Il carro israeliano Merkava è peggiore del nostro Ariete?

(di Tiziano Ciocchetti)
05/12/19

Pochi giorni fa Difesa Online ha pubblicato l’ennesimo articolo riguardante il carro da battaglia ARIETE. Nello specifico sono state messe in evidenza alcune criticità (che potrebbero aver contribuito a causare la morte del caporale Bisconti, nel 2006, nel corso di una esercitazione) del mezzo che, per motivi economici, non saranno risolte con il previsto - e al momento finanziato con 35 milioni di euro - programma di aggiornamento.

La nostra rivista ha spesso suggerito – in piena autonomia - alla Difesa di valutare altre opzioni, come per esempio l’acquisto di carri stranieri come il Leopard 2A6/7 e il MERKAVA Mk-IV. Suggerimento dettato dalla volontà di evitare (per quanto possibile) altre tragedie come quella di 13 anni fa oltre, ovviamente, di poter disporre di unità corazzate equipaggiate con mezzi adeguati ai moderni teatri operativi.

Alcuni lettori, commentando il suddetto articolo, hanno sottolineato come il carro israeliano non sia affatto un ottimo mezzo (definito un "carro obsoleto"), ma che addirittura presenti criticità maggiori rispetto all’ARIETE.

Convinti della nostra opera di informazione indipendente, ci sentiamo in dovere di fornire alcune delucidazioni in merito al MERKAVA e quindi confutare le critiche manifestate.

Il 6 ottobre 1973, all’inizio della Guerra dello Yom Kippur, l’Esercito israeliano poteva schierare oltre 500 MBT M-48A3 e M-60A1. Terminato il conflitto ne rimanevano operativi circa 200, gli altri erano stati distrutti dai missili controcarro egiziani (forniti dai sovietici) AT-3 SAGGER.

Il Corpo Corazzato israeliano aveva subito ingenti perdite sia in mezzi che in uomini. Tuttavia, già all’inizio degli anni ’70, i tecnici e gli ingegneri israeliani avevano intrapreso lo sviluppo di un nuovo MBT. il MERKAVA (carro).

Un mezzo rivoluzionario (entrato in servizio nel 1979), progettato con la massima attenzione nei confronti della protezione dell’equipaggio, come si evince dal posizionamento del propulsore.

Infatti diversamente dagli altri MBT, il MERKAVA disponeva di motore anteriore, elemento che contribuiva ad incrementare la protezione del mezzo (rivestito in materiale composito) sull’arco frontale (in questo modo la parte posteriore dello scafo poteva ospitare 4 fucilieri).

Il primo impiego operativo è in Libano nel 1982 (operazione Pace in Galilea) dove dimostrò le proprie qualità, surclassando i T-72 siriani.

La prima versione modernizzata apparve l’anno dopo, il MERKAVA Mk-II si contraddistingueva da modello originale per la corazzatura rinforzata della torretta, le gonne copricingolo laterali rinforzate, l’installazione del motore V12 Teledyne Continental AVDS-1790-A7 da 950 HP, l’aggiornamento del sistema di condotta del tiro Matador e la configurazione del mortaio Soltam da 60 m, spostato dall’esterno all’interno della torretta e dotato di sistema di tiro a controllo remoto.

Le versioni più recenti del Mk-II sono state designate: Mk-IIB, con ottica IR; Mk-IIC, con corazzatura rinforzata sul cielo della torretta per migliorare la protezione contro gli attacchi dall’alto.

La particolarità del progetto, secondo noi, risiede nel fatto che il MERKAVA è stato concepito in modo tale da consentire ammodernamenti e migliorie in base agli insegnamenti ricavati dalle operazioni sul campo (solo questo basterebbe a scavare un abisso con la progettazione dell’ARIETE).

Con tale ottica è entrato in servizio, nel dicembre 1989, il MERKAVA Mk-III (prodotto in 780 esemplari tra il 1990 e il 2010).

Si tratta di un MBT del tutto nuovo, molto migliorato in tutti i suoi aspetti, dalla mobilità alla potenza di fuoco e la protezione.

Il Mk-III ha uno scafo leggermente allungato, per alloggiare un nuovo motore turbodiesel V12 Teledyne Continental AVDS-1790-9AR da 1.200 HP. L’armamento principale è costituito da un nuovo cannone MG-251 da 120 mm che, al pari di quello da 105 mm M-68, può sparare missili israeliani LAHAT (Laser Homing Attack) a carica HEAT in tandem. Al nuovo pezzo è stato associato un nuovo e sofisticato sistema di controllo del tiro, con designatori laser, mentre la protezione del carro è stata completamente rivista con l’adozione di una protezione modulare in compositi, che permette un continuo aggiornamento tecnologico oltre che, nell’eventualità di un danneggiamento, la rapida sostituzione.

Nel 1995 (l’ARIETE è ancora lontano dall’entrare in servizio) avviene il primo aggiornamento del Mk-III, con il pacchetto BAZ (falco), che comprende l’installazione dell’ATT (Automatic Target Tracker) per il sistema di condotta del tiro, permettendo così al carro il tiro in movimento contro bersagli pure loro in movimento. La protezione balistica viene ulteriormente incrementata tramite l’adozione di una nuova corazza aggiuntiva modulare detta Kasag, in materiale composito acciaio-ceramica. Inoltre è stato adottato un sistema di climatizzazione centralizzato e di protezione NBC e un periscopio a immagine IR indipendente per il carro.

