Phantoms of the world, episode 4: i “Terminator” della Turchia

(di Andrea Gaspardo)
09/12/20

Se esistesse un libro ipoteticamente intitolato: “Le meravigliose avventure dell'F-4 Phantom”, di sicuro uno dei capitoli di maggior interesse sarebbe quello dedicato alle imprese del bimotore della McDonnell Aircraft Corporation in terra mediorientale. Qui la parte del leone la occuperebbero senza dubbio i Phantom dello Stato d'Israele, pilastri per decenni dell'Aeronautica dello Stato Ebraico ed impiegati in innumerevoli conflitti. Un ruolo di tutto rispetto sarebbe poi assegnato anche gli F-4 iraniani, la cui affascinante carriera, prima assolutamente sconosciuta, sta lentamente emergendo dalle nebbie della Storia. Alcuni puristi ed appassionati riuscirebbero a tirare fuori dal cassetto anche i Phantom egiziani, che ricoprirono un ruolo non secondario nel processo di transizione delle Forze Armate del “Paese dei Faraoni” dall'utilizzo degli armamenti di origine sovietica a quelli di fattura occidentale. Ma ben pochi si ricorderebbero dell'impiego del Phantom da parte dell'Aeronautica della Repubblica di Turchia, Türk Hava Kuvvetleri (THK) in lingua turca.

Ebbene, in termini numerici, la Turchia è stata uno dei più importanti clienti del bimotore di St Louis e, dopo Stati Uniti, Israele ed Iran, né è stata anche uno dei più importanti utilizzatori in guerra; una storia che, in gran parte, è ancora tutta da scrivere, non si è affatto conclusa, e potrebbe riservare interessanti sorprese nel prossimo futuro. Non solo, con l'andare del tempo, gli F-4 turchi sono stati sottoposti a profondi programmi di aggiornamento che hanno prodotto alcune delle più potenti ed avanzate varianti mai schierate a livello operativo. Ma procediamo con ordine...

L'interessamento della Turchia per il “Doppio Brutto” risale agli inizi degli anni '70, quando filtrarono le prime indiscrezioni circa il fatto che la vicina e rivale Grecia aveva a sua volta messo gli occhi sul possente caccia pesante multiruolo americano. A quel tempo il nocciolo duro della THK era formato da reparti di volo equipaggiati con un gran numero di Republic F-84F Thunderstreak, North American F-100C/D/F Super Sabre, Convair F-102 Delta Dagger e Lockheed F-104 Starfighter che, sebbene non propriamente moderni, lasciavano comunque i generali di Ankara soddisfatti. Nonostante infatti la Turchia confinasse direttamente con l'Unione Sovietica, la presenza di importanti basi militari e contingenti americani (soprattutto ad Incirlik) e la presenza di armi nucleari NATO permanentemente dispiegate sul suo territorio, oltre ai sotterranei rapporti di natura “para-mafiosa” esistenti tra lo “stato profondo turco” e quelli “sovietico” e “bulgaro”, facevano sì che la minaccia di un'invasione militare da parte del Patto di Varsavia fosse un'eventualità assai meno temuta di quello che si potesse intuitivamente pensare. Tuttavia, la notizia che la Grecia avesse firmato il primo ordine per la fornitura di 36 McDonnell Douglas F-4E Phantom II nell'ambito del cosiddetto programma “Peace Icarus” (evento già descritto in una precedente analisi) fece rompere tutti gli indugi e nel 1973 anche la Turchia ordinò il suo primo lotto di 40 F-4E nuovi di fabbrica nell'ambito del programma “Peace Diamond I”.

Le consegne procedettero in maniera abbastanza spedita ed i primi due esemplari con matricole identificative 73-1016 e 73-1017 arrivarono in Turchia il 30 agosto del 1974 iniziando così l'era del Phantom in terra anatolica.

Come nel caso della Grecia, anche gli F-4 turchi arrivarono troppo tardi per partecipare alla “Guerra di Cipro”, durante la quale, infatti, furono i venerandi F-100 Super Sabre a sobbarcarsi il fardello di appoggiare le forze da sbarco del paese anatolico. Con la pratica Cipro archiviata in breve tempo, la THK continuò nell'opera di ricevere ed integrare gli F-4 nei suoi reparti, cosa che avvenne speditamente nel corso dei due anni successivi. Al primo ordine ne seguì un secondo, denominato “Peace Diamond II”, composto da 32 F-4E ed 8 RF-4E, nell'aprile del 1978, tra i quali va menzionato il 5000° Phantom prodotto dagli stabilimenti di St Louis.

