“L’Americana FIAT” si arruola? Jeep Wrangler: versatile sia su strada che in off road

(di Gianluca Celentano)
01/08/18

Dopo l’importante accordo con l’Arma dei carabinieri, che ha visto la consegna di una fiammante Jeep Wrangler 2.8 CRD per il controllo delle spiagge nel tratto romagnolo tra Cattolica e Bellaria, l’ormai italo americana Jeep sembra vicino a rivestire la livrea dell’Esercito, anche se nel merito non ci sono conferme.

Se da un lato il passaggio sulla battigia adriatica della settima serie della storica Willys MB, e quarta serie della Wrangler, è osservato dai turisti magari stesi sul lettino come una vicinanza delle istituzioni, dall’altro oltre alla pubblicità al prodotto FCA potrebbe tradursi come un reale inizio d’avvicinamento tra Jeep Wrangler e istituzioni militari.

Già nel 2013 il settimanale l’Espresso aveva pubblicato qualche notizia in merito all’ingresso della italo americana nelle forze armate, citando il costo di 631 mila euro per soli sei esemplari opportunatamente modificati e irrobustiti. A ragion veduta, considerate le emergenze economiche del Paese, gli stessi vertici militari dimostrarono scetticismo sulle reali necessità di sostituire le ben 2700 Land Rover, le quali utilizzate prevalentemente in patria non sarebbero state soggette all’usura dei mezzi protetti destinati invece alle missioni fuori area.

Il dilemma: Land Rover, Renegade o Wrangler?

Se il SUV Jeep Renegade è approdata con soddisfazione degli addetti ai lavori nei corpi di polizia, l’arruolamento nella benemerita di Wrangler potrebbe essere anche lo spunto per monitorare sotto diversi aspetti costi d’esercizio compresi, questa pura off-road; tuttavia una futura diffusione militare potrebbe riguardare solo una parte dei reparti e questo sia per una coerente ottimizzazione dei costi, sia per le ancora discrete condizioni delle più recenti AR90.

Dai vertici della difesa non trapela nulla in merito anche se qualcuno afferma d’aver visto qualche esemplare circolante e forse in prova: si tratterebbe di una versione a passo lungo e con livrea verde lucido. La Wrangler 2018, per la sua maggiore versatilità si adatterebbe bene sia all’utilizzo urbano sia a quello estremo, grazie anche al sistema di sgancio anteriore - dal posto guida - della barra antirollio durante i passaggi off-road più impegnativi e probabilmente presente anche nelle versioni militari.

Se le sigle AR, auto da ricognizione rimanessero invariate, considerato il ruolo d’impiego del mezzo s’intende, si potrebbe simpaticamente azzardare con un po' di fantasia, che la denominazione completa potrebbe essere AR 20, dove venti indicherebbe il nuovo millennio o l’anno di entrata in servizio?

Conosciamo la Jeep WRANGLER 2.8 CRD

Che sia un puro ed eccezionale 4X4 degno di chiamarsi fuoristrada - come la Land del resto - è già stato ribadito diverse volte sulla stampa e il passare degli anni dal suo esordio avvenuto nel 1941 ha solamente migliorato il progetto aumentandone le qualità.

Il suo motore è un longitudinale VM A 428, un 4 cilindri turbodiesel common rail 16 valvole da un 2776 cc potenziato a 200 cavalli e in grado di sviluppare i 500 Newton metri. L’alimentazione e i parametri di fasatura sono di nuova concezione e possiede iniettori piezoelettrici e sistema EGR Exhaust Gas Recirculation aggiornato che riduce le emissioni catalogandola euro 5.

La novità

Abbiamo sottolineato la sua versatilità in funzione anche dell’introduzione di un terzo differenziale a lamelle posto centralmente. Questo sistema, come tutti i tipi on demand, presenti sui SUV, trasferisce autonomamente la coppia all’asse anteriore quando si verificano perdite d’aderenza sul posteriore. Una novità per una macchina made in USA, le quali sino a prima non conoscevano una via di mezzo “graduale” nella ripartizione di coppia.

Il conduttore però può scegliere con un’apposita leva di bloccare la trazione al 50% tra i due assi e a questo punto la nostra Wrangler torna ad essere l’inarrestabile 4X4 conosciuto nella storia.

Possiede un moderno telaio portante, leggero ma molto robusto e denominato body-on-frame con struttura in acciaio a sezione rettangolare, tuttavia per gli usi militari si potrebbero prevedere soluzioni modificate che non penalizzino troppo la potenza.

Possiede due differenziali e come abbiamo detto, un differenziale/ripartitore centrale TRU-LOK bloccabile anche trasversalmente sui due assi; può essere equipaggiata con un cambio manuale a 6 marce più sei ridotte o con un moderno ZF automatico a 8 marce, anche se sulla motorizzazione 2.8 non è chiaro se adotterà il 5 marce ZF. Grazie all’epiciclo anche con l’automatico idraulico, tutte le marce avranno una riduzione che permetterà di sorpassare pendenze poco superiori ai 45°, il 100%.

Raggiunge i 175 Km/h e le prestazioni su strada sembrano brillanti grazie anche all’adozione di nuove sospensioni a gas e barra Panhard a 5 punti sui due ponti rigidi, anteriore e posteriore e molle con barra stabilizzatrice sganciabile anteriormente. Prestazioni non paragonabili a quelle della Land.

