Dentro gli shelter dei carabinieri. Tra i multirole post VM90 c’è anche UNIMOG?

(di Gianluca Celentano)
10/03/21

L’introduzione graduale della J8 affiancherà e alleggerirà un po' il lavoro dei VM90, in attesa di una gara indetta dalla Difesa per individuare chi sarà il sostituto del M40E15-WM e relegarlo alla meritata ausiliaria. Questo nonostante le versioni più recenti di un valido progetto anni ‘80, siano ancora in grado di offrire un servizio operativo.

L’offerta internazionale “di medi” non manca certo di opportunità, ma credo dovrebbero essere soprattutto i nostri sottufficiali e graduati i primi a dare luce verde a un mezzo che sia idoneo e polivalente non solo sulla carta. Non sappiamo chi saranno i candidati che si presenteranno al bando, ma ahimè sono finiti i tempi quando i contendenti in gara erano veri e propri gioielli italiani come Alfa Matta 1900 AR/52 o AR 1101 Campagnola (v.articolo).

Facendo delle ricerche non è difficile imbattersi in multiruoli medi interessanti: gli indiani della Tatamotors Defence Products, l’americana Oshkosh, che produce però solo serie Armored, piuttosto che la Renault con Sherpa-light o la turca Otokar.

Il nostro Multirole Military Utility Vehicle 4x4, il MUV, sarà il migliore e il più favorito? È bene sottolineare, che l’Italia non ha nulla da imparare nella produzione militare di mezzi apprezzati in tutto il mondo, per cui ci auguriamo che tutto si possa concentrare sugli aspetti funzionali, d’impiego e di convenienza nonché, senza eufemismi, nell’interesse dei suoi utilizzatori.

Unimog dei carabinieri

Nella platea media di mezzi multiruolo ricade anche il conosciuto brand specialistico di Mercedes deputato al lavoro duro su terreni impervi. È lo storico Unimog - Universal-Motor-Gerät - che sotto questo nome presenta diverse varianti allestite su un’unica piattaforma da fuoristrada multiruolo. Qualcuno, per semplificare, ha voluto soprannominarlo il VM90 tedesco, ma in realtà le cose non stanno proprio così.

Infatti la piattaforma Unimog è un gradino superiore come fascia e livello al nostro M40E15-WM e, per fare un rapido confronto, potremmo sostenere che si tratta di un piccolo camioncino le cui dimensioni si avvicinano più al Light Multirole Vehicle LINCE, mentre il concetto strutturale e meccanico richiama il MTV - MEDIUM TACTICAL VEHICLE di Iveco (tipologia 4x4 venduta in Olanda) o il vecchio ACL75.

La struttura Unimog è chiaramente a longheroni portanti con due ponti rigidi, molle, e una sofisticata tecnologia elastica a tubi di spinta capaci di articolare e oscillare gli assi fino a 30 gradi. Anche la cubatura del suo motore ha poco a che vedere con il camaleonte VM, semmai il parallelo con il vuemme sarebbe più appropriato con la G Class della casa tedesca. Un confronto senz’altro prestigioso che il nostro VM merita tutto.

L’Arma dei Carabinieri ha scelto bene, ma non per rimpiazzare i suoi VM90, piuttosto per offrire un servizio di tutela dell’ambiente. Dispone infatti di tre autocarri Unimog muniti di shelter con una sofisticata attrezzatura da laboratorio per la salvaguardia della salute ambientale anche in caso di rischio da radiazioni atomiche.

Prima di entrare dentro questi shelter assemblati su autocarri Unimog civili è interessante soffermarsi sui costi. Le varianti di listino civili, arrivano sino a una portata di ben 18 ton e, la versione U4000 4x4 4.8 TD Euro 5, costa poco più di centomila euro. Un costo simile, per fare un confronto, riguarda Eurocargo 4x4, mentre il più piccolo Daily 4x4, sempre civile, ha un prezzo di circa 68 mila euro.

La filiera di produzione militare tattica, in funzione delle modifiche e irrobustimenti speciali che vanno (per i derivati) oltre al top di gamma civile, fanno lievitare comprensibilmente i costi per unità, un passaggio obbligatorio in particolare per allinearsi agli standard militari d’impiego Nato di altre produzioni.

