Molle e balestre, a ognuna la sua: le sospensioni nei veicoli militari

(di Gianluca Celentano)
07/05/25

L’Italia e l’Europa si distinguono da sempre come eccellenze mondiali nella meccanica, nel design e nei motori, ma anche nella raffinata ingegneria dei sistemi strutturali ed elastici. Tra questi spicca il ponte De Dion, inventato alla fine dell’Ottocento dal marchese francese omonimo e successivamente perfezionato da ingegneri italiani: una soluzione che coniuga stabilità e comfort, adottata con successo anche in numerose configurazioni militari.

Anche nei veicoli militari su gomma, la sospensione non è solo un dettaglio tecnico, ma un componente vitale per la sopravvivenza operativa.

I sistemi che garantiscono l'elasticità tra telaio e ruote si basano principalmente su balestre, molle elicoidali e ammortizzatori telescopici, spesso combinati con fluidi come olio, gas o aria compressa. Ogni sistema risponde a esigenze diverse, come robustezza e semplicità per i teatri più ostili, precisione e adattabilità per i mezzi ad alte prestazioni. La scelta della sospensione è quindi una questione tecnica quanto strategica e operativa.

Il ponte De Dion (foto seguente) è stato utilizzato in trattori leggeri o semoventi per offrire robustezza meccanica e semplicità costruttiva, separando il carico non sospeso.

Alcuni mezzi italiani e tedeschi tra le due guerre sfruttavano questo sistema per migliorare la trazione su ruote in condizioni semi-off-road.

In ambito civile le sospensioni migliorano comfort e tenuta di strada, mentre, nel settore militare gli obiettivi cambiano: resistenza meccanica, adattabilità su ogni tipo di terreno, facilità di manutenzione e capacità di carico elevate sono requisiti fondamentali e StanAG.

Il veicolo non deve solo trasportare personale o materiali, deve farlo attraverso deserti, fango, detriti ed esplosioni, senza cedere. Anche i carri armati possiedono sospensioni (a molla o telescopiche) sui rulli di rinvio. Quindi, il compito "elastico" delle sospensioni, non è solo garantire la tenuta di strada e il comfort, ma anche gestire le masse in movimento; per questo motivo i veicoli tattici possiedono telai con spessori maggiori. Un telaio che si piega sotto forti pressioni mette KO un tattico e compromette una missione. La scelta inziale è fondamentale.

Confronto strategico

Assale rigido - È il re indiscusso dei veicoli militari: molto robusto, semplice da riparare, capace di sopportare carichi e sollecitazioni estreme. Usato su jeep, camion tattici e blindati pesanti, la sua architettura, abbinata a balestre (molle a balestra) o ammortizzatori, garantisce prestazioni ideali in terreni dissestati. Inoltre sui mozzi possono esserci dei rinvii per alzare la luce libera da terra (il ground clearance).

Le balestre - Nonostante la loro antichità (carri e carrozze a cavallo), le molle a balestra sono ancora diffusissime nei mezzi militari. Composte da strati di acciaio sovrapposti (foglie o lame) serrati da una centina centrale, offrono un’elasticità progressiva e una straordinaria robustezza, spesso abbinate ad ammortizzatori per migliorarne l’efficacia e il comfort. Ideali per i carichi eccezionali e in ambienti dove la manutenzione è limitata e l’affidabilità deve essere assoluta. Sono semplici, economiche e quasi indistruttibili.

Sospensioni indipendenti - Utilizzate in veicoli blindati leggeri e MRAP moderni, consentono a ogni ruota di reagire autonomamente agli ostacoli mantenendo -teoricamente- quasi in piano il telaio; migliorando quindi mobilità e protezione degli occupanti. Un sistema molto utilizzato anche nell’automotive civile per diminuire le sollecitazioni ampliando la tenuta di strada. Provviste spesso di molle elicoidali e ammortizzatori, risultano, per la loro complessità, un po' delicate.