La versione dell’Arma dovrebbe essere equipaggiata con un kit assetto rialzato da 2” by “Fox Performance”

Lunga è anche la lista dei dispositivi di sicurezza come ESP a 3 modalità, Hill descent Control, ABS calibrato oppure il TPM per il monitoraggio pressione pneumatici.

Gli sportelli possono essere rimossi e il parabrezza abbassato, mentre i tappi sul fondo permettono lo svuotamento dell’acqua in caso d’allagamento dopo i guadi che può attraversare nella versione base spingendosi sino ad un metro senza prese d’aria.

La sua massa a terra è di poco più di 1.8 tonnellate ed è lunga soli 4.23 metri nella versione corta a 4 posti mentre sono 4.78 nella versione a passo lungo dove i posti passerebbero a 5, con la possibilità probabilmente di allestire altri due posti nel vano posteriore. Le sue dimensioni con i restyling molto più sostanziali se paragonati all’inglese Land Rover, sono complessivamente aumentate passando a 1.887metri di larghezza a tutto beneficio della stabilità su strada.

Il suo cruscotto è lineare come da tradizione americana e, nella versione civile altamente digitalizzata, non manca nulla e anche lo spazio a bordo è apprezzabile così come l’insonorizzazione e la climatizzazione molto efficiente. Nei Roll bar sono fissate luci e parte della strumentazione comprese le casse audio, e questo per permettere di sfilare gli sportelli.

I suoi consumi sono di poco superiori ai 10 km/l se la si sfrutta a fondo mentre le sue rifiniture sono state oggetto di critiche per la semplicità e forse per la qualità ma d'altronde bisognerebbe ricordare che abbiamo a che fare con una pura del suo genere e il suo aspetto migliore lo offre senza tradire nel 4x4. Ottimi gli angoli con l’anteriore di ben 38.4°, il centrale di 25.1° e quello d’uscita a 31.3°, valori aumentabili elaborando l’assetto che nella versione base è già sorprendentemente a un’altezza di ben 25, 4 cm.

Curiosità

La versione con motore 2.2 turbodiesel con 200 cavalli, adotta lo stesso basamento della Giulia ma con parametri ed erogazione diversi e prodotto negli USA.

Ma come è messo il parco macchine?

Le alienazioni e il fuori uso dei mezzi riguardano, e non è un segreto una percentuale precisa dei veicoli in forza nei reparti delle FF.AA. Questi mezzi, pesanti o protetti che siano, spesso rimangono fermi per problematiche elettroniche oltreché meccaniche e talvolta è proprio la mancanza di fondi a non permettere la spesa di ripristino.

Fa riflettere tuttavia un articolo pubblicato nel 2013 sul quotidiano “Affariitaliani.it” che affermava un atteggiamento poco chiaro rispetto la legge n.74 del 1996, che prevedeva il passaggio a titolo gratuito dei beni delle FF.AA. ad associazioni e protezione civile. Infatti, l’articolo del quotidiano, poneva il nocciolo della questione sul fatto che i mezzi verrebbero ripristinati a spese dell’amministrazione e veduti successivamente a costi concorrenziali ai soli dipendenti e consulenti della difesa.

Considerate le qualità tecniche e le caratteristiche dei più diffusi Land Rover e VM90, difficilmente si possono evincere problematiche tali da interrompere il loro utilizzo a patto chiaramente che siano stati utilizzati correttamente… Infatti la progettazione di questi mezzi è studiata per resistere negli anni un po' in tutte le condizioni.

Jeep Wrangler, la migliore

A dirlo sono gli specialisti del 4x4 dove vetture come la Mercedes G, la Niva piuttosto che le Toyota o Suzuki sembrano collezionare più vittorie non solo nei passaggi Twist ma nel trial vero e proprio.

Qualche anno fa a alle Baleari, considerati i costi abbordabili, ho noleggiato una Wrangler, la serie precedente di color giallo ma non per andare sulla spiaggia, bensì per risalire un fiume in secca. I miei amici hanno optato per il mare mentre io mi sono avviato da solo nella missione. Era una versione base con pneumatici mediamente tassellati, tuttavia sono arrivato in cima con grande soddisfazione per le doti indiscusse di questa macchina che ricordo ancora montava il motore americano 2.5 benzina. Ho incontrato qualche capretta selvatica che mi osservava stupita e rientrando a valle ho dato un passaggio a una coppia di inglesi che rientravano dal trekking e anche loro, devo dire, sembravano soddisfatti delle qualità di Wrangler. Unico neo, probabilmente dovuto ai pneumatici un po' vecchi e secchi, l’ho riscontrato percorrendo una rotonda a bassa velocità e forse con un po' di sabbia sull’asfalto; qui il retrotreno improvvisamente stava per partirmi in sovrasterzo, subito ripreso ma non certo una piacevole esperienza.

Concludendo

Fa un certo effetto descrivere come italiana un’auto palesemente con DNA yankee, ma oggi il nuovo assetto di FCA sembra comunque metabolizzato e a dirla tutta forse è un motivo d’orgoglio avere Jeep nel brand italiano dell’automotive.

Rimane, almeno a me, una certa curiosità nel pesare a quale soluzione di 4x4 saremmo arrivati noi italiani dopo il successo della Fiat Campagnola.

Jeep Wrangler rappresenta quindi la miglior scelta, costi permettendo per un puro ma versatile 4X4 degno di questo nome.

(foto: web)