I mezzi dell’Arma per la difesa dell’ambiente

Un impegno costante garantito dall’Arma dei Carabinieri, per monitorare terreni – vedi la Terra dei fuochi - fiumi, laghi dove esista il comprovato sospetto di un inquinamento silenzioso coperto dalla malavita (e dall’omertà). Tutte condizioni dove gli shelter mobili dell’Arma svolgono un compito cruciale per la salute pubblica oltreché per quella ambientale e del sottosuolo interessato all’aggressione chimica.

Per questa importante funzione, che se non ci fosse lascerebbe decimerebbe velocemente la fertilità di enormi aree del nostro paese e relativa fauna, i carabinieri per la Tutela dell’Ambiente si avvalgono di diversi mezzi specialistici, ma sono proprio gli UNIMOG che trasferiscono direttamente sul luogo dell’emergenza l’elemento cruciale per la diagnosi, i loro sofisticati laboratori.

Entriamo negli shelter

Per gentile concessione dell’Arma, vi proponiamo ordinatamente e in anteprima le descrizioni e le funzioni delle apparecchiature itineranti allestite sui tre mezzi.

Automezzo Mercedes UNIMOG mod. 5000 adibito a laboratorio mobile per l’esecuzione delle seguenti analisi e misurazioni radiometriche:

  • Campionamenti di aria al fine di verificare l’eventuale contaminazione da radioisotopi in sospensione (catena beta);
  • Campionamento di matrici ambientali (terre –muschi ecc.) al fine di misurare l’eventuale deposito di radioisotopi (spettrometria gamma);
  • Misure radiometriche sull’eventuale presenza di sorgenti neutroniche mediante strumentazione utilizzabile sia in posizione fissa sull’automezzo che per indagine speditive in campo;
  • Sonda esterna ad alta sensibilità per la misurazione radiometrica (gamma) in basse e bassissime dosi con rilevazione dei punti topografici (GPS) e possibilità di eseguire un mappatura di isointensità;
  • Stazione meteo in grado di rilevare l’intensità e la direzione del vento;
  • Sonda portatile ATOMEX ad alta sensibilità per la misurazione radiometrica (gamma) in basse e bassissime dosi con rilevazione dei punti topografici (GPS) e possibilità di eseguire un mappatura di isointensità.

Due automezzi Mercedes UNIMOG mod. 3000 adibiti all’esecuzione di misure speditive mediante:

  • Sonda portatile ATOMEX ad alta sensibilità per la misurazione radiometrica (gamma) in basse e bassissime dosi con rilevazione dei punti topografici (GPS) e possibilità di eseguire un mappatura di isointensità;
  • Misure radiometriche sull’eventuale presenza di sorgenti neutroniche mediante strumentazione utilizzabile sia in posizione fissa sull’automezzo che per indagine speditive in campo;
  • Stazione meteo in grado di rilevare l’intensità e la direzione del vento.

A bordo del laboratorio mobile e dei mezzi di supporto è prevista anche strumentazione di tipo portatile per l’esecuzione di misure su radiazioni di tipo alfa – beta – gamma e neutroni eseguibili in campo.

I veicoli sono dotati di sistemi di protezione individuale (maschere – tute – guanti stivali ) in grado di proteggere il personale sia all’esterno che in caso di necessità anche all’interno del veicolo. I veicoli sono dotati di sistemi di protezione collettiva (shelter) che a mezzo di apparati filtranti di tipo NBC mantengono all’interno una sovrappressione sufficiente a garantire la non contaminazione del modulo interno.

La tipologia degli automezzi è stata studiata per fornire un valido supporto nelle aree denominate “tiepide” ovvero in quelle zone dove è maggiormente necessario eseguire un monitoraggio per la rilevazione di eventuali contaminazioni da radioisotopi, sia a seguito di incidenti tecnologici che dovuti ad azioni non convenzionali.

Nel dettaglio tutti e tre gli automezzi possono operare su qualsiasi terreno e sono stati concepiti utilizzando le tecniche di protezione valide in ambito NBC-R, dando maggior spessore alle problematiche di tipo “R” (radiologico). Le attrezzature impiegate sono prevalentemente strumentazioni di rilevazione con delle sensibilità radiometriche in grado di fornire risposte ai vari livelli di contaminazione e/o di esposizione radiologica.

Il laboratorio mobile è in grado di fornire analisi sui radioisotopi più conosciuti ed impiegati in campo industriale (cesio 137 – cobalto 60 ecc), nonché di eseguire campionamenti in loco da inviare a strutture civili e militari per l’esecuzione di analisi radiometriche più approfondite.

Foto: Arma dei Carabinieri / web / ministero della transizione ecologica