Dopo l’AR76 c’erano risposte nazionali? Tra industria, allestitori e colpi proibiti, l’Italia…

(di Gianluca Celentano)
03/07/19

Tra i grandi nomi della produzione di veicoli italiana, ce n’era uno storico, forse un po' in ombra, ma sicuramente con le carte in regola per fornire nel ‘90 una degna sostituzione della Fiat AR76. Si tratta del marchio Bremach. La valutazione, come sappiamo, è caduta sull’icona storica del 4x4, il Defender, una scelta però mal digerita nell’utilizzo urbano, ma soprattutto criticata per aver puntato senza motivo su un mezzo non italiano.

Bremach avrebbe potuto fornire alla Difesa un affidabile tattico logistico, magari elaborando qualche suo modello del periodo, ma sono davvero avvincenti e innovative le immagini del modernissimo top di gamma militare varato però nel 2008.
D'altronde l'incauta liberalizzazione nonostante le grida d’aiuto di numerose imprese italiane, a cui ha fatto seguito l'opinabile concetto nel quale l’efficienza debba sempre essere figlia della concorrenza, il silenzio politico e sindacale degli anni ’90, una moneta coniata a immagine del marco tedesco senza un contemporaneo adeguamento dei costi qui da noi, sono tra i fattori che hanno stravolto il mercato italiano aprendolo all'acquisto di mezzi esteri. Uno scambio non proprio alla pari in certi casi.

T-REX 4x4 e Spider

Davvero un indovinato LTV, ma qui da noi non ebbe fortuna.

Con un avvincente nome che sembra uscito dalla fantasia della Marvel per fornire anche l’Uomo ragno di un eccellente 4x4, si tratta di un vero fuoristrada prevalentemente desertico e con cabina cabriolet opzionalmente doppia. Peccato che la casa produttrice, l'italiana Bremach, abbia chiuso i battenti nel 2018, lasciando a Iveco la produzione militare e specialistica dei similari Ducato e Daily.

La Bre Mach, nome composto dal nome dei fondatori varesini Brenna a cui si associa lo storico marchio Macchi - ex Aermacchi -, inizia ad affermarsi sul mercato nel ’56 e ben presto i suoi ottimi veicoli da lavoro cominciano a ricevere un buon feedback sia in Europa che in America.

Tra le produzioni più famose dell’azienda varesina trasferitasi a Castenedolo (BS), c’era il motocarro Macchi MB1, concorrente diretto del Guzzi Ercole e l'autocarro Job N-GR e TGR 35, dei logistici impegnati nel soccorso 4x4 o nei cantieri, rivestendo alcuni, anche la livrea militare verde Nato.

Specializzata particolarmente in telai, riduttori di coppia, trasmissioni, impianti frenanti, ma anche in un design più attento alla funzionalità che all'estetica, la Bremach, si avvaleva di propulsori Iveco e componentistica interna spesso di derivazione Fiat.
Il T-Rex, stando alle notizie, prende forma con la collaborazione della tedesca Krauss-Maffei Wegmann, ma nasce dalla matita di Steeve BERNAUD-HEYD, ex designer di Bugatti e Ferrari; l’impiego iniziale del T-Rex era previsto per il mercato civile, ma le sue caratteristiche operative e d’affidabilità, lo hanno reso subito un apprezzato Light Tactical Vehicle, rientrante a pieno titolo nel ruolo di un avanzato veicolo da ricognizione.

Il nome T- Rex del Light Tactical Vehicle-Heavy Duty di Bremach, era associato al preistorico temibile Tirannosaurus Rex, - T-REX appunto - e forse la sua estinzione non ha portato fortuna all’azienda di Castenedolo.

Tre le collaudate motorizzazioni, un F1A 2.3 litri da 116 cv, un 3 litri common rail da 146 CV e al top di gamma il più potente, FC1 3.0 cc da 170 cv, lo stesso del Lince LMW prima serie. Interessante la disponibilità del cambio manuale a 6 marce ZF S 400 con overdrive e riduttore, oppure un automatico Allison 1000SP a 5 marce.