Un terzo contratto, denominato “Peace Diamond III” venne finalizzato tra il luglio 1981 e l'aprile 1984 e comprendeva 15 F-4E recuperati dall'Aerospace Maintenance and Regeneration Center (AMARC), oggi ridenominato 309th Aerospace Maintenance and Regeneration Group (309° AMARG). Di lì a poco seguì “Peace Diamond IV” che portò in Turchia, tra il 1984 ed il 1985, altri 15 F-4E già dell'USAF. Nel 1987 la Turchia ordinò altri 40 F-4E con il contratto “Peace Diamond V” ed infine, nel 1991, come ricompensa per l'aiuto fornito agli Stati Uniti nel corso della “Guerra del Golfo”, con il contratto “Peace Diamond VI” vennero ceduti 40 F-4E dell'Air National Guard. Parallelamente, con il “Progetto Kaan”, la THK ricevette 46 RF-4E già in forza presso la Luftwaffe tedesca, completando in tal modo le forniture di F-4 diretti alla Turchia (anche se, per ragioni non note, ne venne fornito in seguito 1 esemplare in più). Si raggiunse in tal modo il totale di 237 F-4 ordinati e consegnati (tuttavia esistono diverse fonti che affermano che la Turchia abbia in realtà ricevuto 251 Phantom!). I Phantom così ottenuti andarono ad equipaggiare non meno di 8 unità all'interno della struttura della THK:

  • 111 Filo “Panter”, basato ad Eskişehir, parte della 1 Ana Jet Üs (AJÜ), equipaggiato con F-4E;
  • 112 Filo “Şeytan”, basato ad Eskişehir, parte della 1 Ana Jet Üs (AJÜ), equipaggiato con F-4E;
  • 113 Filo “Işık”, basato ad Eskişehir, parte della 1 Ana Jet Üs (AJÜ), equipaggiato con RF-4E;
  • 171 Filo “Korsan”, basato ad Erhaç, parte della 7 Ana Jet Üs (AJÜ), equipaggiato con F-4E;
  • 172 Filo “Şahin”, basato ad Erhaç, parte della 7 Ana Jet Üs (AJÜ), equipaggiato con F-4E;
  • 173 Filo “Şafak”, basato ad Erhaç, parte della 7 Ana Jet Üs (AJÜ), equipaggiato con RF-4E;
  • 131 Filo “Ejder”, basato a Konya, parte della 3 Ana Jet Üs (AJÜ), equipaggiato con F-4E;
  • 132 Filo “Hançer”, basato a Konya, parte della 3 Ana Jet Üs (AJÜ), equipaggiato con un misto di F-4E ed F-5A.

Con la consegna degli F-4, gli Stati Uniti cedettero anche un gran quantitativo di munizionamento moderno nella forma di missili aria-suolo a guida TV AGM-65A/B Maverick, bombe a guida laser GBU-10 Paveway I e GBU-12 Paveway II, bombe a guida elettro-ottica GBU-8 HOBOS ed i pod a designazione laser AN/AVQ-23 Pave Spike. In questo modo per la prima volta dalla sua nascita, l'Aeronautica Turca ottenne la piena capacità di portare a termine operazioni di bombardamento mediante munizionamento di precisione, incrementando esponenzialmente la capacità di distruggere i bersagli ben protetti e ad alto valore. Nel settore aria-aria invece, la cessione da parte degli americani dei missili a corto raggio a guida all'infrarosso AIM-9B/P Sidewinder e dei missili a lungo raggio a guida radar semi-attiva AIM-7E Sparrow fecero sì che, anche in questo settore, gli F-4 garantissero alla THK una capacità all'avanguardia con i migliori standard internazionali. Non solo, del pacchetto in trasferimento facevano parte anche i pod per contromisure elettroniche (ECM) Westinghouse AN/ALQ-119, uno dei più efficaci allora in servizio al mondo, che migliorò esponenzialmente le capacità turche nel settore della guerra elettronica e garantì ai velivoli una protezione assai maggiore dalle minacce costituite dai missili terra-aria (SAM).

Tutti gli F-4E turchi appartenevano a lotti equipaggiati con il radar Westinghouse AN/APQ-120 che li rendeva in grado di portare a termine missioni aria-aria in tutti i tipi di condizioni meteorologiche, sia di giorno che di notte.

A metà degli anni '90, la THK si trovò di fronte ad un dilemma. Da un lato, le consegne dei Phantom erano terminate e la flotta dei velivoli aveva raggiunto la massima potenza e consistenza numerica. Dall'altro, avendo volato per la prima volta nel 1958, l'F-4 stava rapidamente approcciando i 40 anni di carriera e, sebbene da punto di vista tecnologico esso rappresentasse il meglio che le industrie aeronautiche avevano da offrire negli anni '60 e '70, entro gli anni '90 il progetto originale cominciava a dare chiari segni di invecchiamento. Esisteva inoltre il problema assai pressante di intervenire di “rivitalizzare” le cellule che erano state sottoposte ad un carico di lavoro eccessivo nel corso della loro intensa vita operativa, e in moltissimi casi avevano addirittura sopravanzato il numero di ore di volo assegnato a ciascun aviogetto per poter operare in sicurezza. Inoltre erano cambiati notevolmente gli scenari di guerra sia nei contesti aria-aria che in quelli aria-suolo laddove, nel primo si era imposto il concetto del combattimento BVR combattuto con nuove tipologie di missili a gittata autocercante, mentre nel secondo l'apparizione di nuove piattaforme come il McDonnell Douglas F-15E Strike Eagle ed il Panavia Tornado avevano creato dei concorrenti assai meglio equipaggiati (ma anche più costosi) per adempiere a tali missioni in maniera più efficace rispetto ai venerandi Phantom.

