filiali per la produzione specifica di questi mezzi: la Panhard e l’Acmat Defence. In totale sono ben 24 i veicoli riconducibili alla Holding di RTD ma tra questi l’attenzione cade su tre versioni in particolare, il Dagger ATV, l’Higuard 6x6 e lo Sherpa Light, un 4x4 solo simile - e il perché lo vedremo più avanti - al nostro LMV Lince.  

Ma osserviamoli da vicino. Il Dagger ATV “All Terrain Vehicles” è un Urban Vehicle 4x4, un blindato leggero con una massa di 5 tonnellate e motorizzato con un 3.0 a 4 cilindri da 140 cv di produzione Iveco FPT Industrial; un vero off road con due ponti rigidi, adatto e maneggevole su tutti i terreni. Ma attenzione, osservandolo al di là della simpatia per le sue forme e misure ridotte, la tipologia fa sorgere qualche legittimo dubbio sulle sue caratteristiche di sicurezza.

Nella sua produzione c’è un riferimento a Peugeot e Citroen, facenti parte del gruppo PSA e forse questo spiega il perché dell’adozione di un motore made in Italy. Ricorda, con un po' di fantasia e forse per la semplicità della sua meccanica, la Willys americana o la Mercedes serie G in versione militare, s’intende.

Higuard 6x6 MRA, è tra i più grossi della gamma e molto simile al nostro VTMM Grizzly. La sigla "Mine Resistant Ambush Protected" ci dice subito quali siano le prerogative di questo grosso e imponente mezzo.

È assemblato sul telaio da cava dell’autocarro Renault K civile e la sua struttura è chiaramente corazzata, con un peso che si attesta a 21 tonnellate. La sua lunghezza è di 7,5 metri e può trasportare 12 uomini più il conduttore e il capo squadra.

La scocca è conformata con un caratteristico svaso per deviare l’onda d’urto di IED e lateralmente è testato per resistere all’esplosione di 15 kg di TNT ad una distanza di due metri, mentre la sua corazza trattiene ogive da 7.62, 12.7 e 14.5 millimetri.

Il suo motore è un Renault Md 7 con 340 cavalli, un sei cilindri turbodiesel che in base ai grafici è pronto e vivace nell’offrire la sua coppia già ai bassi regimi, una caratteristica di elasticità conosciuta ed apprezzata soprattutto dagli autisti professionisti dei veicoli pesanti, i quali in egual misura apprezzano le caratteristiche simili del concorrente italiano Iveco NEF 6 cilindri.

Su strada asfaltata la sua trasmissione funziona in conformazione 6x4 mentre la funzione 6x6 è inseribile dall’autista così come i blocchi dei suoi quattro differenziali ripartitori. Il terzo asse posteriore è sterzante per limitare la tendenza del veicolo a chiudere le curve strette in ambito operativo.

La trasmissione è meccanica con un ZF ad 8 rapporti, la stessa che equipaggia la serie civile, ma in alternativa c’è un automatico a 6 marce prodotto dalla Allison Transmission.

L’Humvee francese “APC Sherpa Light” è un grande arrampicatore, ma… se Higuard ricorda il VTMM, il più piccolo 4x4, (piccolo si fa per dire) Sherpa APC, sembra richiamare molto la linea e l’utilizzo operativo dell’Iveco Lince LMV.

Si tratta di un mezzo sicuramente agile ma è percepibile la minor tecnologia e quasi certamente, osservando tutte le sue conformazioni, possiede una vulnerabilità non trascurabile e questo nonostante sua linea imponente e massiccia. È da sottolineare l’assenza sullo Sherpa, della cellula di sicurezza o cittadella, a protezione della squadra di militari a bordo.

APC sono le iniziali di Armoured Personnel Carrier, e lo Sherpa si presenta come un funzionale, seppur spartano, veicolo al quale è possibile applicare dei kit balistici aggiuntivi per la protezione supplementare delle superfici e della scocca.

È un 4x4 con due ponti rigidi ideali per l’off road più estremo, ed è mosso da un motore Renault Md 5 da 4.7 centimetri cubici e con 215 cv, a 4 cilindri; il cambio, in questo caso è disponibile solo automatico e anche qui la scelta è stata per un Allison a 6 marce.

Il cruscotto è in lamiera a vista e della stessa tinta usata esternamente, mentre i comandi, come per tradizione Renault, risultano limitati all’essenziale ma molto intuitivi; alcuni poi, come i manometri, sono gli stessi dell’autocarro civile da cui nasce il suo telaio.

La posizione di guida e dello sterzo abbastanza verticale, non favoriscono molto la comodità e per alcuni conduttori, trovare un compromesso non è molto agevole. Questo sostanzialmente accade perché il telaio alla base dello Sherpa è quello di un autocarro ma adattato alle forme automobilistiche dello Sherpa.

Tuttavia le obbligatorie segmentazioni cardaniche dell’asse di sterzo sono necessarie sia per ottimizzare la maneggevolezza, sia per non risultare letali in caso di esplosioni.

Nella conformazione più comune, può ospitare 4 militari ed è provvisto posteriormente di una botola per l’operatore in torretta; nella versione allungata invece può trasportare una squadra di ben 10 militari con al seguito l’affardellamento militare necessario per distaccarsi operativamente quarantott’ore dal posto comando.

La sua altezza è di soli 2 metri e mezzo, ma la misura aumenta con l’applicazione della torretta; la lunghezza è di circa sei metri per 2,35 di larghezza, il peso invece si attesta a sette tonnellate e mezzo.

Tuttavia queste caratteristiche gli conferiscono un’indiscussa tenuta di strada, anche se l’assetto, con la presenza dei due ponti a molla, è abbastanza rigido come si può immaginare e l’asfalto bagnato, ad esempio, con la tipologia di pneumatici adottati, non rientra nei suoi terreni preferiti.

L’assenza di troppa elettronica regala però anche un certo gusto nel spingerlo al limite, anche se, nonostante l'insonorizzazione, il motore si fa sentire abbastanza nell’abitacolo.

Il mercato francese è senz’altro molto rinomato per la produzione a favore della Difesa e i veicoli solo in parte vengono venduti all’Esercito francese piuttosto che alla Legione Straniera. Sono numerosi i Paesi clienti della Francia: India, Indonesia, Kuwait, Egitto... solo per citarne alcuni!

L’attuale parco veicoli dell’Esercito francese risulta forse un po' meno autoctono rispetto al nostro e non è difficile osservare nelle caserme Mercedes, Land Rover, ma anche mezzi dell’Iveco in livrea d’ordinanza dell’Armèe de Terre.

A questo punto non posso non ricordare con speciale affetto quei ragazzacci, paracadutisti della Legione Straniera che, insieme a me ormai anni fa, presero posto su quella fusoliera per saltare e fregiarsi del brevetto italiano a quota 400.

Ricordo la bottiglia di whisky di "buon auspicio", ragazzi!!!

(foto: Renault Trucks Defence)