Doppio braccio oscillante (doppio triangolo o braccio trasversale) - Sistema evoluto usato in veicoli speciali, offre precisione e grande escursione. Trova impiego in mezzi blindati ad alte prestazioni, come quelli di Oshkosh Defense destinati a operazioni speciali. Un compromesso tra sofisticazione e robustezza, utilizza frequentemente molle o molle idropneumatiche, con ammortizzatori talvolta integrati icon sistemi sofisticati. Tuttavia la sospensione ideale deve mantere la ruota perpendicolare al terreno durante il rollio evitando variazioni indesiderate di campanatura e convergenza, che altererebbero la traiettoria. Deve garantire movimenti verticali compensando l’effetto del rollio (oscillazione laterale) attraverso il recupero della campanatura -inclinazione della ruota rispetto alla verticale-, senza introdurre deformazioni elastiche che compromettano la geometria e la stabilità del veicolo.

Sospensioni pneumatiche e idropneumatiche - Utilizzate negli autobus e per il comfort di lussuose berline, sono in crescita anche nel settore militare – es. Iveco SuperAV – soprattutto nei veicoli logistici. Permettono la regolazione dell’altezza da terra e della rigidità, ottimizzando l’assetto in ogni condizione di carico offrendo un’apprezzabile tenuta di strada. Occorre valutare caso per caso la protezione del sistema elastico, spesso integrato con ammortizzatori. Sull’affidabilità, fonti come Oshkosh, Rheinmetall e BAE Systems, preferiscono per i veicoli tattici veri e propri (MRAP, blindati ruotati 4x4 o 6x6) sospensioni indipendenti con molle elicoidali e ammortizzatori telescopici, più robuste in contesto bellico. Le problematiche rilevate includono: schegge e colpi perforanti, perdite di pressione in caso di danno al sistema e difficoltà di riparazione in campo. Problemi analoghi a quelli riscontrati nel trasporto civile su gomma.

Sistema misto e ibrido - Alcuni veicoli di nuova generazione stanno esplorando l'adozione di sistemi misti e ibridi. Combinano sospensioni semi-attive, elettroniche e idrauliche per migliorare ulteriormente la dinamica, la sicurezza e l'adattabilità ai terreni variabili. Un esempio è il sistema ATREX di RENK, che integra sospensioni avanzate come il sistema InArm.

ATREX non è una sospensione, ma la sua progettazione interagisce strettamente con il sistema di sospensioni del veicolo. Si tratta di soluzioni integrate che combinano trasmissioni avanzate con sospensioni e ammortizzazione per ottimizzare le prestazioni del veicolo. Progettato per migliorare la mobilità e la stabilità dei veicoli da combattimento, offre una soluzione mista tra i benefici dei sistemi tradizionali e l’innovazione tecnologica.

Tradizione e innovazione - L’industria italiana ha saputo integrare la robustezza classica con soluzioni moderne; un esempio è il Lince VTLM 2 NEC, che unisce sospensioni indipendenti a soluzioni blindate, garantendo così una protezione ottimale, agilità e stabilità, anche su terreni difficili. In altri casi, come nei veicoli logistici ASTRA/Iveco ACTL, si preferisce l’assale rigido e le balestre, condizione che migliora l'aspetto complessivo di operazioni logistiche ed eccezionali. Questo tipo di sospensioni non ha quasi mai creato problemi negli usi più estremi.

Ogni terreno ha la sua molla

Nella guerra moderna, dove la rapidità d’intervento è vitale e le mine una minaccia costante, la scelta della sospensione è tutt'altro che banale. Un danno alle sospensioni può bloccare il veicolo.

Non si tratta solo di tecnica, ma di strategia. Balestre e molle, assali e bracci, sono soluzioni che richiedono compromessi, essendo la mobilità militare (ed è bene che sia così) ancorata a un principio semplice: resistere, sempre.

Foto: U.S. Air National Guard / web / U.S. Army / Renk