Ragioni di natura economica rendevano a quel tempo impossibile per la Turchia considerare l'opzione dell'acquisto di un nuovo velivolo (per altro proprio quando il paese era già impegnato nello sforzo di integrare il General Dynamics F-16 Fighting Falcon mantenendo nel frattempo una grande flotta di F-4 ed F-5!) perciò venne presa la scelta obbligata di aggiornare gli F-4. Il primo intervento, quindi, fu quello di sottoporre l'intera flotta di Phantom turchi ad un radicale processo di manutenzione e rafforzamento strutturale delle cellule, analogo al progetto SLEP greco già descritto in una precedente analisi. Secondariamente, la flotta di RF-4E venne sottoposta ad un progetto di modernizzazione a parte per dotarla di nuovi sensori ed apparati fotografici. Il terzo stadio aveva invece lo scopo di migliorare le capacità aria-aria in contesto BVR.

A tal proposito vennero selezionati 48 F-4E per essere modernizzati dalla TAI (Turkish Aerospace Industries) allo standard “Phantom 2000”. Tale aggiornamento, ispirato al Kurnass 2000 israeliano, prevedeva l'integrazione del radar ELTA EL/M-2032 e del sistema di contromisure elettroniche ECM Mikes-Aselsan AN/ALQ-178[V]3, radio MXF-484 del tipo VHF/UHF, sistemi di controllo di volo HOTAS, schermi head-up display (HUD), sistema di navigazione integrato INS/GPS, sistema aereo di videoregistrazione (AVTR), schermi a colori multifunzione (MFD), nuovo computer di missione e bus di trasmissione dati MIL-STD-1553B.

Nonostante gran parte dell'avionica fosse di origine israeliana, gli strumenti con schermi CRT di origine turca erano considerati superiori mentre il radar ELTA EL/M-2032, con capacità di scoperta pari a 150 chilometri, superava grandemente i radar Norden AN/APG-76 dei Kurnass 2000 israeliani. Tale radar permise agli F-4 migliorati in Turchia di diventare compatibili con i missili AIM-9X Sidewinder e AIM-120A/B AMRAAM aumentando decisamente il valore dei Phantom come piattaforme per il combattimento aria-aria sia BVR che WVR. Il quarto stadio, invece, aveva a che vedere con il potenziamento delle capacità aria-suolo. Tale programma venne approvato nel 1996 ed avrebbe infine dato origine a quella che molti osservatori ed appassionati del mondo aeronautica hanno definito la versione definitiva del glorioso bimotore di St Louis: il McDonnell Douglas F-4E 2020T Terminator, anche noto semplicemente come F-4E/2020.

Alla base del programma c'era un requisito per la modernizzazione di 54 F-4E appena sottoposti ad aggiornamento strutturale che avrebbero dovuto ricevere una nuova avionica basata anch'essa sul progetto dei Kurnass 2000 israeliani ma, a differenza dei Phantom 2000 modernizzati dalla TAI, i Terminator avrebbero visto crescere esponenzialmente anche le capacità di attacco al suolo.

Dopo una serrata competizione tra la tedesca DASA (la stessa che aveva modernizzato gli F-4F ICE tedeschi e gli F-4E AUP greci) e la israeliana IAI (Israel Aircraft Industries), quest'ultima venne dichiarata vincitrice di un contratto del valore di 600 milioni di dollari che prevedeva la modernizzazione di 26 velivoli in Israele e degli altri 28 in Turchia, sulla base di kit forniti dagli israeliani stessi. Il lavoro di ammodernamento dei velivoli incominciò nel febbraio del 1997 e terminò entro il 2003 con la consegna di tutti i velivoli ai reparti operativi.

I “nuovi” F-4E/2020 erano caratterizzati dalla presenza di una nuova e ricca suite avionica comprendente: un radar ELTA EL/M-2035 ISAR dalla portata di 111,1 chilometri con capacità SAR/GMTI (radar ad apertura sintetica/indicatore di bersagli in movimento a terra), nuovo HUD ad ampia angolatura EL-OP 976 e sistema HOTAS, nuovo computer di missione IAIC e sistema di navigazione con GPS/INS e mappatura automatica del terreno, nuovi impianti di comunicazione e di contromisure (pod attivo ECM ELTA EL/L-8222 e allarme passivo ECM Mikes-Aselsan AN/ALQ-178[V]3 SPEWS), nuovo RWR.