Moderno e innovativo

La struttura, per contenere i pesi, è stata creata utilizzando pannelli fonoassorbenti e termoacustici, ma anche componenti in perspex e, tra le specialità, Bremach ha inserito una versione blindata per la Difesa rientrante nei parametri top secreet omologati NATO.

Il T-REX è un veicolo diverso e dal suo telaio si articola una struttura portante che ricorda un concetto esoscheletro osservabile anche nelle linee space-frame presenti sui particolari portanti.

Nella strumentazione, c’è un forte richiamo agli aerei da combattimento, dove i comandi sono posti su pannelli in acciaio facilmente amovibili, un po' come sul LMV Lince. L’asse anteriore è stato spostato il più possibile in avanti per aumentare l’angolo di attacco e rendendolo un’eccezionale 4x4.

Denny Madau, il Prototyping and Testing, non usa mezzi termini: “Il mio compito? Guidare fino alla distruzione!”

Non conosco le cause del fallimento, anche se sono forse intuibili, tuttavia ritengo che il prodotto finale fosse abbastanza paragonabile alla gamma media e commerciale di Iveco. Un collaboratore e concorrente notevole.

Tante le conformazioni applicabili sul telaio con un range di PTT compresa tra i 35 e 60 quintali e sino a 6 posti per i militari. 
Il 4x4 di Bremach sembrerebbe comunque aver fatto colpo tra le Forze armate dell’Arabia Saudita, che lo ha annoverato tra i suoi Light, ma la sorpresa è il logo posto sulla calandra. In quei paesi infatti appare STI… di cosa si tratta?

La poco conosciuta STEYR

La Steyr-Daimler-Puch Spezialfahrzeug è una storica società austriaca, produttrice e allestitrice di veicoli speciali e militari i quali, una volta commercializzati, dovrebbero riportare frontalmente la sigla STI, come i lotti di Daily o Eurocargo 4x4 militari forniti negli Emirati Arabi. Come avviene per le rivisitazioni apportate anche per veicoli civili di noti marchi; AMG BRABUS ABARTH MOTORSPORT, anche l’azienda austriaca Steyr in base alle richieste del cliente apporta sostanziali modifiche e, dalla sua sede, è uscita anche una rivisitazione del numero uno dei LMV, la Mercedes G Class marchiata Puch.

Secondo le fonti di Austria forum, il gruppo Steyr, dal 2003 è controllato dalla General Dynamics European Land Systems, assorbendo anche altri nomi della produzione della Difesa, come Movag e la spagnola Santa Bárbara Sistemas. Tuttavia essendo una società austriaca assoggettata alle normative sulla neutralità, sembra ci siano disposizioni che impediscano la commercializzazione militare in nazioni in crisi, anche se nello Zimbabwe, prima dell’embargo UE del 2001, vennero commercializzati una sessantina di Armoured Personnel Carrier.

Allestitori italiani

Nel rigoroso regime di NOS, nulla osta segretezza, e del Clearance NATO Security, affermate aziende civili operano e producono allestimenti militari anche qui da noi. Un semplice telone per un autocarro logistico, l’applicazione di antenne o particolari sulla struttura del telaio sono operazioni che la casa madre può demandare a selezionate società esterne. La SANMARCO Industrial, gruppo Scattolini, ad esempio, è in grado di effettuare lavorazioni extra sui moduli che compongono LMV LINCE e il VM90 ma anche di occuparsi di sponde e allestimenti di pianali e cassoni per gli autocarri logistici militari.