Nel 2004 entra in servizio il MERKAVA Mk-IV che si distingue dalle versioni precedenti per via della torretta e dello scafo di nuova concezione.

La torretta non comporta il portello del servente (il quale può prelevare i colpi da un magazzino costituito da due tamburi rotanti sistemati nella controcarena posteriore. Il sistema di caricamento semiautomatico, che contiene 10 colpi di pronto impiego di quattro tipi diversi, selezionabili in automatico, viene azionato elettricamente e la scelta dei colpi di pronto impiego viene controllata mediante un microprocessore) in modo tale da migliorare la sua protezione da attacchi dall’alto. L’armamento principale è sempre costituito dal cannone da 120 mm ad anima liscia ma nella versione MG-253, in grado di reggere pressioni maggiori rispetto al MG-251.

Per quanto riguarda il caricamento invece, quando il carro si muove su terreno vario, può influenzare negativamente la sicurezza dell’equipaggio. Come nella maggior parte dei carri da battaglia, la bocca da fuoco è stabilizzata sia in elevazione che in brandeggio durante gli spostamenti, ma la canna modifica il suo angolo in elevazione in relazione al livello di inclinazione della torretta.

Per evitare ciò, è stato installato un nuovo sistema che blocca la canna ad una particolare angolazione durante il processo di caricamento per facilitare la sequenza di introduzione del colpo; successivamente la canna riprende la sua precedente posizione stabilizzata, una volta completato il caricamento.

Il Mk-IV è equipaggiato con un avanzato sistema di controllo del tiro integrato che utilizza calcoli balistici, effettuati da un sofisticato computer di bordo il cui software è programmato per tenere in considerazione tutti i parametri che potrebbero influenzare l’equazione balistica.

Il sistema di tracking ATS (Automatic Tracking System) della seconda generazione aggancia il bersaglio ad una distanza di alcuni km, inseguendolo automaticamente sia che si tratti di mezzi in movimento sul terreno, sia che si tratti di elicotteri in volo a bassa quota.

Il mirino del cannoniere inizia quindi la sequenza di fuoco, indipendentemente da qualsiasi azione evasiva che il bersaglio possa tentare.

Il fuoco in movimento è reso possibile da un sistema elettrico ultraveloce di stabilizzazione della torretta, che permette di bloccare il mirino sul bersaglio anche se il carro si sta muovendo su terreno accidentato.

L’ultima versione apparsa è il Mk-IVM dotata del sistema di protezione attiva TROPHY - noto come ASPRO-A nella denominazione del Tsahal o più familiarmente MEIL RUACH (giacca a vento) - della Rafael/Elta. La prima Brigata con la nuova versione è diventata operativa nel 2011. Il sistema TROPHY ha intercettato con successo razzi e missili controcarro, inclusi gli AT-14 SPRIGGAN, sparati da miliziani di Hamas a Gaza, nel corso dell’operazione Margine di Protezione del 2014.

Alla fine della nostra disamina sul MERKAVA possiamo affermare che non si tratta certo di un MBT obsoleto. Dalla sua entrata in servizio ha subito un costante aggiornamento, frutto delle esperienze maturate dal Corpo Corazzato israeliano nelle innumerevoli operazioni reali.

La presenza del propulsore in posizione anteriore costituisce un elemento di ulteriore protezione, soluzione tra l’altro adottata sul CENTAURO I e II.

Ovviamente il carro indistruttibile non esiste

Nel corso della Seconda Guerra del Libano del 2006, il Corpo Corazzato israeliano ha perduto in battaglia 52 dei 400 Mk-II, III e IV impiegati in combattimento (anche se la maggior parte sono stati gravemente danneggiati, più che distrutti). Perdite causate principalmente da errori sul piano tattico e dalla mancanza di un adeguato addestramento da parte degli equipaggi.

Infatti, come le ultime operazioni hanno ampiamente dimostrato la dottrina è cambiata, modellandosi su un concetto di guerra asimmetrica totale, dove il carro, che prima sparava e osservava da grandi distanze, sempre più spesso si trova a fronteggiare, a brevi distanze, piccole squadre equipaggiate con armi anticarro di ultima generazione.

Quindi, i nuovi scenari operativi, impongono non solo mezzi adeguati ma anche tattiche che permettano di subire meno danni possibili.

L’ARIETE è stato progettato in piena Guerra Fredda, quanto si pensava si dovessero fronteggiare le divisioni corazzate sovietiche alla Soglia di Gorizia. La fine del blocco sovietico ha portato a un forte ridimensionamento delle spese destinate alla Difesa, ritardando l’entrata in servizio dell’ARIETE di oltre 10 anni. Nel 2002 venne presentata all’Eurosatory di Parigi un esemplare del carro con montato il kit di protezione addizionale (erroneamente si pensò ad una versione aggiornata denominata C-2), in realtà si trattava solo di un mock-up.

Il programma di aggiornamento che interesserà l’ARIETE non lo renderà in grado di affrontare i futuri teatri d’operazione, tuttavia la Difesa investirà ingenti fondi che invece potrebbero essere utilizzati per acquisire MBT più moderni.

Di contro, quello che indistintamente emerge dalla storia progettuale del MERKAVA è un sistema paese che investe in armamenti con il fine di garantire la sopravvivenza dello Stato Ebraico e la sua collocazione nel contesto internazionale.

Foto: IDF / web