I “Terminator” furono anche sottoposti ad un completo ricablaggio di tutti i circuiti interni molti dei quali (per una lunghezza complessiva di 20 chilometri) vennero eliminati perché ormai ridondanti, portando ad una diminuzione del peso pari a 750 chili. Queste ed altre modifiche applicate alla struttura dei velivoli resero gli F-4E/2020 delle formidabili piattaforme per il combattimento aereo dalle prestazioni di volo e d'attacco in tutto e per tutto comparabili con quelle degli F-15E Strike Eagle.

Con la consegna dell'ultimo velivolo, nel 2003, si concluse il programma “Terminator”, ma la flotta di F-4 turchi è stata aggiornata ancora, nel 2006 e poi nel 2009, con i progetti “Işık” e “Şimşek”, questa volta di concezione unicamente nazionale che non tratteremo in dettaglio ma che hanno portato ad ulteriori miglioramenti sulle strutture degli aviogetti ed hanno espanso ulteriormente le capacità della suite elettronica integrando nuova strumentazione ed altre migliorie con l'obiettivo di mantenere i Phantom competitivi fino all'anno 2020.

Per quanto riguarda le tipologie di missioni, gli armamenti ed i carichi esterni, i “Terminator” sono a tutti gli effetti “i Phantom supremi” e possono assolvere a missioni di qualsiasi natura. Per le missioni di ricognizione, i “Terminator” sono stati abilitati al trasporto dei pod TARPS (Tactical Airborne Reconnaissance Pod System) e LANTIRN (Low Altitude Navigation and Targeting Infrared for Night) utilizzati nella mappatura, nella valutazione dei danni prima e dopo l'attacco, nella fotoricognizione obliqua e nella sorveglianza marittima. Anche se il TARPS ed il LANTIRN non possono essere trasportati dallo stesso aereo, non di meno possono essere utilizzati da aerei diversi nella medesima formazione, aumentando notevolmente le capacità di missione di un'unica formazione.

Per le missioni aria-aria, i “Terminator” possono avvalersi, negli scenari BVR, dei missili a medio raggio a guida radar semi-attiva AIM-7 Sparrow delle versioni “E” ed “F” e di quelli a testata autocercante “lancia e dimentica” AIM-120 AMRAAM della versioni “A”, “B” e “C-7”, mentre negli scenari WVR fanno affidamento sugli AIM-9 Sidewinder delle versioni “E”, “F”, “X”, “M”, “L”, “I”, “S” e “P3” così come è prevista l'integrazione dei missili Gökdoğan e Bozdoğan di concezione nazionale. Infine, per le missioni aria-suolo, i “Terminator” hanno a disposizione un nutrito arsenale di bombe a caduta libera o guidare e di missili aria-suolo delle tipologie più disparate.

Come bombe a caduta libera ad uso generale si possono menzionare le Mark 81/82/83/84 di origine americana. Nel settore bombe a grappolo sono invece disponibili le CBU-58, le CBU-100 e le CBU-105 WCMD anch'esse di origine americana. Sempre americane sono le bombe a guida laser GBU-8 HOBOS, GBU-10 e GBU-12, le ultime due appartenenti alla serie Paveway II ed anche di origine statunitense sono le bombe anti-radiazione GBU-31 e GBU-38. Queste, per altro, possono essere trasformate in bombe guidate grazie all'ausilio di kit JDAM di provenienza americana mentre i kit TÜBİTAK HGK e TÜBİTAK KGK di origine turca sono destinati rispettivamente alle Mark-84 ed alle Mark-82.

Sempre di origine turca è la bomba ad alta penetrazione TÜBİTAK NEB che affianca in quel ruolo la americana BLU-109/B, utilizzabile anche come arma “anti-bunker”. Francesi sono invece le efficacissime bombe “anti-pista” Matra Durandal.

Ancora oggi il missile guidato più utilizzato dai “Terminator” per l'attacco a bersagli di terra fissi o in movimento è l'AGM-65 Maverick delle versioni “A”, “B” e “G”, mentre l'AGM-88B HARM (foto) viene utilizzato per missioni SEAD, entrambi di provenienza statunitense, come l'AGM-154A-1/C JSOW che occupa invece la nicchia sempre più importante delle armi stand-off.

Infine, il settore dei missili da crociera aviolanciabili per l'attacco a bersagli terrestri è stato per anni occupato dagli americani AGM-84 SLAM e AGM-84 H/K SLAM-ER e dall'israeliano Lockheed Martin/Rafael AGM-142 Raptor/Popeye/Have Nap (quest'ultimo prodotto su licenza dalla turca TAI) fino all'arrivo del SOM, uno dei migliori missili da crociera attualmente in servizio al mondo, sviluppato dalla TÜBİTAK SAGE e prodotto da ROKETSAN.

La precisione di tutti gli armamenti aria-suolo sopra citati poi può essere ulteriormente incrementata mediante l'utilizzo di pod di puntamento come l'AN/AVQ-23A/B Pave Spike, lo SNIPER e l'AN/AAQ-28(V) LITENING II.