Un’attività simile viene proposta da un altro nome storico che avrete sicuramente conosciuto durante il militare. Si tratta della ISOLI S.p.A di Padova, azienda specializzata negli allestimenti idraulici per il sollevamento, sia in ambito civile sia militare. Grazie a strutture in acciaio con forme brevettate, l’azienda allestisce sui telai Astra ACTL, gru con capacità di sollevamento anche di 70 t a 6 m di sfilo; ricorderete ASTRA SM 88.45 TCM 400 o l’HD8 84.48 II 8X4 TCM C700M. Anche i sistemi APS - Autocarro Pianale Scarrabile - sono una prerogativa dell’azienda molto affermata nelle Forze Armate non solo italiane.

Tra gli allestimenti cisterna, sono da segnalare la SACIM di Cesena e la EURO MEC Srl di Mantova, per gli impianti mobili di potabilizzazione dell’acqua, oggi essenziali con le emergenze.

La Cina o meglio l’Oriente…

Un’economia colonizzatrice in rapida espansione che rappresenta forse un vantaggio ma anche (o soprattutto) una minaccia per l’equilibrio economico mondiale? Ognuno avrà le sue idee ma è interessante riportare gli accordi con Nanjing Automobile Corporation che hanno originato NAVECO, il pulpito cinese della produzione veicoli commerciali di FCA.

Anche la Malesia, conosciuta nel settore Automotive per il marchio Petronas, sta conoscendo uno splendore economico e magari ci saranno novità in questa direzione…

Modelli italiani nel mondo

La joint-venture dell’automobile italiana è per fortuna apprezzata come la sua tecnologia, a tal proposito ricorderemo la storia del sistema d’iniezione common rail ceduto a Bosch. Un contesto dove è curioso sapere che alcune motorizzazioni Fiat vengono equipaggiate su veicoli Opel, come Signum, la Suzuki SX4, piuttosto che Cadillac BLS 180cv o su alcune Ford Ka su base 500, solo per fare qualche esempio della lunga lista.

Anche militarmente questo concetto sembra avere linee comuni, può capitare infatti di imbattersi nel web o durante un viaggio all’estero nell’IVECO CAVALLINO dell'Ejército argentino, di fatto un Eurotrakker, oppure in qualche esemplare di MUV 70.20 in avvincenti conformazioni piuttosto che sul PBICB, il VTLM Lince di nazionalità russa.

Anche il nostro camaleonte VM90 sembra essere stato apprezzato dall’esercito canadese, seppur con modifiche alla cabina; in Sud Africa, invece, l’APC Mikor equipaggerebbe - non ci sono dati chiari - motori FC1, quello del Daily e Lince.

Anche i veicoli militari o ex militari hanno una nuova vita, infatti alcune milizie di altri Stati utilizzano gli storici ACM80, RG-12 Nyala o Daily e forse, fa un certo effetto osservarli con diverse targhe e StanAg, muoversi in contesti a noi sconosciuti.

Ma c’è dell’altro, a Cuba, gli storici autobus civili Fiat 421A e U-effeuno che circolavano a Milano, fanno ormai parte dell’azienda locale di trasporto pubblico e non è impossibile individuare ancora il logo del comune di provenienza. Ricordo di aver fatto qualche viaggio con una lunga colonna di bus arancioni, per portare i pullman a Genova, dove sarebbero stati imbarcati per il Centro America. Una scelta umanitaria, e forse anche un metodo per evitare le successive spese di demolizione.

Interessanti poi i furgoni Daily e Ducato marchiati DODGE RAM per il mercato USA. Credo che negli anni '70 e '90, negli USA, sia stato commercializzato anche l’autocarro OM turbo Zeta e un modificato Fiat Citroen 242, anche lui, seppur bruttino, molto noto nelle nostre FF.AA.

Desidero ricordare l’ammirevole impegno del generale di c.a. Francesco Paolo Figliuolo, comandante logistico dell’Esercito ma soprattutto di tutti i militari in servizio sotto questo comando, spesso poco nominati, ma eroi a tutti gli effetti e oggi soprattutto, in sinergia con il terzo settore. Grazie ragazzi!

Foto: Bremach / STI Steyr / Isoli