Al pari delle loro controparti americane, israeliane ed iraniane, anche gli F-4 turchi hanno visto un intensissimo, ancorché poco noto, impiego bellico ed un'attiva partecipazione alle esercitazioni in ambito NATO e non solo.

Il fronte sul quale gli F-4 turchi sono stati maggiormente impegnati è stato quello dell'Egeo e del Mediterraneo orientale dato che, a partire dal 1974, i rapporti tra Grecia e Turchia non hanno fatto altro che complicarsi con il passare dei decenni a causa della crisi di Cipro e delle contese territoriali nelle quali i due paesi sono invischiati. In questo contesto la THK è da allora impegnata in una perenne prova di forza contro l'EPA ellenica che comporta quotidiane violazioni dello spazio aereo greco da parte dei velivoli turchi, con gli F-4 che la fanno da padroni grazie alla velocità garantita dalla spinta dei motori J79. Chi pensa che si tratti di sconfinamenti da nulla si sbaglia di grosso se si pensa che, dal 1974 ad oggi, la THK ha violato lo spazio aereo greco una media di 363 volte al mese (!) e si tratta di violazioni che riguardano formazioni di 4 o addirittura 8 velivoli alla volta.

Durante le operazioni “Deliberate Force”, tra il 30 agosto ed il 20 settembre 1995, e “Allied Force”, tra il 24 marzo ed il 10 giugno 1999, i Phantom turchi vennero mobilitati nei ruoli di difesa aerea e ricognizione a partire dalle basi situate in territorio italiano, tuttavia in entrambi i frangenti non furono coinvolti in azioni di fuoco contro le forze serbe. Ben diverso fu invece l'impegno degli F-4 nel corso dell'infinito conflitto che ha opposto e che continua ad opporre la Turchia al PKK curdo ed agli altri movimenti regionali ad esso affiliati.

Sin dal 1978, le forze armate e di sicurezza turche sono state massicciamente impegnate in una feroce campagna di repressione dell'insorgenza curda e le forze aeree hanno svolto un ruolo quintessenziale nel fornire supporto di fuoco alle truppe di terra sia nelle operazioni svoltesi in contesto montano che in quelle svoltesi in contesto urbano. Vista la versatilità degli F-4 come piattaforme operative, era ovvio che essi sarebbero diventati anche i principali vettori d'attacco contro le basi del PKK situate non solo nelle zone più remote della Turchia, ma anche in Iraq, in Iran e, più recentemente, in Siria.

Fornire qui di seguito un resoconto dettagliato delle operazioni aeree che hanno visto l'impiego dell'F-4 sotto le coccarde turche nelle operazioni contro i curdi è semplicemente impossibile; tuttavia si possono menzionare alcuni eventi salienti:

-15 agosto 1986: nel corso di un'incursione turca nel Kurdistan Iracheno, una decina di F-4 volò missioni di appoggio tattico a supporto dei circa 8.000 soldati impegnati nell'operazione;

-4 marzo 1987: una trentina di F-4 partecipò al bombardamento di tre campi di addestramento del PKK (noti con i nomi in codice di “Sırat”, “Era” ed “Alamış”) situati nel Kurdistan Iracheno;

-dal 12 ottobre al 1 novembre 1992: gli F-4 della THK fornirono supporto tattico a 20.000 soldati turchi e 5.000 loro alleati curdi iracheni nel corso dell'offensiva contro le basi irachene del PKK denominata “Operazione Irak del Nord” (Kuzey Irak Harekâtı);

-26 luglio 1994: bombardamento delle basi curde nell'Iraq del Nord;

-dal 20 marzo al 4 maggio 1995: i Phantom fornirono supporto tattico ad oltre 35.000 soldati turchi impegnati contro le basi del PKK nell'Iraq del Nord nel corso dell'offensiva denominata “Operazione Acciaio” (Çelik Harekâtı);

-14 giugno 1996: bombardamento e supporto tattico nel corso di un raid contro la guerriglia del PKK nel Kurdistan Iracheno: “Operazione Tokat” (Tokat Harekâtı);

-dal 12 maggio al 7 luglio del 1997: gli F-4 e gli altri velivoli da combattimento dell'Aeronautica furono mobilitati in appoggio all'offensiva denominata “Operazione Martello” (Çekiç Harekâtı) da parte di 50.000 soldati e 10.000 “Guardie di Villaggio”, avente come scopo quello di sradicare la presenza del PKK nella Turchia Orientale e nell'Iraq del Nord;

-dal 25 settembre al 15 ottobre del 1997: gli F-4 della THK bombardarono i santuari iracheni del PKK in appoggio a 15.000 soldati turchi e 8.000 loro alleati curdi del Partito Democratico del Kurdistan: “Operazione Alba” (Şafak Harekâtı);

-dall'aprile al maggio 1998: nel corso della più importante operazione militare della Storia della Repubblica di Turchia, “Operazione Murat” (Murat Harekâtı), gli F-4 contribuirono ad appoggiare decine di migliaia di soldati turchi impegnati in una massiccia opera di rastrellamento attraverso la provincia turca di Hakkâri;

-dal 16 al 26 dicembre 2007: in quella che risulta ancora oggi la singola operazione militare più costosa della Storia della Repubblica di Turchia (costo stimato in oltre 20 milioni di dollari!), la THK impiegò non meno di 52 velivoli da combattimento, tra F-4 ed F-16, per bombardare i campi di addestramento del PKK nel Kurdistan iracheno infliggendo gravi perdite alle forze dell'organizzazione;

-dal 21 al 29 febbraio 2008: in quella che divenne nota come “Operazione Sole” (Güneş Harekatı) circa 10.000 soldati turchi varcarono la frontiera tra Turchia ed Iraq ed attaccarono le posizioni del PKK e del PJAK situate nel Kurdistan Iracheno. In anticipazione a tale operazione, gli F-4 e gli F-16 turchi avevano iniziato a martellare le posizioni curde sin dal 16 dicembre del 2007 (giorno in cui la THK effettuò il suo primo attacco notturno con armi “intelligenti”, quando gli F-4E/2020 lanciarono vari AGM-65 Maverick e AGM-142 Raptor/Popeye/Have Nap contro bunker e nascondigli sotterranei) per poi appoggiare l'avanzata delle truppe di terra nel corso dell'invasione. Le operazioni aeree continuarono anche dopo la cessazione dell'avanzata dei soldati sul terreno, con picchi registrati tra il 25 ed il 26 aprile e l'1 ed il 2 maggio quando le Forze Armate Turche portarono a compimento alcune complesse operazioni militari offensive coordinando l'azione dei semoventi d'artiglieria terrestre T-155 Fırtına, UAV IAI Heron, F-16 dotati di pod LANTIRN e cacciabombardieri F-4;

-dal 17 al 24 agosto 2011: in risposta ad un crescendo degli attacchi della guerriglia curda, gli F-4 e gli F-16 della mezzaluna anatolica colpirono 132 obiettivi nemici mentre l'artiglieria a lungo raggio ne colpì altri 349 in un'operazione militare durata nel complesso una settimana;

-dal 11 giugno all'11 agosto 2012: nel corso di alcuni dei più feroci combattimenti della Storia del conflitto turco-curdo, gli F-4 effettuarono non meno di 400 incursioni aerei dirette contro obiettivi dell'elusivo nemico situati nella provincia di Hakkâri;

-tra l'8 ed il 19 settembre 2012: gli F-4 e gli altri velivoli militari turchi bombardarono obiettivi curdi sia in terra turca, nella provincia di Hakkâri, sia nel “santuario” di Qandil, situato in Iraq, nell'ambito di quella che diventerà nota come “Operazione Silenzio Epico” (Sessiz Destan Operasyonu);

-tra il 18 ed il 19 marzo 2016: in risposta ad una serie di attentati dinamitardi avvenuti tra febbraio e marzo, Ankara lanciò una nuova ondata di bombardamenti aerei con 30 tra F-4 ed F-16 diretti a colpire obiettivi del PKK nell'Iraq del Nord;

-tra il 28 maggio 2019 ed il 15 giugno 2020: nel coso della più lunga operazione antiguerriglia della Storia della Repubblica di Turchia, denominata “Operazione Artiglio” (Pençe Harekatı) l'Esercito, la Gendarmeria e le “Guardie di Villaggio” turche conquistarono vaste aree del Kurdistan iracheno obbligando la guerriglia curda ad abbandonare le basi situate lungo la zona di confine e ritirarsi verso la zona dei monti Qandil. Nel corso del susseguirsi di operazioni, gli F-4E/2020 e gli F-16 della THK, così come gli elicotteri da combattimento ed i droni sono stati ampiamente adoperati per colpire obiettivi del PKK e fornire appoggio tattico alle truppe di terra;

-tra il 15 giugno 2020 ed il 5 settembre 2020: la Turchia ha impiegato gli F-4E/2020 unitamente ad altri velivoli e droni anche nel corso delle più recenti operazioni antiguerriglia in terra irachena, denominate “Operazione Artiglio dell'Aquila” (Pençe-Kartal Operasyonu) ed “Operazione Artiglio della Tigre” (Pençe-Kaplan Operasyonu) dirette ad incalzare ulteriormente la guerriglia curda sui monti Qandil.

L'ultimo decennio ha inoltre visto un incremento delle attività di guerra della flotta dei Phantom turchi in conseguenza al deterioramento della situazione geopolitica della vicina Siria ed ai tentativi turchi di destabilizzarla. Il 22 giugno del 2012, mentre la Siria affondava nell'inferno della guerra, un RF-4E turco, appartenente al 173 Filo “Şafak”, impegnato in missione di ricognizione lungo il tratto costiero della Siria, con ai comandi il tenente di volo Gökhan Ertan e l'ufficiale di volo Hasan Hüseyin Aksoy, venne abbattuto da un sistema missilistico Pantsir-S1 (nome in codice NATO: SA-22 Greyhound) con la morte di entrambi i piloti, segnando formalmente l'inizio del coinvolgimento turco nella cosiddetta “Guerra Civile Siriana”.

Nel corso di tutto il conflitto, prima in maniera sporadica e poi, a partire dalla metà del 2015, in maniera sistematica, i “Terminator” sono stati utilizzati a più riprese dalla THK per attaccare obiettivi del PKK, dei curdi siriani e, occasionalmente dell'ISIS (quelle poche volte che la Turchia e l'ISIS sono effettivamente venuti alle mani). Tali azioni aeree da parte degli F-4 sono avvenute in maniera episodica, come il 19 settembre ed il 15 novembre del 2015, ed il 12 gennaio ed il 15 marzo del 2016, oppure nell'ambito di operazioni su vasta scala come:

-la “Operazione Martire Yalçın” (Şehit Yalçın Operasyonu): serie di bombardamenti aerei aventi come scopo finale la distruzione di obiettivi del PKK e dell'ISIS situati lungo tutto il confine tra Siria e Turchia, ma anche nell'Iraq del Nord, avvenuti tra il 24 ed il 25 luglio 2015;

-la “Operazione Scudo dell'Eufrate” (Fırat Kalkanı Harekâtı): offensiva in grande stile portata avanti dalle Forze Armate della Turchia in collaborazione con i loro “ausiliari” del cosiddetto “Esercito Libero Siriano”, durata oltre sette mesi (dal 24 agosto 2016 al 29 marzo 2017) e risultante nell'occupazione da parte delle forze turche di un'ampia fascia di territorio siriano situato nella zona settentrionale della provincia di Aleppo;

-la campagna aerea dell'aprile 2017: serie di bombardamenti diretti ancora una volta a colpire l'infrastruttura logistica sia del PKK che dei curdi siriani sia in Siria che in Iraq;

-la “Operazione Ramoscello d'Ulivo” (Zeytin Dalı Harekâtı): offensiva militare protrattasi tra il 20 gennaio ed il 24 marzo 2018 con la quale le forze turche e i loro ausiliari jihadisti hanno sradicato la presenza curda dal cosiddetto “cantone di Afrin”, nella Siria nordoccidentale;

-la “Operazione Sorgente di Pace” (Barış Pınarı Harekâtı): invasione di un ampia porzione della Siria nordorientale nel periodo compreso tra il 9 ottobre ed il 25 novembre 2019 che ha portato all'eliminazione della presenza curda nell'area.

Tuttavia, il vero “momento di gloria” degli F-4 in servizio presso la THK avvenne nella notte tra il 15 ed il 16 luglio 2016 quando essi ricoprirono un ruolo di primo piano nel far fallire il tentato golpe diretto a deporre il “presidente-padrone” della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, e scioglierne il governo. In quell'occasione i golpisti, raggruppati nel cosiddetto “Consiglio per la Pace”, avevano concentrato presso la “base aerea di Akıncı” (Akıncı Hava Üssü) importanti asset aerei comprendenti, tra gli altri: 37 elicotteri (tra Sikorsky S-70 Black Hawk, Bell AH-1 Cobra ed Eurocopter AS532 Cougar), 8 aerei da trasporto (tra Transall C-160, Lockheed C-130 Hercules ed Airbus A400M Atlas), 4 aero-rifornitori Boeing KC-135R Stratotanker e ben 24 caccia General Dynamics F-16 Fighting Falcon.

Nel corso di quella fatidica notte, gli elicotteri e gli F-16 delle forze golpiste si levarono in aria, passando sopra le principali città turche a volo radente e velocità subsonica mitragliando gli edifici governativi (incluso il Parlamento) presidiati dai lealisti, provocando in tal modo decine di vittime.

Una sezione di F-16 tentò inoltre di intercettare il Gulfstream VIP di Erdoğan che nel frattempo aveva lasciato il suo luogo di villeggiatura a Marmaris nel tentativo di raggiungere Istanbul. Non è chiaro se l'ordine ricevuto dai piloti golpisti fosse quello di uccidere Erdoğan in volo o far atterrare il suo aereo ad Akıncı così che egli potesse essere preso prigioniero e processato da una “corte rivoluzionaria” organizzata ad hoc dai militari. Fatto sta che i piloti dell'aereo presidenziale riuscirono a guadagnare tempo spegnendo il transponder e le luci di posizionamento esterne e “nascondendo” il Gulfstream sulla scia di diversi aerei di linea che in quel momento attraversavano i cieli della Turchia. Confusi da tale manovra, i piloti degli F-16 golpisti furono poi dispersi dal pronto intervento degli F-4E/2020 appartenenti al 111 Filo “Panter” ed al 171 Filo “Korsan” decollati dalla base di Eskişehir dove erano confluiti per un'esercitazione prevista in precedenza. Costoro erano stati gli unici tra tutti i piloti dei reparti di volo della THK a rispondere immediatamente alla chiamata alle armi in diretta TV da parte del presidente Erdoğan e del primo ministro Binali Yıldırım non appena divenne chiaro a tutti che un colpo di stato in piena regola stava avvenendo nel paese.

L'intervento degli F-4E/2020 si dimostrò decisivo non solo perché essi permisero al Gulfstream VIP di Erdoğan di atterrare ad Istanbul senza pericolo, ma anche perché, successivamente, essi abbatterono 2 elicotteri dei golpisti e, dulcis in fundo, bombardarono la base di Akıncı, crivellando letteralmente la pista che venne centrata da non meno di 12 bombe dirompenti ad alto potenziale. Con la pista di volo della base di Akıncı ormai fuori combattimento, ai golpisti non rimase che alzare bandiera bianca ed arrendersi; i “Terminator” avevano “terminato” il golpe.

Nonostante la brillante prestazione complessiva e questi innegabili successi, sembrava chiaro ai più che la carriera degli F-4 con la THK fosse destinata a concludersi entro la fine di questo decennio. Non è chiaro quanti Phantom siano stati forniti alla Turchia dato che le fonti non sono concordi su questo punto (la maggior parte parlano di 233 o 237 ma alcune parlano addirittura di 251!) tuttavia la potenza anatolica non è mai riuscita veramente a schierare l'intera flotta al massimo della sua potenza.

L'intensissimo impiego sia in “pace” che in guerra ed una serie di problemi causati dalla mancanza di disciplina e da una manutenzione a volte lacunosa hanno fatto sì che, da subito, gli F-4 turchi siano stati esposti ad un altissimo rateo di perdite a causa di incidenti che l'Aviation Safety Network ha quantificato in non meno di 60 velivoli (!) dall'introduzione del modello nel 1974 sino ad oggi. Inoltre, nonostante i Phantom fossero stati aggiornati ad ondate mediante i vari programmi “Phantom 2000”, “Terminator”, “Işık” e “Şimşek”, nessuno prevedeva una loro permanenza in servizio oltre il 2020, anno nel quale avrebbero dovuto finalmente essere sostituiti dai Lockheed Martin F-35 Lightning II.

Sebbene nel 2010 la THK contasse ancora non meno di 194 Phantom tra le sua fila (40 RF-4E, 52 F-4E non modificati, 48 F-4E Phantom 2000 e 54 F-4E 2020T Terminator), negli anni successivi i velivoli cominciarono ad essere ritirati ad un ritmo sostenuto, iniziando dai ricognitori e dai velivoli sottoposti a modifiche minori, seguendo poi con quelli tecnologicamente più avanzati, mentre i reparti di volo venivano “disattivati” e posti in “posizioni quadro” in attesa di ricevere gli F-35 dei quali la Turchia voleva acquistarne 120 esemplari della versione “A” per l'Aeronautica e 32 della versione “B” per la Marina. Tuttavia, a causa della finalizzazione del contratto tra Turchia e Russia per la fornitura di quattro batterie equipaggiate con 36 unità di fuoco di missili antiaerei S-400 Triumf (nome in codice NATO: SA-21 Growler), gli Stati Uniti hanno deciso di punire Ankara, prima bloccando sul nascere la fornitura di qualsiasi velivolo, e poi escludendo totalmente i turchi dal programma, infliggendo tra l'altro un duro colpo alle industrie della difesa del paese anatolico.

Oggi, a 46 anni dalla sua entrata in servizio e dopo aver accumulato complessivamente diversi milioni di ore di volo con la THK, l'F-4 è ancora in servizio in 49 esemplari, tutti appartenenti alla versione avanzata F-4E/2020, con il 111 Filo “Panter” e con il 401 Test Filosu, entrambi di base a Eskişehir, mentre altre 3 unità ex-F-4 si trovano in uno stato di “limbo”, attendendo aerei con non arriveranno mai, e non è detto che Ankara non si rassegni infine a tirare fuori dai magazzini un certo numero di F-4 radiati anzitempo per rimetterli in servizio e cercare così di rimpolpare le file della propria forza aerea. Se tale evenienza dovesse concretizzarsi, si tratterebbe di un clamoroso “ritorno” come nelle migliori tradizioni hollywoodiane, ma sì sa, la storia del cinema ci insegna che non sarebbe la prima volta che un “Terminator” ritorna.

Incuranti di tutto questo, i McDonnell Douglas F-4E 2020T Terminator della Türk Hava Kuvvetleri continuano a volare e servire quotidianamente il loro paese, in guerra come in “pace”, adempiendo alla pluralità di missioni per le quali sono stati progettati, e continueranno a farlo anche per il prossimo futuro, fino a quando il loro destino finale verrà deciso una volta per tutte. E anche se, eventualmente, la loro fine sarà inevitabile e la loro “razza” sarà destinata all'estinzione, possiamo con sicurezza dire che ciò avverrà... ma non oggi.

Foto: Türk Silahlı Kuvvetleri / U.S. DoD / web